Mignattino alibianche
Chlidonias leucopterus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Lungo tra i 20 e i 23 centimetri, per un’apertura alare che può raggiungere i 67 centimetri, il Mignattino alibianche è una sterna di dimensioni medio-piccole. Maschi e femmine sono indistinguibili nell’aspetto e sono di solito riconoscibili dagli altri mignattini per la caratteristica colorazione bianco-nera; in particolare presentano dorso grigio scuro, mentre le ali hanno tonalità grigio chiare, quasi bianche sulla parte interna anteriore, e grigio scure alle estremità. Le parti inferiori delle ali sono grigie con un’ampia zona nera. Tutto il capo, il petto e buona parte dell'addome sono anch’essi neri, mentre il sottocoda, il sopracoda e la parte posteriore dell’addome sono bianchi; il becco è nero e le zampe rosse. Simile nell’aspetto al Mignattino comune, presenta ali più chiare e zampe e becco di colore decisamente più acceso. Gli individui più giovani assomigliano agli adulti in abito invernale, tranne che per il dorso, che si presenta grigio scuro con screziature brune, e il capo, ove si notano aree nerastre abbastanza estese.
In Italia nidifica nelle risaie. Costruisce un nido galleggiante in acque molto basse. Nidifica in colonie. Durante la migrazione frequenta di preferenza acque costiere (lagune, saline, foci fluviali) e più scarsamente paludi, laghi, bacini artificiali e fiumi a corso lento nell’entroterra.
Si nutre soprattutto di invertebrati acquatici.
Il Mignattino alibianche è diffuso tra Europa centro-orientale e Asia centrale, con presenze irregolari ai margini dell’areale, soprattutto in Europa centro-occidentale. Le varie popolazioni europee migrano su un vasto fronte per raggiungere i quartieri di svernamento posti nelle acque interne dell’Africa centrale e meridionale. In autunno, durante l'attraversamento del Sahara vengono seguite rotte dirette verso sud-ovest, mentre la migrazione di ritorno è caratterizzata dalla preventiva formazione di grandi concentrazioni di individui nei laghi della Rift Valley.
In Italia è specie migratrice, svernante occasionale e estremamente localizzato come nidificante. La specie ha colonizzato il nostro Paese solo di recente, con le prime nidificazioni accertate nel 1979 nelle risaie piemontesi (provincia di Vercelli). Negli anni successivi la popolazione si è mantenuta scarsa e fluttuante. Probabilmente scomparso agli inizi degli anni 2000, la sua nidificazione è stata nuovamente accertata negli stessi luoghi in anni più recenti (2016-2022).
Lo Status
Il Mignattino alibianche ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, a causa di una popolazione numericamente molto limitata, fluttuante e estremamente localizzata, mentre a livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole.
La popolazione italiana conta 0-30 coppie (solo 4 coppie negli ultimi anni) e il trend appare fluttuante.
Non sono disponibili dati relativi ai parametri riproduttivi.
Le presenze invernali in Italia sono del tutto occasionali, con due individui osservati in Emilia-Romagna nel dicembre 1982.
Le Minacce
Distruzione e trasformazione dell’habitat riproduttivo e trofico e modificazione delle tecniche di coltivazione del riso, così come variazioni improvvise del livello delle acque per piogge violente, sono le principali minacce per questa specie. Le modifiche intervenute nella gestione delle risaie (allagamenti stagionali, prosciugamenti), hanno sicuramente impattato su questa ed altre specie legate a tali ambienti.
A causa dell’estrema vulnerabilità degli ambienti di nidificazione, sono state di frequente osservate covate abbandonate. Non sono tuttavia disponibili dati sufficienti per valutare la realtà italiana. Le fasi di prosciugamento delle vasche di coltivazione del riso creano inoltre condizioni favorevoli per la predazione di uova e pulcini da parte di ratti, cani e gatti randagi.
La Tutela
In linea generale, è opportuno favorire il permanere di condizioni idonee alla riproduzione negli ambienti frequentati dalla specie e, in particolare, nei siti ospitanti le colonie principali. Il riferimento è naturalmente alle risaie, gli unici ambienti di presenza accertata della specie in Italia, dove è necessario salvaguardare i tradizionali metodi di coltivazione del riso ed evitare operazioni di sfalcio, allagamento e prosciugamento durante la delicata fase riproduttiva.
Potenzialmente importanti per la popolazione in migrazione sono anche le condizioni riscontrate nei siti di sosta, principalmente acque costiere (lagune, saline, foci) e più raramente paludi, laghi, bacini artificiali e fiumi.
Specie relativamente ben monitorata in quanto a consistenza, distribuzione e trend demografico. Migliorabili invece le conoscenze su biologia riproduttiva e praticamente sconosciuti i valori relativi ai principali parametri demografici.
I parametri a disposizione sono purtroppo insufficienti per formulare un valore di riferimento favorevole (FRV).