Gazza
Pica pica
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
La Gazza è un Corvide assolutamente peculiare per piumaggio e struttura, quest’ultima caratterizzata da un corpo piuttosto corto e da una coda eccezionalmente lunga. Gran parte del corpo è di colore nero con deboli iridescenze metalliche, sul quale spiccano alcune aree bianche: le parti inferiori tra petto e addome, le scapole e le remiganti primarie. Presenta una lunghezza di 44-46 cm, un’apertura alare compresa tra 52 e 60 cm e un peso tra 133 e 275 grammi.
Nidifica in ambienti alberati aperti di varia composizione, come campagne con siepi e filari alberati, boschetti, parchi, giardini, orti urbani e suburbani, zone industriali. Il nido è voluminoso, a coppa e con una tipica cupola, costruito preferibilmente tra i rami di alberi e arbusti, a volte su tralicci. Il nido viene possibilmente riutilizzato negli anni successivi, ma a volte viene occupato da rapaci diurni e notturni quali Gheppio, Lodolaio, Falco cuculo, Gufo comune, Assiolo, nonché come supporto per costruirci il proprio nido da Passera d’Italia. Viene parassitata dal Cuculo dal ciuffo.
La sua dieta è onnivora e differenziata a seconda delle stagioni; durante la riproduzione è basata su piccoli Invertebrati, pulli e uova di Uccelli, piccoli Mammiferi, mentre negli altri periodi dell’anno si nutre in prevalenza di vegetali (semi, frutta e bacche) e di resti biologici (carogne, rifiuti).
La Gazza è diffusa in tutta Europa, Africa settentrionale, Asia minore e Asia centrale fino al Pacifico, Indocina, Arabia e Nord America. Nel continente europeo manca in alcune isole del Mediterraneo.
In Italia è sedentaria e nidificante sulla Penisola e in Sicilia, con recenti presenze in Sardegna nord-occidentale (introdotta) e nell’Arcipelago Toscano. Non è uniformemente distribuita e presenta ampi vuoti di areale, soprattutto alle alte quote e tra Liguria occidentale e Toscana settentrionale. Risulta più frequente nella Pianura Padana, in Puglia e in Sicilia e, per quanto concerne l’altitudine, dal livello del mare fino a 600-700 m, con presenze discrete fino a 1.000-1.200 m e fino ad un massimo di 2.050 m nelle Alpi occidentali. In autunno e in primavera sono stati rilevati movimenti dispersivi (ad es. stormi fino a 45-50 individui in transito nello Stretto di Messina).
Lo Status
La Gazza ha in Italia uno stato di conservazione favorevole, a causa di un’espansione di areale e di un incremento demografico che sono iniziati negli anni '80 del secolo scorso e che in diverse regioni sta parzialmente continuando. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 500.000-1.000.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni, con tendenza a colonizzare le quote più elevate e i centri urbani. La popolazione italiana rappresenta una frazione significativa di quella dell’Unione Europea (5,2-5,3%) e di quella continentale complessiva (2,6-2,7%).
Per quanto riguarda i parametri demografici e riproduttivi, il tasso d’involo rilevato è di 1,3-4,1 giovani per nido e la produttività di 0,7-1,6 giovani per nido.
Le Minacce
È una specie oggetto di interventi di controllo numerico effettuati da sede controllori in alcune aree del Paese, soprattutto in Pianura Padana, che spesso vengono decisi senza studi preliminari per accertare l’entità reale dei danni alle coltivazioni causati dalla Gazza o il ruolo giocato da questo Corvide sul fallimento delle nidificazioni di altre specie di interesse.
In diverse aree europee la causa principale dei fallimenti delle covate viene attribuita all’interferenza da parte della Cornacchia grigia che si manifesta in furti del materiale per il nido, usurpazione dei nidi, predazione di uova e pulli.
La Tutela
Pochi dati sono disponibili su molti aspetti dell’ecologia della Gazza. Gli abbattimenti della specie dovrebbero essere effettuati secondo i canoni di un piano di gestione sostenibile e dovrebbero essere consentiti solo se preceduti da indagini che accertino l’entità dei danni alle coltivazioni realmente prodotti da questo Corvide.
Da approfondire la rilevanza delle interazioni con l’uomo: in linea di massima, la specie può beneficiare di una modesta antropizzazione, in quanto offre ambienti ben riparati per la costruzione del nido; al tempo stesso, evita aree fortemente antropizzate e soffre in particolare della predazione da parte di altre specie come, nel nostro Paese, la Cornacchia grigia.
Trattandosi di una specie generalista, con densità estremamente variabili a seconda degli ambienti frequentati, non viene fornito alcun valore di riferimento favorevole (FRV).