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Fratino © Andrea Benvenuti

Fratino

Charadrius alexandrinus

Ordine
Charadriformes
Famiglia
Charadridae
Nome scientifico
Charadrius alexandrinus
Habitat
Litorali sabbiosi
Litorali rocciosi
Mare aperto
- altri habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
migratrice a corto raggio e lungo raggio
Apertura alare
53-63 cm
Lunghezza
15-17 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Difficile da confondere con altre specie, con il corpo raccolto e le lunghe zampe esili che ne fanno tra i più piccoli limicoli nidificanti in Italia. In realtà, il Fratino è un uccello tendenzialmente cosmopolita, essendo presente dall’Europa all’Asia, dall’Africa all’India, con altre cinque sottospecie presenti negli altri continenti.

Il Fratino vive e nidifica sulle nostre spiagge, praticamente lungo l’intero perimetro della penisola Italiana, più Sicilia e Sardegna. Il colore degli adulti – grigi sul dorso – rende questa specie difficile da distinguere dalla sabbia, sulla quale costruisce il nido. Gli esemplari più giovani, poi, sono privi di quelle macchie più scure che rendono gli adulti meglio visibili, con il risultato di confondersi ancora meglio tra le dune e la battigia.

L’alimentazione del Fratino è costituita prevalentemente da insetti, che l’uccello raccoglie direttamente sul terreno o scavando piccole buche sulla sabbia. Durante l’inverno il Fratino si muove tipicamente in gruppo, mentre durante il periodo della nidificazione assume un comportamento più solitario.

Costruito sulla sabbia non lontano dall’acqua, il nido contiene in genere tre-quattro uova, covate per un mese circa. Da rilevare l’abitudine “nidifuga” dei pulcini, che si allontanano dal nido poco dopo la nascita, diventando facilmente predabili. La sua presenza, in ogni caso, è un buon indice dello stato di salute dell’intero ecosistema costiero.

Lo Status

Il Fratino ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e per il degrado e la riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana, di grande rilevanza a livello continentale con 500-700 coppie e un trend che appare in forte declino negli ultimi decenni. Un aiuto importante alla specie è la recente creazione del Cncf, ovvero il Comitato nazionale per la conservazione del Fratino, che ogni due anni monitora la specie in tutta Italia.

Abbastanza stabile nell’Alto Adriatico – stimate 300 coppie suddivise in 37 colonie –  la popolazione di Fratino risulta invece in più sensibile decremento man mano che ci si sposta più a sud, soprattutto in Sardegna, che ospita alcuni tra i principali siti di presenza della popolazione nidificante, dove si evidenzia una tendenza comunque negativa. Stessa situazione nel Trapanese, in Sicilia, mentre anche in queste aree le popolazioni appaiono stabili o in lieve incremento soprattutto laddove sono stati portati a termine interventi di ripristino delle spiagge.

A livello nazionale, si registra purtroppo un importante decremento tra il 1990 e il 2000, declino che ha riguardato anche l’intera popolazione europea, a seguito di un ventennio di relativa stabilità. Attualmente, la popolazione nell’Ue ammonta a 11-18mila coppie, pari a circa la metà di quella continentale complessiva, che potrebbe raggiungere non più di 20.000 coppie.

A spiegare il moderato declino occorso negli anni Novanta, e più ancora tra il 1998 e il 2003, è la sofferenza delle popolazioni in alcuni tra i siti numericamente più importanti, Margherita di Savoia, Cagliari, Porto Pino, Trapanese. Un declino compensato solo parzialmente dalla occasionale comparsa di individui presso altri siti, mentre altre aree importanti – come l’Oristanese in Sardegna – non sono connotate da un trend negativo in assoluto ma restituiscono notevoli oscillazioni della popolazione con andamento solo in apparenza ciclico.

Le Minacce

Il contingente nidificante, in generale marcato decremento, soffre dell’elevato disturbo antropico a cui sono soggette la maggior parte delle nostre spiagge. In linea generale, il Fratino appare minacciato dal disturbo da parte dell’uomo degli habitat costieri, soprattutto a causa del turismo balneare e delle attività connesse, quali la pulizia meccanica delle spiagge, che spesso è causa di distruzione dei nidi. Il degrado e la perdita dell’habitat costiero sono stati favoriti dalle bonifiche, dall’urbanizzazione, dal ridotto apporto idrico. 

Resta il fatto che le spiagge “integre” in Italia sono sempre meno, e non è un caso se ai siti storici di presenza la popolazione residua di Fratino tenda a preferire oramai quelle poche aree dove sono stati portati a termine con successo progetti di ripristino come nell’Oasi della Lipu di Cà Roman, a Venezia.

La Tutela

Risulta importante tutelare i principali siti riproduttivi e ampliare ulteriormente gli interventi di recupero ecologico dei litorali, così da rendere più frequenti eventuali ricolonizzazioni da parte del Fratino. Occorre inoltre, mantenere idonei gli ambienti più frequentati dalla specie, limitando al minimo la pressione esercitata dalle attività umane, tra cui il turismo balneare. Di fondamentale importanza risulta la sensibilizzazione di turisti e gestori di stabilimenti balneari.

È possibile proporre un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per le cinque principali popolazioni nidificanti sul territorio nazionale, ossia quella nord-adriatica (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche), quella meridionale (Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata Calabria), quella tirrenica (Toscana, Lazio, Campania) quella siciliana e, infine, sarda.

Considerando una mortalità media del 42% e un’età massima che non supera i 10 anni, nonché una produttività pari a 2,3 individui per coppia di successo, è possibile individuare una Minima Popolazione Vitale (MVP) in circa 1.000 individui, pari a circa 500 coppie. Questo livello è da intendersi come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per ognuna delle cinque popolazioni individuate.

Tutte le principali macro-popolazioni della specie risultano attualmente al di sotto di questo valore, e quindi particolarmente vulnerabili anche a singoli eventi negativi quale un ulteriore peggioramento delle condizioni degli habitat o un locale aumento del numero di predatori. È quindi importante riportare le principali sub-popolazioni almeno al di sopra delle 300 coppie, che consentirebbe buone prospettive di sopravvivenza a lungo termine almeno in assenza di significative variazioni dei parametri demografici e riproduttivi.

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Fratino © Andrea Benvenuti