Picchio muratore
Sitta europarea
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Passeriforme di circa 14 centimetri di lunghezza e di circa 25 grammi di peso. Piuttosto variopinto il piumaggio, che sulla testa è grigiastro o tendente al blu, così come su tutta la parte superiore (schiena, coda e ali). La parte inferiore invece tende all’arancione, anche se molto tenue. Chiare sono anche la gola e le guance, sopra le quali spiccano le due strisce nere sugli occhi, che sfumano verso la schiena. Durante la bella stagione si ciba di insetti mentre nel resto dell’anno va alla ricerca di semi, frutti, ghiande e noci, che apre con piccoli ma decisi colpi del becco una volta posizionate tra i buchi della corteccia. Da questa abitudine deriva il nome di “picchio”, anche se la specie non appartiene alla famiglia di Picidi. Vive nei parchi di latifoglie, più difficilmente nei boschi di conifere, ma è possibile incontrarlo nei parchi, giardini e frutteti in prossimità dei centri abitati. Il periodo di riproduzione della specie ha inizio in aprile. Il nido viene posizionato sugli alberi o nei muri, dove sono presenti cavità accoglienti. Il numero delle uova è molto variabile, da cinque a dieci, e la cova dura circa due settimane. Sia il maschio che la femmina si occupano di allevare i pulli, che dopo circa 24 giorni dalla nascita sono in grado di cavarsela da soli. La specie è nota per compiere spostamenti in genere molto ridotti, ad eccezione di annate particolari quando si assiste a spostamenti invasivi, soprattutto a carico dei giovani dell’anno.
Diffuso in gran parte dell’Europa centro-occidentale e meridionale il Picchio muratore in Italia è presente in tutte le regioni fatta eccezione per la Sardegna.
Lo Status
Lo stato di conservazione del Picchio muratore viene valutato favorevole a livello europeo e nell’Unione europea, essendo risultato stabile sia nel periodo 1970-1990 che nel periodo 1990-2000, malgrado in quest’ultimo decennio si siano verificati declini in un paio di Paesi, tra cui la Francia, dove è presente una delle popolazioni numericamente più significative.
La popolazione nidificante in Italia è stabile e soggetta a fluttuazioni con locali incrementi, soprattutto in ambito collinare e montano.
La popolazione nidificante italiana compresa tra 50.000 e 200.000 coppie, rappresenta il 2% della popolazione dell’Unione europea e l’1% della popolazione nidificante europea complessiva. In Pianura Padana è assente da vaste aree a causa della scomparsa degli ambienti adatti. In inverno la specie è erratica e si sposta dai monti verso la pianura o il sud d’Italia.
La popolazione nidificante dell’Unione europea è stimata in 4.100.000 – 9.100.000 coppie e corrisponde alla metà (48-55%) della popolazione europea complessiva (stimata in 7.500.000 – 19.000.000 coppie) e a una frazione compresa tra il 5 ed il 24% della popolazione globale della specie.
Le più alte densità a livello europeo si hanno in corrispondenza di boschi maturi, dove il Picchio muratore può raggiungere a scala locale valori massimi di una coppia per ettaro, anche se generalmente presenta densità più basse, mentre su vasta scala (quadrati di 50X50 km) in ambienti ottimali dell’Europa centrale (non confrontabili con l’Italia) presenta densità di due coppie per km quadrato.
Le Minacce
La popolazione nidificante è stabile e/o soggetta a fluttuazioni. Il taglio delle piante più vecchie, la ceduazione, la ripulitura degli esemplari arborei marcescenti, sono fattori che incidono negativamente sulla sua abbondanza. La distruzione di habitat idonei su larga scala rappresenta in assoluto la principale minaccia per il Picchio muratore: dove spariscono alberi maturi, è costretto ad abbandonare l’area.
La Tutela
Mantenere una certa percentuale di alberi molto maturi e deperienti nella gestione degli ambienti forestali planiziali e collinari. Favorevoli gli interventi di selvicoltura naturalistica che portano alla conversione da ceduo a fustaia.
Specie piuttosto conosciuta per quanto riguarda la distribuzione, in Italia è scarsamente studiata per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Non sono disponibili informazioni relative ai principali parametri demografici.
Sulla base dei dati disponibili, si propone come FRV a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimale (fustaia matura) di 5 coppie per 10 ettari, anche se può raggiungere valori localmente più elevati, mentre per ambienti forestali non ottimali si propone un valore di una coppia per 10 ettari. A scala di comprensorio non si hanno valori di riferimento utili a definire l’FRV.