Pantana
Tringa nebularia
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Apertura alare
Lunghezza
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Descrizione
La Pantana è un di dimensioni medio-grandi (lunghezza 30-33 cm, apertura alare 68-70 cm), facilmente riconoscibile quando è posata per il becco lungo e rivolto leggermente all’insù, mentre quando è in volo spicca un’ampia zona bianca che partendo dalla coda si incunea profondamente nel dorso e contrasta decisamente con le ali grigio scuro omogeneo. Il verso che emette quando si invola è estremamente caratteristico e consiste in una serie di forti e squillanti “tiù” ripetuti rapidamente, di solito tre volte di seguito.
Nidifica nei vasti ambienti naturali compresi nella taiga e nella tundra o nelle brughiere umide montane a latitudini medio-alte, e la presenza di zone umide d’acqua dolce, anche di piccole dimensioni, nei pressi del sito di nidificazione. Nidifica in coppie singole, mentre al di fuori del periodo riproduttivo diviene moderatamente gregaria, con formazione di gruppi solitamente poco numerosi. Durante la migrazione frequenta sia le zone umide costiere sia quelle interne (osservata anche in ambiente alpino, a circa 2.000 m), sia di acqua dolce che salmastra. In Italia sverna soprattutto nelle saline, dove frequenta le vasche di prima evaporazione, ma anche lagune e stagni costieri, mentre sembra disertare le zone umide d’acqua dolce che utilizza invece durante la migrazione.
Come altre specie della sua famiglia ha una dieta prevalentemente animale a base di Anellidi, piccoli Crostacei, Molluschi e Anfibi che cattura in acque basse, sondando il fondo con il lungo becco.
Specie caratterizzata da un ampio areale distributivo, la Pantana si riproduce a nord del 50° parallelo, dai siti più occidentali in Scozia, ad est attraverso le coste della Scandinavia e quindi in Russia fino alle longitudini estreme orientali dell’Eurasia prospicienti il Pacifico. In Europa nidifica in Gran Bretagna, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia, Estonia, Bielorussia, Ucraina e, in modo estremamente localizzato, in Irlanda e Lettonia. Migratore a lungo raggio, nell’inverno boreale si distribuisce in vaste aree costiere, ma anche interne, dell’emisfero Sud, dall’Africa all’Australia. Il Mediterraneo ospita una popolazione svernante che si concentra primariamente sulle coste del Nord Africa.
In Italia è specie migratrice regolare e svernante parziale, occasionalmente estivante. In migrazione viene rilevata nelle zone umide costiere della Penisola, della Pianura Padana interna (nelle risaie del Vercellese sono stati censiti fino a 1.822 individui nel 2009) e delle isole maggiori. La popolazione svernante frequenta soprattutto le zone umide dell’Alto Adriatico.
Lo Status
La Pantana ha in Europa uno stato di conservazione favorevole.
L’area geografica di inanellamento dei soggetti rilevati in Italia abbraccia le coste dell’Europa nord-occidentale, una vasta zona continentale dell’Europa centro-orientale e l’area baltica, con una netta prevalenza della Finlandia, Paese che ospita una percentuale importante delle popolazioni nidificanti europee.
La popolazione svernante italiana fluttua di anno in anno ed è stimata in 700-1.000 individui nelle annate più favorevoli.
Le Minacce
A causa delle sue abitudini elusive durante la nidificazione, la densità riproduttiva generalmente bassa e la grande varietà di ambienti frequentati durante la migrazione e lo svernamento, le popolazioni di Pantana sono difficili da stimare. Come altre specie di limicoli può inoltre essere soggetta a notevoli fluttuazioni demografiche interannuali.
La specie appare minacciata soprattutto dalla trasformazione degli ambienti di sosta e alimentazione, dalla variazione del livello delle acque nei siti di svernamento e dal disturbo e dal bracconaggio nelle aree di sosta e svernamento.
La Tutela
La qualità delle informazioni sulle popolazioni svernanti è da ritenersi non sufficiente, in quanto il censimento standardizzato degli uccelli acquatici svernanti (IWC) sul territorio nazionale, coordinato dall’ISPRA, fornisce solo parzialmente una stima del numero degli uccelli svernanti nel nostro paese, causa la difficile contattabilità della specie durante il periodo invernale.
È necessario conservare i siti di sosta e svernamento, in particolare quelli costieri, preservandoli anche dall’eccessivo disturbo antropico.