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Lodolaio © Luigi Sebastiani

Lodolaio

Falco subbuteo

Ordine
Falconiformes
Famiglia
Falconidae
Nome scientifico
Falco subbuteo
Habitat
Ambienti misti mediterranei
- altri habitat
Foreste
Zone umide
Coltivi
Arbusteti
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
65-85cm
Lunghezza
30-36cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Sergio Mazzotti - xeno-canto.org - Creative Commons

Descrizione

Rapace di dimensioni medio-piccole, paragonabili a quelle del Gheppio, ma dalla struttura differente, che si nota soprattutto in volo, quando sembra un grande Rondone per le ali lunghe e appuntite e la coda relativamente più corta. In aria mostra grande velocità ed agilità. L’adulto presenta le parti superiori grigio scuro e un caratteristico disegno del capo, con ampia mascherina e mustacchio neri. Altrettanto caratteristica è la colorazione rossiccia del ventre, del sottocoda e dei “calzoni”, assente nel giovane. L’apertura alare è di 65-85 cm, per una lunghezza di 30-36 cm e un peso compreso tra 142 e 300 grammi.

Nidifica in un’ampia fascia latitudinale, generalmente in aree a bassa quota, evitando però zone strettamente costiere e isole e ambienti privi di alberi, così come foreste fitte ed estese, strette vallate alpine, aree molto piovose o nebbiose. Preferisce habitat caldi, con abbondanti popolazioni di grossi insetti volatori, con ampie aree di vegetazione bassa alternate a zone con alberi o margini forestali. Localmente anche in aree urbane. In Italia si trova spesso presso valli fluviali con boschi di latifoglie (o pioppeti maturi), presso zone umide con boschi o boschetti, o in altri ambienti ecotonali (pascoli con boschi, macchia con boschi adiacenti, ecc.), dove nidifica all’interno di vecchi nidi di Corvidi. Nei pioppeti coltivati lungo il Po e i suoi affluenti, la specie utilizza nidi di Cornacchia grigia, scegliendo in modo significativo i nidi posti nei pioppeti con alberi di maggiori dimensioni; i nidi selezionati dal rapace si trovano infatti su alberi più maturi, ma anche più lontani da strade trafficate, e appaiono ubicati in piantumazioni con alberi di altezza media di 20 m, dove il nido si trova ad un’altezza compresa tra 8 e 21 m.

Preda Uccelli e grossi Insetti (come libellule e maggiolini), cacciandoli in volo; tra gli Uccelli mostra una particolare capacità di cattura di rondini, balestrucci e rondoni comuni.

In Europa è presente, seppure a basse densità, dalle regioni mediterranee a quelle atlantiche del Portogallo e dell’Inghilterra meridionale, fino alle estremità più orientali. Migratore a lungo raggio, in inverno si distribuisce in aree di svernamento incentrate nelle latitudini più meridionali del continente africano.

In Italia è specie migratrice e nidificante, più frequente, ma non uniformemente distribuita, in Italia centro-settentrionale (soprattutto in Pianura Padana, ove è localizzata la popolazione più numerosa), più scarsa e irregolare nelle regioni meridionali, localizzata in Sicilia e Sardegna. È più diffuso dal livello del mare ai 700 m, con massime altitudini di circa 1.000 m sugli Appennini e di circa 1.250 m sulle Alpi.

Lo Status

Il Lodolaio ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, mentre a livello continentale lo stato di conservazione è favorevole. La popolazione italiana conta 500-1.000 coppie e il trend appare in espansione, soprattutto in Pianura Padana. La popolazione italiana è pari a circa il 2-2.5% di quella dell’Unione Europea.

Specie relativamente studiata in diverse regioni italiane, sia a livello ecologico che di biologia riproduttiva e di comportamento. Per quanto concerne i parametri riproduttivi, sono stati rilevate produttività di 0,87-1,76 giovani involati per coppia e un tasso d’involo pari a 2,3-2,6 giovani involati per coppia di successo.

Le Minacce

La specie predilige i pioppeti con alberi di grandi dimensioni e tendenzialmente lontani da strade trafficate. Un tipico fattore in grado di incidere sulla sopravvivenza della specie e sul suo successo riproduttivo è quindi, nel nostro Paese, una corretta gestione dei pioppeti, al fine di sostenere la tendenza all’espansione già riscontrata in Pianura Padana.

Pur abitando aree relativamente antropizzate e non lontane dalla presenza umana, il Lodolaio soffre l’eccessivo disturbo causato in modo particolare dagli agricoltori e da una non corretta gestione dei boschi nei pressi delle aree vallive dove vive e nidifica. Potenzialmente il Lodolaio può essere vittima delle campagne di riduzione dei Corvidi con abbattimenti nei nidi.

La Tutela

Una gestione dei pioppeti coltivati compatibile con la conservazione della specie permetterebbe di mantenere e/o incrementare ulteriormente l’importante popolazione della Pianura Padana: mantenere piantumazioni con alberi maturi regolarmente distribuite nel paesaggio, aumentare l’estensione di boschi maturi, aree prative e zone umide, insieme ad una sensibilizzazione degli agricoltori per minimizzare il disturbo antropico, consentirebbe di migliorare le condizioni per la specie nell’area di presenza più importante a livello nazionale.

Mantenere un idoneo mosaico ambientale nelle aree di presenza in Italia centrale e meridionale rappresenta al momento la principale indicazione per la conservazione della specie nella bioregione mediterranea.
Per la popolazione padano-alpina-alto adriatica viene proposto un valore di riferimento favorevole (FRV) di 1.000 coppie mentre per le regioni tirreniche e centro-meridionali viene proposto un FRV di circa 700 coppie.

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Lodolaio © Luigi Sebastiani