Luì piccolo
Phylloscopus collybita
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
ll Luì piccolo è il più diffuso e comune rappresentante di un genere numeroso e piuttosto uniforme per caratteri morfologici ed eco-etologici. Molto simile nel piumaggio, tipicamente verde-oliva superiormente e parti inferiori biancastre con tinte di giallo, al Luì grosso, da cui è possibile distinguerlo per la stria sul capo, meno marcata, e per il diverso colore delle zampe, ma soprattutto dalla diversa struttura (più “paffuta” e meno allungata). Particolarmente diagnostico risulta infine il repertorio vocale: il canto, emesso anche durante le migrazioni, è infatti molto caratteristico e corrisponde a una monotona sequenza di note ritmicamente alternate, una alta e una bassa. Presenta una lunghezza media di 10-11 cm, un’apertura alare compresa tra 15 e 21 cm e un peso tra 5,7 e 9,5 grammi.
Il Luì piccolo è una specie ecotonale e nidifica in varie tipologie di ambienti boschivi e cespugliosi aperti, con margini, radure, fino al limite superiore della vegetazione arboreo-arbustiva (ontanete, mughete). Predilige boschi decidui con faggio, quercia, ontano, ma frequenta anche le coniferete, mostrando preferenze ambientali differenti nelle diverse porzioni dell’areale. Occupa inoltre, parchi, ampi giardini con arbusti, brughiere alberate, impianti arborei, talvolta siepi con grandi alberi o arbusteti. Nidifica in coppie sparse e il nido è globoso, costruito sul terreno, tra il fogliame o tra i cespugli, di solito e meno di 20-30 cm dal suolo, spesso ai bordi di strade e sentieri. Durante l’inverno frequenta anche giardini, frutteti e zone umide.
Si ciba soprattutto di Insetti, che cattura direttamente dalle foglie o dai rami di alberi e arbusti, o anche in volo, sia con brevi inseguimenti che con azioni sur place. In autunno e in inverno si nutre anche di bacche e frutta e in primavera di nettare e polline.
In Europa la specie è ampiamente distribuita lungo l’intera fascia delle foreste boreali e temperate del Paleartico, dalle Canarie al 55° di latitudine Est; manca solo dall’Islanda. È specie migratrice a corto e medio raggio. La maggior parte degli individui delle popolazioni occidentali svernano nella porzione più meridionale dello stesso areale riproduttivo (regioni mediterranee) e nell’Africa sub-sahariana. Le popolazioni settentrionali ed orientali sono invece completamente migratrici e svernano in aree comprese tra l’Africa orientale e l’India settentrionale.
In Italia è nidificante, migratore regolare e svernante. Ampiamente diffuso nella Penisola e in Sicilia, risulta assente da alcune aree della Pianura Padana, della Puglia e da tutta la Sardegna. Più diffuso tra 300-400 m e 1.400-1.500 m, meno frequente fino a 1.800-2.000 m., e fino a 2.300-2.400 m sulle Alpi centrali.
Lo Status
Il Luì piccolo presenta in Italia uno stato di conservazione favorevole, così come a livello continentale.
La popolazione italiana è stimata in 500.000-1.000.000 di coppie, con tendenza alla stabilità generale negli ultimi decenni, pur avendo mostrato segni locali di declino, soprattutto negli anni ’90 del secolo scorso.
Per quanto concerne i parametri riproduttivi, l’unico dato disponibile è di 3 pulcini a fine sviluppo per nido sulle Alpi.
Le Minacce
A parte alterazioni ambientali a livello locale, dovute alla distruzione o cattiva gestione di specifici siti, non sono noti particolari fattori di pressione e minacce su questa specie, caratterizzata da popolazioni abbondanti e notevole capacità di adattamento. Particolarmente soggette al rischio di modifiche ambientali potenzialmente impattanti sono le coppie localizzate in aree golenali o in boschetti e arbusteti lungo corpi idrici; in questi contesti è più probabile la rimozione o il contenimento della vegetazione utilizzata dalla specie, con conseguente eliminazione di siti riproduttivi o forte disturbo durante la nidificazione.
La Tutela
Si suggerisce di favorire la conservazione della specie nelle aree interessate da decrementi attraverso tutela degli habitat idonei (come boschi e boscaglie ripariali, arbusteti, brughiere alberate) e indagare le eventuali cause di declino in tali contesti.
Specie poco studiata in Italia, sia per quanto riguarda l’ecologia, che biologia riproduttiva e dinamica di popolazione.
Sulla base delle densità riportate per l’Italia, si può proporre un valore di riferimento favorevole (FRV) pari a 5 coppie per 10 ha a scala locale e a 15 coppie per kmq a scala di comprensorio.