Marangone dal ciuffo
Gulosus aristotelis
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Marangone dal ciuffo si distingue dal Cormorano per essere leggermente più piccolo e più snello, con collo e becco più sottili e testa più arrotondata. Inoltre, presenta sul capo un caratteristico ciuffo di penne ricurve in avanti, più evidente nei maschi in periodo riproduttivo. Ha piumaggio nero lucente, con riflessi verdi sul corpo e purpurei sulla superficie superiore delle ali. I giovani sono di colore bruno carico superiormente, mentre inferiormente hanno un piumaggio variabile, dal bruno chiaro a quasi completamente bianco. Rispetto al Cormorano, ha altresì abitudini di vita strettamente marine e risulta meno gregario durante la fase trofica. Presenta una lunghezza di 65-80 cm, un’apertura alare che può superare il metro e un peso compreso tra 1,3 e 1,7 kg.
Specie marina, difficilmente osservabile lontano dalle coste. Frequenta soprattutto coste rocciose o arcipelaghi marini circondati da acque relativamente profonde. Per pescare favorisce zone più riparate, come baie o canali. Il nido è voluminoso e viene costruito in cenge riparate e ombreggiate, spesso in fessure o anfratti, il più possibile al sicuro dai predatori terrestri, piuttosto che su pareti rocciose esposte. Risulta erratico al di fuori del periodo riproduttivo, quando gli individui si riuniscono in stormi talvolta numerosi e si spostano da una porzione di mare all’altra in cerca di zone adeguatamente ricche di pesce, che domina nella sua dieta.
Le popolazioni mediterranee del Marangone dal ciuffo appartengono alla sottospecie desmarestii e frequentano sia le aree costiere continentali che le isole.
Nel nostro Paese il Marangone dal ciuffo è nidificante, sedentario, dispersivo (soprattutto giovani ed immaturi) e svernante localizzato. La popolazione italiana è distribuita prevalentemente lungo le coste della Sardegna e nuclei più piccoli nidificano anche nell’Arcipelago Toscano e nelle Isole Pontine, mentre è recentemente scomparso come nidificante nelle Isole Pelagie. Nidifica dal livello del mare fino a 100-200 m di altitudine.
Lo Status
Il Marangone dal ciuffo ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una popolazione ancora ridotta e per il degrado del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole.
La popolazione italiana conta circa 1.500-2.100 coppie e il trend appare stabile negli ultimi decenni. La popolazione italiana è compresa tra il 3% ed il 5% della popolazione dell’Unione Europea e rappresenta circa il 2-3% della popolazione europea complessiva.
L’Alto Adriatico, in particolare il Golfo di Trieste, è un’area di grande importanza come sito di foraggiamento al di fuori del periodo riproduttivo, soprattutto a fine estate e in autunno, quando 2.000-4.000 individui si riuniscono in tale area, valori che costituiscono circa il 50% della popolazione nidificante sulla costa orientale dell’Adriatico. In inverno è presente con alcune centinaia di individui (massimo di 819 individui nel 2006, durante il periodo 2001-2010).
Per quanto concerne il successo riproduttivo, in Italia sono stati rilevati valori medi di 2,4 pulcini (di 7-20 giorni di età) per coppia in Sardegna e una produttività di 1,5-1,7 giovani per coppia nelle Isole Pelagie (ora estinta). Il successo riproduttivo è estremamente variabile da un anno all'altro e da una colonia all'altra e dipende probabilmente dalla quantità e qualità delle risorse alimentari disponibili.
Le Minacce
L’inquinamento da idrocarburi e da contaminanti ambientali, tra i quali i metalli pesanti, costituisce una grave minaccia, oltre all’ormai onnipresente plastica. In Toscana, il più importante fattore limitante è il disturbo motonautico lungo la costa, che si somma alla mortalità diretta causata da reti a tramaglio, nasse ed ami dei palamiti per la pesca professionale e dilettantistica.
Il successo riproduttivo varia molto in funzione della quantità e della qualità delle risorse alimentari disponibili. Oltre alla scarsità di cibo, anche la qualità dei siti di nidificazione può influenzare il successo riproduttivo; siti non ottimali, come anfratti più piccoli e in posizione più esposte, facilitano infatti di solito la caduta di uova o pulcini.
Anche la predazione può rappresentare un fattore in grado di influenzare, ed eventualmente compromettere, l’esito della riproduzione.
La Tutela
Oltre ad un miglioramento delle politiche settoriali per il mare (pesca e inquinamento in primis), sono indispensabili azioni di conservazione volte alla protezione dei siti riproduttivi da ogni forma di disturbo antropico. Risulta inoltre prioritario regolamentare l’ancoraggio delle imbarcazioni da diporto in zone prossime alle colonie e nelle aree di foraggiamento note. Infine, occorre sensibilizzare i turisti, ancora ignari del potenziale impatto delle loro attività sulla specie.
Si propone un valore di riferimento favorevole (FRV) di 2.120 coppie per la popolazione sarda e di 75-80 coppie per la popolazione tirrenica (Toscana e Lazio).