Gabbiano corso
Larus audouinii
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Gabbiano corso è un gabbiano di media grandezza, più snello ed elegante del simile Gabbiano reale, con capo più piccolo ed allungato e un becco dal caratteristico e diagnostico colore rosso corallo con punta nera. Il piumaggio è nel complesso molto simile a quello del Gabbiano reale, con capo, parti inferiori, groppone e coda bianchi, dorso grigio bluastro e punte delle ali nere. La lunghezza è di circa mezzo metro, l’apertura alare tra 1,1 e 1,4 m e il peso tra 460 e 620 grammi.
Dal comportamento quasi esclusivamente pelagico, trascorre la maggior parte della vita in mare aperto. In periodo riproduttivo frequenta isole e isolotti rocciosi, nidificando in colonie su terreni rocciosi con vegetazione assente o sparsa. Preferisce isole disabitate o porzioni poco disturbate delle coste e tende a non associarsi con altre specie di gabbiani. La principale eccezione a quanto sopra esposto è costituita dalla colonia del Delta dell’Ebro, in Spagna, ospitante la più importante popolazione globale della specie: qui si riproduce presso paludi salmastre e spiagge marine e si nutre prevalentemente di scarti del pescato.
La sua dieta è piuttosto specializzata, basandosi fondamentalmente su Pesci, ma comprendente anche invertebrati, piccoli Mammiferi e Uccelli.
Il Gabbiano corso è specie endemica del Mediterraneo, presente principalmente nella sua parte occidentale. La distribuzione e l'ampiezza delle colonie riproduttive, localizzate su tratti di costa ed isole di diversa estensione, sono estremamente irregolari e variabili a causa, forse, di variazioni inter-annuali nella disponibilità di cibo. Dispersivo e migratore, la maggior parte della popolazione sverna al di fuori del Mediterraneo, raggiungendo le coste atlantiche dell'Africa tra il Marocco ed il Senegal.
L’Italia ospita circa un migliaio di coppie nidificanti, la massima parte delle quali si concentra in Sardegna e nelle isole circostanti, quindi nell’Arcipelago Toscano, mentre risulta localizzato in Lazio, Campania, Puglia e Sicilia.
Lo Status
Il Gabbiano corso ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una popolazione ancora ridotta (e probabilmente dipendente da apporti di individui da altre popolazioni) e per il degrado e la riduzione del suo habitat ottimale, cui si aggiunge la competizione con il Gabbiano reale per i siti riproduttivi. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta circa 1.153-1.286 coppie e corrisponde grosso modo al 5% della popolazione mondiale della specie; il trend appare in aumento negli ultimi decenni.
Per quanto concerne i parametri riproduttivi, in Italia è stata rilevata una produttività di 55-60 giovani su 30-35 coppie, pari a 1,7-1,8 giovani per coppia.
Gran parte della popolazione nidificante italiana sverna sulle coste atlantiche nord africane, mentre circa un centinaio di individui rimangono in Italia durante l’inverno.
Le Minacce
Le minacce a carico della specie sono quelle tipiche dell’ambiente marino (inquinamento e depauperamento degli stock ittici, in primis). La pesca, in particolare, può avere un forte impatto, determinando una drastica diminuzione delle risorse ittiche e un aumento della competizione con altre specie. Il Gabbiano corso subisce spesso l’invadenza del Gabbiano reale. Localmente, la predazione da parte di gatti rinselvatichiti, corvidi (Corvo imperiale, Cornacchia grigia) esercitata soprattutto su uova e pulli e Falco pellegrino (su adulti) può avere un forte impatto sulla specie, come avviene nell’Arcipelago Toscano, dove la stabilità delle colonie è verosimilmente garantita dall’immigrazione di individui provenienti da Sardegna, Corsica e Spagna. Anche predatori terrestri come Volpe e Tasso possono avere localmente un impatto significativo sulla specie.
La Tutela
Le principali azioni per la conservazione del Gabbiano corso possono essere riassunte come segue: continuare il monitoraggio delle colonie, identificare azioni appropriate per mitigare le principali minacce, implementare una regolamentazione più attenta e scrupolosa delle politiche di gestione della pesca nel range della specie, aumentare i tratti di costa potenzialmente idonei sottoposti a tutela da degrado o urbanizzazione, rafforzare la legislazione per prevenire episodi di inquinamento marino, implementare misure per diminuire la mortalità nelle reti da pesca.
Si ritiene per il momento poco utile calcolare un valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie, caratterizzata da elevata mobilità e alti tassi di immigrazione dalle popolazioni extra-italiane (Corsica e Spagna), nonché da frequenti spostamenti tra diverse popolazioni dell’areale italiano (ad esempio tra Sardegna e Arcipelago Toscano).