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Pettegola © Roberto Parmiggiani

Pettegola

Tringa totanus

Ordine
Charadriiformes
Famiglia
Scolopacidae
Nome scientifico
Tringa totanus
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Parzialmente migratrice a lungo raggio
Apertura alare
59-66 cm
Lunghezza
27-29 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

Limicolo di medie dimensioni, simile al Totano moro ma leggermente più piccola e con struttura più compatta. Il piumaggio presenta una colorazione brunastra superiormente, con macchie scure, parte inferiore biancastra, a strie e macchie scure. E’ inconfondibile in volo per la presenza di un ampio bordo bianco delle ali. La lunghezza è compresa tra 27 e 29 cm, l’apertura alare tra 59 e 66 cm e il peso tra 85 e 155 grammi.

Nella stagione riproduttiva dipende da falda alta e suolo saturo d’acqua, frequentando paludi costiere, aree erbose allagate o inondate, pascoli umidi, estuari, cave poco allagate. Relativamente indipendente dal tipo di vegetazione e paesaggio, che appaiono meno importanti di un’adeguata combinazione di aree aperte, con buoni punti d’osservazione e facile accesso ad ampie aree umide con disponibilità di cibo. In Italia appare altamente coloniale e nella Laguna di Venezia mostra la densità riproduttiva più alta mai riportata; nidifica spesso in associazione ad altre specie quali Sterna comune, Fratino, Gabbiano comune, Fraticello, Cavaliere d’Italia e Avocetta. Costruisce il nido tra la vegetazione erbacea, solitamente su un cumulo di terreno. Al di fuori del periodo riproduttivo frequenta ambienti prevalentemente costieri, ma in migrazione primaverile è frequente anche nelle risaie di Piemonte e Lombardia, nella Pianura Padana interna.
Si nutre di Invertebrati, soprattutto Crostacei, Molluschi, Anellidi e Insetti. 

Specie a distribuzione euro-asiatica, la maggior parte delle popolazioni migra verso vastissimi areali di svernamento, dall’Europa all’Africa e fino alle coste asiatiche.

In Italia è migratrice, svernante e nidificante nelle zone umide costiere dell’Alto Adriatico (soprattutto nella Laguna di Venezia) e localmente, a volte irregolarmente, in Sardegna, Toscana, Puglia, Piemonte, Lazio e Sicilia. L’Italia nel suo complesso sembra essere significativamente interessata dalla migrazione della Pettegola, con forti concentrazioni di ricatture di individui inanellati nelle regioni settentrionali padane e, a sud degli Appennini, soprattutto in siti costieri, incluse le isole maggiori. Prevalgono nettamente le ricatture entro i 500-1.000 km di distanza dal sito di inanellamento, con poche segnalazioni superiori ai 2.000 km.

Lo Status

La Pettegola ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato e anche a livello europeo lo stato di conservazione è sfavorevole.

La popolazione italiana conta 1.600-2.000 coppie e il trend appare in aumento dagli anni ’80 del secolo scorso. La popolazione nazionale appare rilevante a livello di bioregione mediterranea. La Laguna di Venezia, in particolare, con quasi 2.000 coppie e una densità di 8-15 coppie per ha, rappresenta il più importante sito riproduttivo del Mediterraneo. Il declino mostrato nel resto d’Europa rende inoltre fondamentale la conservazione della popolazione italiana. Tra 2.731 e 4.425 gli individui censiti in inverno nel decennio 2001-2010.  

Per quanto concerne il successo riproduttivo, in Italia sono noti valori di 1,9 pulli per coppia, tasso d’involo di 1,46 giovani per coppia e produttività di 1,27 giovani per coppia.

Le Minacce

La tutela dei siti riproduttivi si configura come la strategia principale per la conservazione della specie. In Piemonte, dove la Pettegola nidifica in aree coltivate (risaia), si devono prevedere pratiche agricole compatibili con l’attività riproduttiva. Le principali minacce sono infatti legate alla distruzione o al deterioramento dell’habitat riproduttivo o invernale; potenzialmente impattanti sono anche la crescita eccessiva di Spartina, il pascolo eccessivo delle praterie, la costruzione di barriere difensive costiere (potenzialmente impattante anche per la principale popolazione italiana), il disturbo creato da lavori di cantiere o da turisti ed eventuali epidemie di influenza aviaria.

La Tutela

Condizioni ottimali per la specie possono essere garantite attraverso la creazione di un mosaico di prati non allagati, prati allagati durante l’inverno e pozze poco profonde. L’allagamento invernale delle praterie giova alla specie in quanto limita l’altezza dello strato erbaceo e crea pozze ricche di invertebrati in primavera, che devono essere mantenute fino alla fine di giugno. Pascolo controllato (soprattutto pascolo brado, circa un capo bovino per ha, dopo la stagione riproduttiva) e sfalcio a rotazione possono incrementare l’idoneità per la Pettegola, così come la rimozione di Spartina dalle aree frequentate.

Specie ben studiata, soprattutto in Veneto. Sarebbe utile incrementare le informazioni sulla dinamica di popolazione.

Viene proposto un valore di riferimento favorevole (FRV) di 2.000 coppie per la popolazione adriatico-padana.

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Pettegola © Roberto Parmiggiani