Passero solitario
Monticola solitarius
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Turdide snello ed elegante, delle dimensioni di un Merlo. Il maschio si distingue grazie all’inconfondibile colore blu cobalto del piumaggio, ad eccezione delle ali nere. La femmina ha una tonalità grigio-brunastra sfumata di azzurrognolo. Presenta una lunghezza media di 20 cm, un’apertura alare compresa tra 33 e 37 cm e un peso tra 47 e 63 grammi.
In Europa occidentale frequenta principalmente aree costiere con falesie marine e coste rocciose, valli e pareti montane, cave di pietra e grandi edifici (castelli, rovine, ecc.). In Sud Italia e in altri contesti strettamente mediterranei frequenta anche chiese, case, monumenti. In inverno, a volte scende anche presso villaggi a quote più basse. Il nido viene costruito all’interno di cavità rocciose naturali o artificiali, come le mura di vecchi edifici e ruderi. Nidifica in coppie isolate o sparse, localmente raggruppate, e mostra un’elevata fedeltà al sito riproduttivo.
La dieta è varia ed è costituita da invertebrati, come ragni, cavallette, grilli, lombrichi, lumache, e da vertebrati come gechi e lucertole.
Il Passero solitario è ampiamente distribuito sebbene risulti piuttosto frammentato nei paesi dell’Europa meridionale, del Nord Africa e del Medio Oriente. Le popolazioni europee e nord-africane sono residenti, o migratrici parziali, e intraprendono evidenti movimenti altitudinali stagionali, mentre le popolazioni distribuite nella porzione medio-orientale dell’areale sono migratrici.
In Italia il Passero solitario è sedentario, nidificante, migratore regolare e svernante parziale. Compie movimenti verticali delle popolazioni nidificanti in zone montane, verso fondovalle, pianure, zone costiere marine e centri urbani. Le maggiori densità si osservano nelle regioni centro-meridionali e nelle isole maggiori e minori, ed in particolare in ambienti costieri ed insulari. Nel Nord Italia occupa principalmente habitat di falesia sui grandi laghi alpini o nei fondovalle, ma la distribuzione risulta più frammentata anche in considerazione del fatto che il comparto alpino rappresenta il limite settentrionale dell’areale distributivo europeo.
Lo Status
Il Passero solitario in Italia ha uno stato di conservazione inadeguato, in quanto ha mostrato una contrazione di areale e un decremento demografico. Nonostante sia stata considerata stabile fino a qualche tempo fa, la popolazione italiana è diminuita negli ultimi decenni; una situazione accompagnata dalla contrazione dell’areale di presenza e da recenti scomparse, soprattutto nelle regioni settentrionali. Attualmente, il contingente italiano è stimato tra 10.000 e 20.000 coppie, pari a circa l’8% di quella complessiva europea e a quasi un terzo di quella comunitaria.
Per quanto concerne i parametri riproduttivi, i dati sono molto scarsi; il numero medio di giovani per nido è risultato pari a 2 in Sicilia e a 3 in Lombardia.
Le Minacce
Alcune popolazioni, soprattutto quelle che risiedono nelle regioni settentrionali, potrebbero risentire negativamente di operazioni di sistemazione di cave dismesse non compatibili con le esigenze della specie, in quanto comportanti la riduzione delle aree idonee alla nidificazione. Alcune delle aree rupestri preferite sono inoltre utilizzate per praticare l’arrampicata sportiva: il disturbo causato da quest’attività si somma al disturbo del turismo in genere e delle relative strutture, con effetti negativi in periodo riproduttivo. Non trascurabile a livello locale è la distruzione o la profonda alterazione dei posatoi artificiali sui quali la specie è solita sostare e nidificare, come vecchi edifici, chiese e ruderi coinvolti in programmi di ristrutturazione.
La Tutela
I fattori determinanti l’ecologia della specie non sono ad oggi completamente noti e sono quindi auspicabili studi più approfonditi, specialmente nelle aree dell’Italia centro-settentrionale interessate da fenomeni di declino o estinzioni locali.
Molto importante è tutelare l’habitat della specie, con particolare riferimento ai luoghi idonei alla nidificazione. Misure di tutela andrebbero previste con riferimento ai principali siti di presenza, mettendo in atto anche interventi di ripristino su strutture quali cave abbandonate o edifici storici. Un’ulteriore precauzione fa riferimento alla necessità di limitare il disturbo legato all’arrampicata sportiva.
Sulla base dei valori di densità disponibili, si possono proporre un valore favorevole di riferimento (FRV) pari a 3 coppie per 10 ha a scala locale e un FRV pari a 15 coppie per kmq a scala di comprensorio. Per ambienti particolarmente idonei quali coste rocciose a picco con esteso sviluppo lineare, come coste rocciose marine, si possono ipotizzare come ideali per la specie valori pari a 2,5 maschi per km di falesia.