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Piro piro culbianco © Luigi Sebastiani

Piro piro culbianco

Tringa ochropus

Ordine
Charadriiformes
Famiglia
Scolopacidae
Nome scientifico
Tringa ochropus
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
57-61 cm
Lunghezza
21-24 cm
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Descrizione

Il Piro piro culbianco è un limicolo di medio-piccole dimensioni, simile nell’aspetto al Piro piro boschereccio ma di struttura sensibilmente più robusta. Diagnostico risulta il piumaggio, che superiormente è bruno oliva, a distanza quasi nero, decisamente più scuro rispetto al congenere. Come nel Piro piro boschereccio, quando è in volo spicca la macchia candida sul groppone. La testa è debolmente striata di grigio, mentre collo, petto, fianchi e parte alta del ventre rimangono bianchi anche se marcatamente striati e segnati di grigio bruno. Il becco è piuttosto corto e tozzo, bruno scuro con una leggera tinta verdastra alla base. Le zampe sono grigio-verdi. Presenta una lunghezza di 21-24 cm, un’apertura alare di 57-61 cm e un peso compreso tra 64 e 130 grammi.

Durante la nidificazione è strettamente legato alle zone umide d’acqua dolce, con acque ferme o debolmente correnti, spesso di piccola o piccolissima estensione, con sponde fangose e circondate da aree boscate a conifere o miste. Depone le uova in nidi di altre specie, generalmente Turdidi (a volte anche di scoiattoli), ed è quindi confinato durante il periodo riproduttivo alla presenza di ambienti boschivi. Durante la migrazione e nelle aree di svernamento è legato a zone umide dell’entroterra e costiere d’acqua dolce, come rive di fiumi e laghi, risaie, marcite, zone temporaneamente allagate. Occasionalmente sosta nelle zone umide salmastre e di rado lungo le coste marine. 

Si ciba principalmente di invertebrati legati ad ambienti umidi o palustri o a terreni molli e ricchi di sostanza organica.

Distribuito alle medie latitudini euroasiatiche, la maggior parte delle coppie nidificanti in Europa è concentrata in Russia, Paesi scandinavi, Paesi baltici, Bielorussia e Polonia, ma nidifica anche in Germania, Danimarca, Ucraina, Repubblica Ceca, Slovacchia, Paesi balcanici. È un migratore a fronte ampio che attraversa le aree continentali negli spostamenti da e verso le zone di svernamento. Queste sono distribuite in Europa centro-occidentale, nel bacino del Mediterraneo, nell’Africa trans-sahariana, nella Penisola Arabica, nella Regione Persiana, nella Penisola Indiana e in gran parte del Sud-Est asiatico. 

Il Piro piro culbianco in Italia è migratore regolare e svernante regolare ma poco frequente. Durante le migrazioni preferisce zone umide d’acqua dolce e interne, quali fossi, canali, fiumi, risaie, marcite, pozze.  Si tratta di un migratore particolarmente precoce. I movimenti post-riproduttivi possono avere inizio già dalla metà di giugno, con le femmine adulte che precedono i maschi. In inverno viene rilevato soprattutto lungo i fiumi e, fatto tipico della specie, le osservazioni sono relative a singoli individui o, comunque, a gruppi poco numerosi.

Lo Status

Il Piro piro culbianco ha uno stato di conservazione favorevole in Europa. Le popolazioni nidificanti sembrano essere generalmente stabili, nonostante la diminuzione dell’estensione dei suoi ambienti idonei nei Paesi scandinavi.

L’origine degli individui che durante le migrazioni attraversano l’Italia non è ancora stata definita con precisione, anche se dovrebbe riguardare un ampio areale dalla Svezia a ovest alla Russia europea a est, includendo gran parte dei paesi dell’Europa centro-orientale.

In inverno, durante il censimento IWC (International Waterbird Count) nel periodo 2000-2010 sono stati censiti 52-192 individui, ma si tratta certamente di una sottostima, in quanto tale censimento copre solo una parte del suo areale potenziale e vengono probabilmente sottostimate le presenze soprattutto lungo i fiumi e il reticolo idrografico secondario (rogge, fossi, canali di bonifica). Si stima una popolazione svernante di 50-500 individui.

Le Minacce

La specie appare minacciata dalla trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione, dalla variazione del livello delle acque nei siti di svernamento, dalla diminuzione degli ambienti di marcita e dal disturbo e il bracconaggio nelle aree di sosta e svernamento.

La Tutela

Conservare i siti di sosta e svernamento, preservandoli soprattutto da eccessivo disturbo antropico, è certamente un’azione in grado di assicurare migliori prospettive alla specie.

Oltre alla tutela delle zone umide, un notevole contributo alla conservazione della specie in Italia può essere portato dalla diffusione delle tecniche di ingegneria naturalistica e di rinaturazione, da applicare regolarmente nei lavori di manutenzione delle sponde di corsi d’acqua naturali e artificiali (rete irrigua).

La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti è da ritenersi non sufficiente, in quanto il censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti (IWC) sul territorio nazionale, coordinato dall’ISPRA, fornisce in modo molto parziale una stima del numero degli uccelli svernanti nel nostro paese, causa la scarsa copertura dei suoi habitat principali di svernamento in Italia.

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Piro piro culbianco © Luigi Sebastiani