Pettazzurro
Cyanecula svecica
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Théo Treels - xeno-canto.org - Creative Commons
Descrizione
Passeriforme molto simile al Pettirosso per struttura e comportamento. Presenta però dimensioni leggermente inferiori, corporatura più affusolata e soprattutto un piumaggio inconfondibile. Il maschio adulto presenta, infatti, una caratteristica area di colore azzurro carico che interessa il mento, la gola e l’alto petto, sulla quale spicca una macchia di colore rosso castano nella sottospecie nominale C.s. svecica (Pettazzurro orientale) o di colore bianco nella sottospecie C.s. cyanecula (Pettazzurro occidentale). Le parti superiori sono bruno-grigiastre, mentre la coda presenta una tinta aranciata con una fascia terminale nera, osservabile mentre si invola nel folto della vegetazione. Evidente risulta altresì il sopracciglio bianco. Presenta una lunghezza media di 14 cm, un’apertura alare compresa tra 20 e 22 cm e un peso tra 15 e 25,5 grammi.
Sulle Alpi italiane la nidificazione è avvenuta in arbusteti prostrati in ambito alpino, in particolare rododendri con ampi spazi erbosi, massi e rocce affioranti, a circa 1.950 m di quota. Nidifica in coppie isolate, a terra, alla base di cespugli radi. Il nido è costituito da una coppa di materiale vegetale, grossolano esternamente e più fine all’interno, collocato soprattutto in una depressione o fessura del terreno. Sulle Alpi italiane condivide l’habitat riproduttivo con Culbianco e Codirosso spazzacamino.
Si alimenta soprattutto di Insetti (Coleotteri, Ditteri) e altri piccoli Invertebrati, raccolti sul terreno. Tra la fine dell’estate e l’autunno si nutre anche di elementi vegetali, quali soprattutto bacche.
In Europa è diffuso soprattutto in Russia, Scandinavia e Ucraina. Popolazioni disgiunte sono presenti più o meno stabilmente sulle Alpi, in Svizzera, Austria, Germania, Francia e Italia. E’ specie principalmente migratrice con aree di svernamento che si estendono dal bacino del Mediterraneo alle regioni afro-tropicali settentrionali e, attraverso la Penisola Arabica e l’Asia minore, giungono sino all’India. In migrazione e svernamento frequenta zone umide d’acqua dolce o salmastra (saline, lagune, paludi, torbiere, laghi), anche solo temporaneamente allagate, e ricoperte da vegetazione palustre (canneti, tifeti, giuncheti ecc.) e con presenza di cespugli e alberi sparsi, ma anche in boschi ripariali, ontaneti, margini alberati di zone umide, pioppeti umidi con folta vegetazione erbacea, localmente campi arati, incolti erbosi, ambienti lagunari.
In Italia la sottospecie nominale (L.s. svecica) è migratrice regolare e nidificante irregolare sulle Alpi centrali e occidentali, con prime nidificazioni accertate in Lombardia e in Piemonte nel 1983. E’ altresì svernante regolare, con popolazione compresa tra 400 e 700 individui, che mostrano fedeltà al sito di svernamento. Durante l’inverno risulta presente in modo saltuario nelle regioni settentrionali, mentre è più frequente e regolare in quelle centro-meridionali e nelle isole maggiori.
Lo Status
La popolazione in Italia nidificante sulle Alpi e censita nel periodo 1983-2019 ha variato tra 1 e 3 coppie per anno. Scarsi i dati sui parametri riproduttivi: in media 3,5 giovani involati per nido sulle Alpi lombarde.
Le Minacce
L’estrema localizzazione dei siti di nidificazione lo rende vulnerabile all’alterazione dell’ambiente riproduttivo e soprattutto al disturbo antropico diretto.
La Tutela
In Italia la principale strategia per la conservazione della specie in periodo riproduttivo consiste nel ridurre al minimo i rischi di alterazione dell’habitat e di disturbo antropico, attraverso tutela degli ambienti riproduttivi e regolamentazione dell’accesso nelle pochissime aree di nidificazione.