Mignattino comune
Chlidonias niger
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Piccola sterna, paragonabile per dimensioni al Fraticello, caratterizzata da coda vistosamente forcuta, piumaggio grigio-ardesia, più nero sul capo e più grigio su dorso, ali e coda, e becco scurissimo. Presenta una lunghezza di 22-24 cm, un’apertura alare di 64-68 cm e un peso di 55-88 grammi.
Il Mignattino comune predilige acque dolci o salmastre profonde 1-2 metri, talvolta anche stagionali, non circondate da terreni ripidi/verticali o forestati e ricche di vegetazione bassa marginale e flottante o emergente. I siti di nidificazione includono piccoli stagni, laghi, canali con ricca vegetazione acquatica, anse di fiumi, paludi, prati allagati, risaie. Al di fuori della stagione riproduttiva si sposta su grandi laghi, paludi salmastre, estuari, baie, coste marine. In Italia appare strettamente legato all’ambiente risicolo e la maggior parte delle nidificazioni negli ultimi decenni sono relative all’area delle risaie delle province di Vercelli e Novara.
Si nutre in particolare di insetti acquatici e loro larve, ragni e piccoli anfibi.
La sottospecie nominale C.n.niger abita Europa e Asia, mentre la sottospecie C. n. surinamensis il Nord America. In Europa la specie è spiccatamente migratrice e sverna soprattutto lungo le coste occidentali dell’Africa.
Nel nostro Paese il Mignattino comune è specie nidificante, migratrice e svernante occasionale. La popolazione nidificante ha subito nel corso degli ultimi decenni sensibili contrazioni dell’areale e degli effettivi, conseguenti alla perdita di habitat riproduttivo dovuto all’introduzione di nuove tecniche di coltivazione del riso nelle zone occidentali della Pianura Padana. Attualmente (2016-2022) la popolazione nazionale è concentrata in alcune località risicole del Vercellese e del Novarese; nei decenni passati poche coppie hanno saltuariamente nidificato nel Lago Inferiore di Mantova, nella Laguna di Grado e nelle zone umide interne dell’Emilia-Romagna, dove risultavano associate al Mignattino piombato. L'Italia è un’importantissima area di transito per i mignattini comuni durante le migrazioni, con numeri molto alti rilevati soprattutto nel corso del passo primaverile. I migratori risalgono attraverso le regioni tirreniche e la Pianura Padana, mentre in autunno i movimenti paiono più consistenti nelle regioni meridionali e nel Canale di Sicilia. Le presenze invernali sono invece del tutto irregolari e si riferiscono a singoli individui rilevati in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sicilia.
Lo Status
Il Mignattino comune ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, a causa di un areale estremamente ristretto, una popolazione ridotta e localizzata, oltre al degrado e alla riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana conta 60-80 coppie e il trend appare estremamente fluttuante negli ultimi decenni. Le risaie del Vercellese e del Novarese rappresentano attualmente l’unico areale di presenza, un tempo diffusa anche in altre aree della Pianura Padana centro-occidentale.
Non sono disponibili dati relativi al successo riproduttivo.
Le Minacce
Pratiche agricole non compatibili con le esigenze ecologiche della specie, quali la coltivazione del riso in asciutta, possono mettere a repentaglio il futuro di questa specie. È questo il motivo per cui il Mignattino comune ha abbandonato gran parte dei siti storici nei quali nidificava nel secolo scorso. Come nel caso di altre specie simili, il Mignattino comune soffre dunque per la propria dipendenza da un habitat facilmente modificabile dall’attività umana, la risaia.
Potenzialmente importanti per la conservazione del Mignattino comune sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento (che avviene in larghissima parte al di fuori del paese) e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi. Tuttavia, mancano al momento dati relativi a questa specie per quanto concerne l’effetto delle condizioni sopraccitate sui contingenti nidificanti.
La Tutela
Una gestione delle risaie compatibile con la presenza e la riproduzione è il fattore più importante per la conservazione della specie nel nostro Paese, da conseguirsi tramite un accorto utilizzo delle misure dei Piani di sviluppo rurale, già utilizzate con successo in alcune regioni.
Specie poco studiata; è auspicabile incrementarne il monitoraggio e, parallelamente, studiare nel dettaglio ecologia, biologia riproduttiva e dinamica di popolazione, soprattutto in riferimento alle tecniche colturali adottate nelle risaie.
I parametri a disposizione sono purtroppo insufficienti per formulare un valore di riferimento favorevole (FRV).