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Gabbiano comune © Ciro de Simone

Gabbiano comune

Larus ridibundus

Ordine
Charadriiformes
Famiglia
Laridae
Nome scientifico
Larus ridibundus
Habitat
Ambienti agricoli
- altri habitat
Zone umide
Strategia migratoria
Parzialmente residente
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
100-110 cm
Lunghezza
34-37 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Ascolta il canto

Descrizione

Il Gabbiano comune presenta una lunghezza di 34-37 cm e un’apertura alare introno a un metro, per un peso di 235-400 gr. Il maschio e la femmina mostrano una livrea pressoché identica, con colorazione prevalentemente bianca, grigia, nera e marrone. In abito nuziale la testa è coperta da un cappuccio marrone-scuro e, attorno all’occhio, si intravede un anello bianco. Al di fuori del periodo riproduttivo (in particolare in inverno), il cappuccio marrone scompare, fatta eccezione per una piccola macchia dietro l’occhio e una sfumatura sul capo, anch’essa poco visibile. Becco e zampe sono di color rosso scuro, le ali e il dorso grigi, bianche e nere le estremità delle ali.

Nidifica presso acque calme e poco profonde, dolci, salmastre o saline, in habitat di vario tipo, preferendo per la nidificazione siti umidi e con vegetazione acquatica, ma adattandosi anche a siti più asciutti. In Italia predilige gli ambienti salmastri costieri, quali lagune, saline, valli da pesca, ma anche risaie nell’entroterra della Pianura Padana, dal livello del mare fino a 200 m. È specie coloniale, spesso in associazione con altre specie (soprattutto Sterna comune e Cavaliere d’Italia). Al di fuori della stagione riproduttiva si sposta su zone umide maggiori, evitando coste rocciose, preferendo invece isolette o estuari con abbondanti spiagge sabbiose o fangose; frequenta anche siti pianeggianti interni, porti, discariche e corpi idrici di ogni genere. Spesso mostra movimenti pendolari giornalieri tra aree di alimentazione e dormitori, situati in aree più tranquille e riparate. Si alimenta in ambienti acquatici ma molto spesso anche in aree prative e coltivate, terreni arati, ecc. e si nutre di pesci, insetti, piccoli crostacei e molluschi.

Il Gabbiano comune si riproduce alle medie latitudini di tutta la Regione Paleartica, dalla Penisola Iberica e l’Islanda ad ovest, alla Scandinavia a nord e sino alle coste del Pacifico a est. Nel secolo scorso, in conseguenza di vari fattori ambientali (miglioramento climatico, ridotta persecuzione, nuove fonti di cibo quali le discariche), si è verificato un incremento della popolazione europea e quindi un ampliamento dell’areale distributivo. Le popolazioni dell’Europa nord-orientale sono essenzialmente migratrici, mentre quelle che nidificano nelle regioni sud-occidentali sono solo parzialmente migratrici o compiono movimenti dispersivi.

In Italia è migratore regolare, svernante e nidificante. La colonizzazione del nostro Paese rientra nel fenomeno di espansione di areale delle popolazioni centro-europee. Il primo insediamento in Italia risale a fine anni ’50 nelle Valli di Comacchio, mentre al 1965 risale la colonizzazione della Sardegna. Le colonie di nidificazione numericamente più consistenti sono attualmente nelle zone umide costiere dell’Alto Adriatico (Delta del Po, Laguna Veneta), mentre altri nuclei sono localizzati in Piemonte (risaie), in zone umide interne dell’Emilia-Romagna e in Sardegna. Il nostro Paese riveste un ruolo fondamentale nella migrazione delle popolazioni europee e due risultano le principali aree d’origine: l’Europa centro-orientale e balcanica, seguita dalle coste meridionali del Baltico e del Golfo di Finlandia.

Lo Status

Il Gabbiano comune ha in Italia uno stato di conservazione sconosciuto. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 600-1.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni, con marcate fluttuazioni e instabilità delle colonie.

Per quanto concerne i parametri riproduttivi, in Italia sono stati rilevati 1,8-2,0 giovani di 10-15 giorni per coppia nelle Valli di Comacchio, mentre in provincia di Venezia il 60% delle covate va perso a causa del maltempo, con una perdita delle covate che può superare l’80%.

Nel periodo invernale, tra le specie censite nell’ambito dell’IWC – International Waterbird Census, è la più abbondante in assoluto dopo la Folaga, con una media di 274.959 individui censiti nel periodo 2001-2010; risulta altresì una delle dieci specie più diffuse, su un areale che interessa la totalità del territorio nazionale, aree montane escluse. I principali siti di svernamento vanno dal Biviere di Lentini ai Laghi di Mantova, dalle pialasse ravennati al Delta del Po, dalla Laguna di Venezia alla foce del Simeto.

Le Minacce

Risente delle variazioni della quantità e del livello delle acque, che possono comprometterne la nidificazione. Sensibile al disturbo arrecato ai siti riproduttivi coloniali, può potenzialmente soffrire le conseguenze di epidemie di botulismo o influenza aviaria, sversamenti di petrolio presso le coste, contaminazione da inquinanti. Il successo riproduttivo risente negativamente delle piene fluviali e del disturbo antropico.

La Tutela

Le fluttuazioni anche notevoli e la relativa instabilità delle colonie suggeriscono la necessità di favorire il permanere di condizioni idonee alla riproduzione della specie, in particolare nei siti dell’Alto Adriatico ospitanti le colonie principali.

I parametri a disposizione sono purtroppo insufficienti per formulare un valore di riferimento favorevole (FRV).

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Gabbiano comune © Ciro de Simone