Pendolino
Remiz pendulinus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Il Pendolino è un piccolo Passeriforme, delle dimensioni di una cincia. Si riconosce per la testa grigia, su cui spicca (negli esemplari adulti) una evidente mascherina scura, quasi nera, che si allarga ai lati del capo. La schiena è rossiccia, la gola e il petto grigio chiaro, con sfumature che tendono al rosso, più variegate e scure nel maschio. Le remiganti e le timoniere sono screziate di nero. Il becco è grigio, le zampe molto scure. Presenta una lunghezza di 11 cm, un’apertura alare di 16-17,5 cm e il peso è compreso tra 7 e 11 grammi. La sua presenza all’interno di un canneto può essere rilevata dall’ascolto del tipico verso di contatto, emesso frequentemente, e costituito da trilli acuti e penetranti.
Nidifica lungo corsi d’acqua naturali e artificiali e in zone umide d’acqua dolce o salmastra in cui sia presente vegetazione arborea ripariale (ad es. salici, ontani, tamerici, frassini e pioppi). Costruisce il suo nido soprattutto su salici e altri alberi, eccezionalmente su specie erbacee quali Cannuccia di palude e Arundo donax. Nidifica in coppie sparse o isolate, localmente raggruppate in piccole colonie. Il nido è molto caratteristico, a forma di fiasco ovoidale, più o meno allungato, con ingresso nella parte alta, e viene costruito servendosi delle infiorescenze della Tifa. Il nido viene appeso saldamente all’estremità di un ramo pendente e flessibile, di solito tra 2 e 6 m di altezza, al di sopra dell’acqua o a poca distanza. Diviene spiccatamente gregario al di fuori della stagione riproduttiva, formando raggruppamenti particolarmente consistenti, che possono superare i 100 individui, ma più frequentemente costituiti da 2-20 individui. Durante lo svernamento frequenta una gamma più ampia di habitat, tra i quali lanche, canali e rogge della pianura coltivata, piccoli invasi.
Si ciba soprattutto di Insetti e ragni, ma in autunno-inverno anche di piccoli semi.
Il Pendolino è presente nei settori meridionale, centrale e orientale dell’Europa, spingendosi a nord fino alla Scandinavia meridionale e all’Estonia, mentre verso est è presente dalla Russia meridionale al Kazakhstan, e nell’Asia sud-occidentale dall’Anatolia al Medio Oriente e all’Iran. È una specie migratrice nelle porzioni settentrionali dell’areale e residente alle latitudini inferiori. Gli uccelli del Paleartico occidentale migrano principalmente verso sud-ovest per raggiungere quartieri di svernamento localizzati nell’Europa mediterranea.
In Italia è migratore regolare, svernante e nidificante distribuito sulla Penisola e in Sicilia, con ampi vuoti di areale nei principali gruppi montuosi, in Liguria, Campania, Puglia e Calabria. Risulta più diffuso lungo la costa tirrenica tra Toscana e Lazio e nella Pianura Padana centro-orientale. Assente in Sardegna e nelle isole minori. Più frequente dal livello del mare fino a 200-300 m, scarso fino a 400-500 m e raggiungendo raramente gli 830 m in Alto Adige.
Lo Status
Il Pendolino ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, in quanto mostra segni di forte declino, soprattutto in Italia settentrionale e centrale, così come in altri Paesi europei (Francia, Germania, Svizzera), a seguito di una fase di forte incremento dell’areale verificatasi tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso. A livello continentale lo stato di conservazione della specie veniva valutato favorevole fino al 2017. La popolazione italiana conta 7.000-11.000 nidi.
Scarse le informazioni relative ai principali parametri demografici: sono noti 1,6-3 giovani per nido.
Le Minacce
Il Pendolino è particolarmente vulnerabile agli inverni rigidi. Interventi di “pulizia” e taglio della vegetazione ripariale delle zone umide e dei corsi d’acqua naturali e artificiali condizionano la presenza della specie.
Il successo riproduttivo è negativamente influenzato da numerosi fattori. In particolare, in Svezia le perdite principali sono state causate dall’abbandono delle uova (7%), da predazione (4%), abbandono dei nidiacei (3%), vento forte (3%), disturbo umano (3%), morte di un adulto (1%). In Germania invece le principali cause di insuccesso sono risultate il maltempo e il disturbo antropico.
La Tutela
Per la conservazione di questa specie, altamente selettiva dal punto di vista ecologico, risulta essenziale il mantenimento degli ambienti boschivi ripariali e dei canneti, così come il mantenimento di ambienti idonei anche di limitata superficie al di fuori delle aste fluviali e delle principali zone umide (ad es. piccoli biotopi umidi, ex cave rinaturalizzate).
Trattandosi di specie poligamica e che forma piccole colonie, non risulta possibile fornire un valore di riferimento favorevole (FRV).