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Pittima reale © Marco Venanzi

Pittima reale

Limosa limosa

Ordine
Charadriiformes
Famiglia
Scolopacidae
Nome scientifico
Limosa limosa
Habitat
Zone umide
- altri habitat
Coltivi
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
63-74 cm
Lunghezza
37-42 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
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Descrizione

La Pittima reale ha un becco bicolore dritto e lungo in media lungo 40 cm, zampe lunghe. In estate ha piumaggio vivacemente colorato, con capo, collo e petto rossicci, fianchi e ventre bianchi con barrature nerastre. Banda alare bianca, vistosa in volo, e coda bianca e nera. Il maschio presenta colorazione più rossa rispetto alla femmina. In inverno il piumaggio di entrambi i sessi è grigio nelle parti superiori e chiaro nelle parti inferiori. Si riproduce nei pascoli umidi e nelle zone acquitrinose. In Italia nidifica esclusivamente nelle risaie. Principalmente si ciba di invertebrati di zone umide e terrestri come insetti, molluschi, crostacei e anellidi. Come aree riproduttive sceglie soprattutto pascoli umidi e zone acquitrinose, mentre durante la migrazione frequenta estuari, paludi e marcite. Il nido è posto in una depressione, tra l’erba e la vegetazione palustre, ed è rivestito da foglie, rametti e piumino. Le uova deposte sono solitamente 4, di colore bruno olivastro o verdastro, macchiettate e striate di scuro. Il maschio cova per la maggior parte del tempo le uova, che in circa 24 giorni giungono alla schiusa. Dopo altri 30 giorni i pulli, sorvegliati da entrambi i genitori, sono pronti al volo. 

Durante la migrazione si rinviene soprattutto zone umide costiere e interne di Emilia-Romagna, Toscana e Marche. Anche il complesso delle zone umide toscane, laziali e pugliesi vedono un buon numero di osservazioni, al contrario delle estreme latitudini meridionali italiane, ivi compresa la Sicilia, che vedono la presenza di un minor numero di individui.

Lo Status

La Pittima reale ha stato di conservazione cattivo, a causa di un areale ristretto, e di una popolazione estremamente ridotta (ben al di sotto della popolazione minima vitale) e fluttuante, e della riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole,
destando preoccupazione a livello globale. La popolazione italiana conta 10-
23 coppie e il trend appare fluttuante negli ultimi decenni. l suo status di conservazione viene valutato vulnerabile a livello europeo e nell’Unione. La popolazione nidificante risulta, infatti, in declino nel periodo 1990-2000 ed è stimata in circa 60mila coppie. La popolazione italiana svernante è molto localizzata e scarsa, quella nidificante è stata stimata in media di 15 coppie nel periodo 2007-2018.

Le Minacce

La tutela dei siti riproduttivi si configura come la strategia principale per la conservazione della specie. In Piemonte, dove la specie nidifica in aree coltivate (risaie), si devono prevedere pratiche agricole compatibili con la riproduzione della specie, anche perché tra i rischi maggiori figurano quelli legati all’intensificazione delle pratiche agricole (es. drenaggio, fertilizzanti minerali, risemina dei prati).

Poiché l’unica popolazione italiana nidifica nelle risaie della Provincia di Vercelli, è evidente che la persistenza della specie in Italia dipende, in primis, dallo svolgimento delle pratiche agricole secondo metodi compatibili con le necessità della specie. Se queste non sono compatibili con le esigenze ecologiche, si può infatti giungere ad una forte riduzione del successo riproduttivo, con ovvie conseguenze sulle possibilità di persistenza riproduttiva in Italia. In ogni caso, la ridottissima dimensione e l'isolamento della popolazione nidificante la espone a un elevato rischio, rendendola estremamente vulnerabile a eventi stocastici, fattori
di disturbo o alterazione ambientale.

In Italia nel periodo 1985-1998 la piccolissima colonia piemontese è stata distrutta per il 50% a causa di pratiche agricole, per il 21.4% abbandonata per cause indeterminate, per il 28.6% si è avuto esito positivo con almeno una schiusa. Si conferma così come il successo riproduttivo sia condizionato dalle pratiche agricole che spesso causano la distruzione completa della colonia.

La Tutela

La popolazione italiana è soggetta a fluttuazione, anche perché a margine dell’areale, e per garantirne la conservazione sarà necessario soprattutto evitare ogni forma di disturbo durante il periodo riproduttivo, in particolare ponendo molta attenzione ai disagi provocati dalle attività agricole (drenaggio, risemina, uso di fertilizzanti e pesticidi, asciutte prolungate). La specie dovrebbe essere oggetto di regolare monitoraggio nel  lungo periodo delle popolazioni nidificanti, al fine di definire gli opportuni interventi di conservazione e sebbene sufficientemente studiata, sono auspicabili approfondimenti su ecologia e biologia riproduttiva nelle poche aree di presenza. Attualmente è impossibile fornire un valore di riferimento favorevole.

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Pittima reale © Marco Venanzi