Gru
Grus grus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
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Descrizione
Uccello di grandi dimensioni (l’altezza supera il metro e l’apertura alare può sfiorare i due metri e mezzo), nettamente superiori a quelle dell’Airone cenerino, con zampe e collo che vengono tenuti protesi durante il volo, tipicamente maestoso, con movimenti lenti, potenti, alternando fasi di battuta con lunghe planate ad ali distese. La colorazione generale del piumaggio è grigio-azzurrognola, con il vertice del capo rosso e una fascia bianca tra l’occhio e la base del collo. Solitaria e territoriale durante la nidificazione, diviene decisamente gregaria al fuori della stagione riproduttiva.
La Gru risulta attualmente concentrata alle latitudini medie e medio-alte del Paleartico occidentale. Nidifica prevalentemente in aree pianeggianti, ma può spingersi anche a quote relativamente elevate (fino a 1.300 m in Norvegia). Alle latitudini e quote superiori nidifica in brughiere e torbiere senza alberi, in contesti umidi, con pozze o laghetti. Altrove nidifica in prevalenza in paludi inframmezzate a dense foreste (ad es. in Svezia centrale) o in estese zone umide con ampi canneti (ad es. in Inghilterra). Secoli di persecuzione e disturbo antropico hanno spinto la specie a nidificare in aree remote, indisturbate e inaccessibili. Dopo la stagione riproduttiva occupa prevalentemente piane alluvionali, baie riparate, praterie allagate, acquitrini, compiendo spostamenti anche di parecchi chilometri per andare a nutrirsi in prevalenza in campi coltivati. Durante la migrazione usa regolarmente punti di sosta ben definiti. Durante l’inverno spesso frequenta aree coltivate, anche con alberi sparsi.
La sua alimentazione è basata soprattutto su vegetali ed è integrata d’estate da prede animali, principalmente Invertebrati ma anche piccoli Vertebrati.
In Europa il suo areale riproduttivo si estende dalla Gran Bretagna e Norvegia ad est fino a raggiungere gli Urali. Le popolazioni numericamente più importanti si rinvengono in Russia, Finlandia e Polonia. Le popolazioni più nord-occidentali migrano verso la Penisola Iberica, mentre gru nidificanti in aree più centro-orientali europee svernano nel Mediterraneo orientale e nel Medio Oriente.
In Italia è specie migratrice e svernante regolare, estinta come nidificante (ha nidificato regolarmente in Veneto fino circa al 1909 e irregolarmente fino al 1920). A partire dalla fine degli anni ’90 il numero di individui in transito migratorio autunnale nel nostro Paese è aumentato notevolmente. Gli uccelli che transitano per l’Italia in autunno seguono due principali linee di migrazione, una settentrionale e una meridionale. La linea settentrionale, che percorre il Nord Italia da est a ovest, si ritiene sia una nuova linea migratoria per le gru che nidificano in Europa orientale, che è stata aggiunta alle due tradizionali vie di migrazione continentali, quella dell’Europa occidentale e quella Baltico-Ungherese. In primavera il transito migratorio è più evidente nel Sud Italia e in Sicilia, in incremento nel Nord Italia, con stormi di alcune migliaia di individui osservati negli ultimi anni (massimo in Liguria di 4.000-4.500 individui in un solo giorno, il 3 marzo 2015). Lo svernamento era irregolare fino a pochi decenni fa (30-150 individui stimati a fine anni ’90), mentre recentemente la specie sverna con alcune migliaia di individui soprattutto concentrati nella Pianura Padana interna (circa 2.900 individui svernanti censiti in Piemonte nel 2017) e lungo la costa tirrenica (tra Toscana e Campania).
Lo Status
La Gru ha conosciuto un marcato declino in Europa già a partire dal Medioevo, soprattutto in Europa occidentale e meridionale, dovuto soprattutto alla bonifica delle zone umide. Un declino che, in pratica, non si è arrestato fino all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, quando la specie ha mostrato incoraggianti segni di incremento.
Attualmente la Gru presenta uno stato di conservazione favorevole a livello europeo, con trend positivo.
In Italia il numero di individui in migrazione e svernamento è in incremento negli ultimi decenni, verosimilmente a seguito della crescita della popolazione nidificante europea.
Le Minacce
La distruzione delle zone umide, unita alla persecuzione diretta operata sulla specie, sembra essere la principale ragione del suo declino nei secoli scorsi. Attualmente, la Gru è minacciata dalla perdita di habitat e dal degrado ambientale causato da cambiamenti importanti nell’uso del suolo, inclusa la perdita di forme di agricoltura e pascolo tradizionali. Durante la nidificazione, il disturbo arrecato da turismo e attività ricreative causa una riduzione del successo riproduttivo favorendo la predazione al nido da parte di corvidi, cinghiali e volpi.
Lungo le rotte di migrazione e nei quartieri di svernamento, la frammentazione dell’habitat e la perdita di molti siti tradizionalmente utilizzati per la sosta e l’alimentazione, causano una maggior concentrazione degli stormi nelle stesse aree, aumentando la competizione tra gli individui. L’avvelenamento da pesticidi costituisce localmente una minaccia importante, soprattutto dove le gru dipendono principalmente dai coltivi.
Le collisioni con linee aree e cavi sospesi rappresentano una causa importante di mortalità (principale causa di mortalità degli adulti nelle aree di svernamento in Spagna).
La caccia e l’abbattimento illegale rappresentano minacce importanti in Oriente e localmente in Europa meridionale e in Africa.
La Tutela
In Italia è sicuramente importante, ai fini della conservazione della specie, tutelare le principali località di sosta e svernamento, mantenendole in condizioni idonee a supportare la presenza dei numerosi stormi che raggiungono il nostro Paese in autunno. Va da sé la necessità di limitare al massimo il disturbo antropico in queste aree, vigilando anche sull’eccessivo accumulo di pesticidi nelle aree circostanti.