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Garzetta © Massimo Brambilla

Garzetta

Egretta garzetta

Ordine
Ciconiiformes
Famiglia
Ardeidae
Nome scientifico
Egretta garzetta
Habitat
Zone umide e ripariali
- altri habitat
Coltivi
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
900-1100 cm
Lunghezza
55-67 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

Airone di taglia media, la Garzetta appare snella ed elegante; il piumaggio interamente bianco contrasta con il becco scuro e le zampe nere e piedi gialli. Nel piumaggio estivo presenta sulla nuca le caratteristiche “egrette”, costituite da penne allungate sulla parte posteriore del capo. La lunghezza è compresa tra 55 e 67 cm, mentre l’apertura alare è intorno al metro, per un peso tra 395 e 630 grammi.

La Garzetta abita principalmente zone umide sia costiere che interne, solitamente in aree di pianura, localmente a quote più elevate. Mostra una preferenza per laghi poco profondi, stagni, lagune e fiumi a lento corso; occupa anche estuari salmastri e talvolta acque costiere, oppure aree temporaneamente allagate come risaie, saline e aree irrigate, sia in aree aperte che presso zone umide ubicate all’interno di aree boscate, prediligendo in genere acque aperte con poca vegetazione flottante. Per la nidificazione seleziona alberi alti, cespugli come salici o tamerici e talvolta canneti o altra vegetazione erbacea igrofila densa; eccezionalmente può nidificare su sassi o pareti rocciose. In Italia nord-occidentale la densità delle colonie è legata positivamente alla quantità di ambienti idonei, mentre la localizzazione di ogni colonia è determinata dalla presenza di ambienti per la nidificazione che siano indisturbati e al sicuro dai predatori. 

Si nutre di pesci, anfibi e invertebrati acquatici.

In Europa le zone di riproduzione sono frammentate in tutte le regioni centro-meridionali e si spingono a Nord sino al 55° parallelo. Tradizionalmente le popolazioni europee svernano nelle regioni dell’Africa settentrionale ed equatoriale, ma negli ultimi decenni una quota crescente di individui (che può arrivare a contare sino al 30% della popolazione complessiva), in relazione agli inverni più miti resta a svernare nei paesi dell’Europa mediterranea. 

In Italia la Garzetta è specie nidificante, migratrice e svernante regolare. Le maggiori colonie di nidificazione sono concentrate nelle parti planiziali di Lombardia e Piemonte, in particolare nelle zone con coltivazione a risaia, e nelle zone umide costiere dell’Alto Adriatico in Veneto, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia. Altre colonie di minori dimensioni si trovano lungo i maggiori fiumi e in alcune zone umide costiere dell’Italia centro-meridionale, in Sardegna e in Sicilia.

Lo Status

La Garzetta ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa di evidenti fluttuazioni annuali della popolazione. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana, che rappresenta circa un sesto di quella continentale (è grande dunque la responsabilità del nostro Paese per la conservazione della specie), conta 10.000-11.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni.

Per quanto concerne la produttività in Italia, è stato riscontrato un tasso d’involo compreso tra 1,8 e 4,1 in provincia di Pavia, con valori più elevati in covate di 5 o 6 uova. 

Specie che negli ultimi decenni è diventata relativamente abbondante e soprattutto molto diffusa come svernante (7.000-8.000 individui nel periodo 2000-2010), mentre era storicamente rara in Italia come tale. In inverno non è strettamente legata alle zone costiere, ma risulta tuttavia più scarsa in zone interne a clima molto rigido. Due siti di svernamento risultano di importanza internazionale per la specie: il Delta del Po e la Laguna di Grado, Marano e Panzano.

Le Minacce

Storicamente, la minaccia più importante per la Garzetta era rappresentata dal commercio delle penne ornamentali, fino a quando la maggior parte delle legislazioni nazionali, Italia compresa, vietò il prelievo venatorio di questa specie. Altra importante minaccia, come per altre specie simili, era ed è rappresentata dalla distruzione delle zone umide a seguito delle grandi bonifiche, con i trend positivi degli ultimi decenni che non possono non fare i conti con il numero e l'estensione di siti rimasti idonei, significativamente ridotti rispetto al passato. Le più recenti mutate pratiche agronomiche nelle risaie, oggi spesso in asciutta, hanno inoltre ridotto le possibilità della specie di alimentarsi in ambito agricolo.

La Tutela

Risulta fondamentale mettere in atto tutte quelle misure necessarie per garantire il mantenimento dell’attuale popolazione nidificante. Allo stesso tempo, le popolazioni localmente in decremento andrebbero sostenute tutelando gli ambienti sedi di garzaie e intervenendo direttamente, ove necessario, nella loro gestione.

Non è possibile formulare il valore favorevole di riferimento (FRV) per questa specie coloniale.

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Garzetta © Massimo Brambilla