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Gabbiano Corallino © Michele Mendi

Gabbiano corallino

Larus melanocephalus

Ordine
Charadriiformes
Famiglia
Laridae
Nome scientifico
Larus melanocephalus
Habitat
Zone umide e ripariali
- altri habitat
Coste e mare
Strategia migratoria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
92-100 cm
Lunghezza
36-38 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione

Il Gabbiano corallino è molto simile al Gabbiano comune. Se ne differenzia per il cappuccio scuro in periodo riproduttivo, che è leggermente più esteso e nero anziché marrone scuro, e per l’apice delle ali bianca; il becco inoltre è più massiccio. La lunghezza è compresa tra 36 e 38 cm, l’apertura alare di circa un metro e il peso tra 217 e 388 grammi.

Nidifica vicino all’acqua, in campi, zone allagate, praterie, in aree con vegetazione sparsa, evitando i tratti con vegetazione legnosa alta e densa. In Italia predilige ambienti salmastri come lagune costiere, valli da pesca e saline, dove occupa isole (barene, dossi, argini) con vegetazione bassa e frammista a detriti di bivalvi. Forma colonie molto fitte e numerose, a volte in associazione con altre specie di gabbiani. Gli individui nidificanti possono muoversi alla ricerca di cibo anche su notevoli distanze, fino a 80 km. Al di fuori della stagione riproduttiva si sposta sulle coste, raramente frequentando anche acque interne come campi coltivati e uliveti in Puglia, mentre nella Pianura Padana interna frequenta risaie, laghi e grandi fiumi, ma è stato osservato anche in laghi alpini, fino a circa 2.000 m.

Si alimenta, durante la stagione riproduttiva, soprattutto di insetti e vermi, mentre in migrazione e durante lo svernamento si nutre in prevalenza di pesci e di molluschi.

In Europa i principali quartieri riproduttivi del Gabbiano corallino sono incentrati nell’area del Mar Nero, dove nidifica la quasi totalità della popolazione complessiva. Verso ovest è irregolarmente distribuito fino alle coste atlantiche, dal Mare del Nord al Mediterraneo ed al Mar Baltico. 

La specie ha iniziato a nidificare in Italia nel 1978 nelle Valli di Comacchio, diffondendosi poi nei decenni seguenti in altri siti nell’Alto Adriatico, come nelle zone umide di Margherita di Savoia in Puglia, mentre poche coppie avevano colonizzato la Sardegna, ma non sono state confermate negli ultimi anni.

Lo Status

Il Gabbiano corallino ha uno stato di conservazione inadeguato, a causa di un areale ristretto e di una popolazione nel complesso molto localizzata e concentrata in pochi siti. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 2.500-4.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni.

Per quanto concerne i parametri riproduttivi, in Italia sono stati rilevati 0,9-2,2 giovani per coppia nelle Valli di Comacchio.

Nel periodo invernale mostra abitudini spiccatamente pelagiche, che rendono complessa la valutazione precisa dei contingenti svernanti in Italia. Risulta d’altro canto la terza specie per abbondanza tra i gabbiani svernanti in Italia e tra le venti specie in assoluto più numerose, con una popolazione stimata di 15.000-30.000 individui. Presenta una diffusione ampia ma in netta prevalenza costiera, con concentrazioni più significative in Adriatico, Ionio e Canale di Sicilia. In Italia sono stati individuati 5 siti di importanza internazionale per la specie: Laguna di Venezia, Laghi di Lesina e Varano, Bacini di Ugento, Zone umide di Manfredonia – Margherita di Savoia e Laguna di Grado, Marano e Panzano.

Le Minacce

La concentrazione delle coppie nidificanti in pochissimi siti rende la specie altamente vulnerabile anche a singoli eventi negativi. Come per altre specie coloniali che nidificano in questo tipo di ambienti, variazioni anche modeste del livello idrico nelle aree di nidificazione possono avere un forte impatto sulla disponibilità di siti adatti e sull’esito della riproduzione. Anche l’eccessivo disturbo alle colonie può causare danni alla specie. Non è raro infatti l'abbandono dei siti di nidificazione con conseguente fallimento del successo riproduttivo di intere colonie, a causa del disturbo legato alla presenza di turisti e curiosi. Risulta fondamentale in questo senso la coincidenza delle principali colonie con le aree vincolate e soggette a tutela, un fatto che spiega di per sé il buon incremento registrato in questi siti; del resto, non sono molti gli ambienti che soddisfano le esigenze ecologiche di questa specie, essendo accuratamente evitati sia i tratti con vegetazione troppo fitta, sia le aree esclusivamente sabbiose o i suoli troppo impregnati di sale.

La Tutela

Le colonie italiane di Gabbiano corallino restano tuttora piuttosto instabili. In linea generale, è importante tutelare i siti di presenza in modo da incrementare le popolazioni nidificanti, sostenendo anche l’eventuale colonizzazione di altre aree. Da vietare qualsiasi attività turistica nei pressi delle rare colonie di nidificazione.

Non viene proposto nessun valore di riferimento favorevole (FRV), trattandosi di una specie coloniale che ha colonizzato l’Italia in tempi recenti. L’obiettivo minimo è quello di mantenere le attuali popolazioni della specie  nel nostro Paese ai livelli massimi registrati negli ultimi anni.

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Gabbiano Corallino © Michele Mendi