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Lanario © Angelo Nardo

Lanario

Falco biarmicus

Ordine
Falconiformes
Famiglia
Falconidae
Nome scientifico
Falco biarmicus
Habitat
Steppe
- altri habitat
Mosaici mediterranei
Rupi
Strategia migratoria
Sedentaria
Apertura alare
95-105 cm
Lunghezza
43-50 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
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Descrizione

Il Lanario è un falco di medie dimensioni, con ali relativamente lunghe e struttura non particolarmente massiccia. Caratteristica la colorazione del capo, marrone ruggine o marrone beige su vertice e nuca, con mustacchio scuro più ridotto rispetto al Falco pellegrino. In Italia e nel resto d’Europa è presente la sottospecie feldeggii, ben differenziata dalle altre (a distribuzione prevalentemente africana). Presente in Europa fino alla Turchia e al Caucaso. Il Lanario predilige ambienti aperti e “steppici”, anche se a differenza di altre specie può frequentare una grande varietà di habitat, che vanno dai deserti in senso stretto alle praterie appenniniche. L’ampia gamma di specie predate e l’abitudine di cacciare spesso in coppia, gli permette di occupare ecosistemi anche relativamente poveri, caratterizzati da una bassa densità di prede, ambienti che difficilmente potrebbero essere tollerati da altri rapaci di dimensioni simili.

Nidifica su pareti rocciose che dominano aree a pascolo, incolti e monocolture cerealicole, intercalate a zone alberate, poco estese. Nella porzione centrale e settentrionale dell’areale italiano, i territori sono caratterizzati da copertura boschiva, intervallata da calanchi e pascoli cespugliati. 

Simile – anche nel baffo – al “cugino” Falco pellegrino, il Lanario se ne distingue per la differente struttura delle ali, e per capo e ventre decisamente più chiari. Capace di raggiungere in picchiata anche 300 km orari.

In Italia è presente a partire dall’Appennino bolognese fino all’estrema propaggine meridionale della Sicilia. Un’areale abbastanza vasto al quale non corrisponde però una popolazione altrettanto significativa.

Lo Status

Il Lanario ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e del degrado e riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana, cruciale per la conservazione della specie in Europa, essendo potenzialmente pari a quasi la metà della popolazione complessiva della sottospecie feldeggii, attualmente conta meno di 70 coppie (anche meno secondo alcune recenti stime), con il trend che appare in forte
declino negli ultimi decenni.

Gli esperti hanno dimostrato che nelle regioni d’Italia in cui i siti riproduttivi sono troppo esposti al disturbo da parte dell’uomo le popolazioni di Lanario tendono a mostrare fenomeni di decremento anche repentino. Questo anche a causa dell’estrema frammentazione delle popolazioni, con singole colonie estremamente ridotte e dunque vulnerabili anche rispetto a singoli episodi di disturbo.

La specie trova comunque la propria principale area di nidificazione in Italia, che ospita almeno il 70-80% della popolazione dell’Unione Europea della sottospecie feldeggii evidenziando quanto sia rilevante il ruolo del nostro Paese nella conservazione della specie.

Tutelata sia da un Piano d’Azione Internazionale che da uno nazionale, inclusa nell’Allegato I della Direttiva Uccelli, particolarmente protetta dalla legislazione venatoria, la popolazione nazionale di Lanario risulta in forte declino negli ultimi 30 anni. Inoltre, la distribuzione della specie appare estremamente disomogenea e frammentata.

Le Minacce

Una delle minacce principali per questa specie è il furto di uova e pulcini, un fattore purtroppo ancora frequente, come pure il disturbo ai siti riproduttivi. Avendo l’abitudine di nidificare su pareti rocciose, il Lanario viene particolarmente disturbato dalla presenza di rocciatori. Altre minacce riguardano: la perdita di habitat, il degrado ambientale generico e la perdita di siti idonei riproduttivi. Non è ancora chiaro quanto la frammentazione dell’areale, possa influire sullo stato di conservazione. Il disturbo causato dal bracconaggio continua ad avere un impatto grave sulla specie.

Per quanto riguarda la predazione, appare significativo il problema della competizione con altri rapaci, specialmente il Gufo reale, e le stesse uova e i pulcini sono spesso preda del Corvo imperiale. Non è ancora chiaro quanto la frammentazione dell’areale possa influire sulla salute della specie, certamente caccia e bracconaggio continuano ad avere un impatto piuttosto pesante sulla popolazione di Lanario. Ulteriori minacce sono costituite dall’inquinamento, dalla collisione con i cavi dell’alta tensione e dalla competizione con altri uccelli o rapaci, con conseguenze importanti su scala locale.

La Tutela

La tutela assoluta dei siti riproduttivi è la misura più urgente e importante da intraprendere. Va in particolare messo in atto uno sforzo coordinato (associazioni ambientaliste, istituzioni scientifiche, forze dell’ordine) per bloccare l’attività di prelievo illegale dei pulcini al nido. Alcuni aspetti dell’eco-etologia della specie (impatto dei cambiamenti climatici e delle interazioni con altre specie) necessitano di ulteriori approfondimenti che
potrebbero rilevarsi utili per la conservazione della specie.

Per stabilire con una buona approssimazione la capacità di sopravvivenza autonoma di questa specie in Italia nei prossimi cento anni, è utile suddividere la popolazione di Lanario in cinque sotto-popolazioni, che a loro volta possono essere riunite in due macro-popolazioni, quella peninsulare e quella siciliana. Non esistendo dati specifici sulla mortalità della specie, si possono prendere a riferimento quelli relativi al Falco pellegrino, con biologia riproduttiva ed esigenze ecologiche simili.

In base ai calcoli effettuati, per la popolazione peninsulare è auspicabile il raggiungimento di una quota di coppie nidificanti non inferiore a 265, pari a 630 individui. La Minima Popolazione Vitale (MVP) per la popolazione siciliana può invece essere fissata nell’ordine delle 170 coppie. Entrambi valori abbastanza distanti da quella che è l’attuale consistenza della popolazione di Lanario nel nostro Paese.

Assolutamente da perseguire, tramite mirate azioni di conservazione, è dunque un incremento di queste popolazioni in direzione della MVP proposta, o comunque di un target di conservazione di breve termine identificabile in 100 coppie per la Sicilia e 150 per l’Italia peninsulare, il che già ridurrebbe della metà la probabilità di estinzione nei prossimi 100 anni.

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Lanario © Angelo Nardo