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Martin pescatore © Franco Sala

Martin pescatore

Alcedo atthis

Ordine
Coraciiformes
Famiglia
Alcedinidae
Nome scientifico
Alcedo atthis
Habitat
Zone umide
Strategia migratoria
Sedentaria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
24-26 cm
Lunghezza
17-19,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

Due i caratteri distintivi che rendono questo uccello inconfondibile. Anzitutto il piumaggio, brillante, sfumato di turchese e verde smeraldo sul dorso, mentre il petto appare arancione. Quindi le sue abitudini alimentari: non è raro osservarlo immobile per ore, appollaiato in prossimità dell’acqua, nella quale è solito tuffarsi non appena individuata una potenziale preda, costituita da specie ittiche di piccole-medie dimensioni.

In Italia, la specie risulta di abitudini stazionarie, ma è cospicuo anche il contingente migratore e svernante.

ll Martin pescatore vive e nidifica in Africa nord-occidentale, Spagna meridionale e orientale e Corsica. In Italia è presente la sottospecie atthis, che abita anche l’Italia centro-meridionale, mentre nella parte continentale della Penisola – oltre all’intera area a nord e a ovest di quella occupata dalla sottospecie nominale – vive la sottospecie atthis ispida. Altre 5-6 sottospecie, poi, completano il quadro della regione paleartica occidentale.

Lo Status

Il Martin pescatore cedrone ha stato di conservazione inadeguato, a causa del degrado e riduzione del suo habitat ottimale. 

Minacciato in tutta Europa, il Martin pescatore ha uno stato di conservazione sfavorevole sia su scala comunitaria sia a livello continentale. Attualmente la popolazione “comunitaria” della specie è stimata in 39-91mila coppie, stabili tra il 1990 e il 2000 ma in largo decremento rispetto al 1970. L’Italia, ospita 6-16mila coppie stabili tra il 1990 e il 2000, che rappresentano una frazione compresa tra il 15 e il 18% di quella “comunitaria” complessiva. Al contingente nidificante si aggiungono poi gli individui svernanti e migratori, provenienti in massima parte dall’Europa centrale e occidentale.

In Piemonte e Valle d’Aosta è presente il contingente nidificante più importante di Martin pescatore. In questa area si stimano tra le 500 e le 2.000 coppie. Importante anche la popolazione lombarda, stimabile in 1.500-2000 coppie con andamento sconosciuto. Più ridotta altrove, la popolazione conta comunque dalle 300 alle 1000 coppie in Toscana, tra le 540 e le 870 in Veneto, fino alle poche decine di coppie censite tra Lazio, Sicilia e Sardegna.

Le Minacce

I dati dimostrano la forte intolleranza del Martin pescatore alla canalizzazione e alla regimazione dei corsi d’acqua. Appare questa la minaccia principale che ha pesato sul declino storico della specie e che pare ostacolarne attualmente ogni possibile ripresa. La cementificazione – o comunque la regimazione – dei corsi d’acqua causa da un lato il venir meno di posatoi idonei, così come la scomparsa di sponde sabbiose o terrose adatte allo scavo del nido.

A questa minaccia si accompagna una elevata sensibilità ai fenomeni di inquinamento delle acque, che hanno come prima conseguenza la diminuzione drastica del numero di prede. Meno impattante per l’Italia risulta invece la presenza di predatori, come per esempio Volpe e Visone, principale problema per il Martin pescatore nelle popolazioni del nord Europa (Svezia in particolare).

La specie si dimostra poi particolarmente vulnerabile ad inverni occasionalmente rigidi. Un fattore comunque parzialmente compensato da una buona mobilità che spinge questa specie, in caso di situazioni climatiche estreme, a spostarsi e ricolonizzare velocemente siti in precedenza abbandonati.

La Tutela

Tra gli interventi prioritari per la specie va annoverata la necessità di tutelare corsi d’acqua e zone umide, con particolare riferimento alla salvaguardia di scarpate sabbiose e terrose. È qui infatti che la specie costruisce il nido, e sono proprio queste formazioni ad essere spesso distrutte durante i lavori di “sistemazione” dei nostri fiumi.

Nonostante i numerosi dati su presenza e densità, la specie non risulta ancora sufficientemente studiata dal punto di vista delle specifiche esigenze ecologiche, nonché della biologia riproduttiva e sui fattori in grado di condizionarne abbondanza e distribuzione. Al fine della determinazione di un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) possono essere utili i valori di densità medi riscontrati in Italia, pari a 0,5-1 coppia per km lungo i corsi d’acqua nelle pianure piemontesi; fino a 7,3 coppie ogni 10 km nella valle del Fiume Toce. Quindi, una coppia ogni circa 3 km in Lombardia, lungo il corso del Po. Densità notevolmente inferiori si ritrovano lungo il Taro, in Emilia-Romagna, e in Lunigiana, con appena 0,75 coppie ogni 10 ettari.

Considerando questi parametri, è possibile proporre una densità di una coppia per km di corso d’acqua nel caso di fiumi, torrenti e altri corpi idrici a sviluppo lineare. Questo valore, da intendersi come FRV per questa specie, può essere fissato a una coppia ogni 10 ettari nel caso di vaste zone umide. 

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Martin pescatore © Franco Sala