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Forapaglie castagnolo © Gianfranco Cinelli, Emanuela Zucchelli

Forapaglie castagnolo

Acrocephalus melanopogon

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Acrocephalidae
Nome scientifico
Acrocephalus melanopogon
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Sedentaria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
15-16,5 cm
Lunghezza
12-13,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
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Descrizione

Il Forapaglie castagnolo è caratterizzato da vistoso sopracciglio bianco, vertice scuro, gola bianca. Per il resto ha piumaggio bruno rossastro, più chiaro sulle parti inferiori. La specie predilige vegetazione acquatica o igrofila di tipo differente nelle diverse regioni abitate. Le sue caratteristiche strutturali gli permettono di cibarsi sugli steli verticali emergenti dall’acqua, dove può cacciare piccoli organismi su tife, cannucce di palude e scirpi. 

In Italia appare soprattutto legato al falasco Cladium mariscum, puro o “stratificato” con tifeto perimetrale, fragmiteto non troppo maturo e presenza di acqua stagnante o a lento scorrimento.

La specie, piuttosto frammentaria in tutto l’areale – in Europa nidifica soprattutto nelle regioni meridionali e orientali – è in Italia sia sedentaria che migratrice e svernante.  Il Lago di Massaciuccoli, in Toscana, è una delle aree in cui la specie mostra le migliori “performance” in termini di successo riproduttivo. Poche uova, meno di 3 per nido, ma con una percentuale di schiusa elevatissima, di poco inferiore al 97%.

Lo Status

Il Forapaglie castagnolo ha stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e popolazione e del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta non più di 470-600 coppie e il trend appare in forte declino negli ultimi decenni.

A livello europeo la specie risulta in moderato incremento tra il 1970 e il 1990, per poi conoscere un periodo di complessiva stabilità negli ultimi anni del secolo scorso.

Attualmente la popolazione “comunitaria” di castagnolo è stimata in 13-27mila coppie, pari al 9% di quella continentale, stimabile a sua volta in 150-300mila coppie, e comunque a una frazione molto modesta della popolazione globale della specie. A risaltare è però il marcato declino registrato dalla specie tra il 1990 e il 2000, in contrasto con il trend comunitario orientato prima al decremento e poi alla stabilità. 

Da rilevare, a fianco della popolazione nidificante, le numerose segnalazioni estere, in particolare nel mese di ottobre, quando gli individui dell’Europa centro-orientale (in particolare dall’Ungheria) si spostano verso i quartieri di svernamento posti nell’Europa meridionale o, più spesso, nell’Africa subsahariana. Particolarmente evidente, come risulta dai dati sulle ricatture, è la peculiare rotta migratoria seguita da questa specie, che da nord-est si dirige verso sud ovest. 

Nell’area di Massaciuccoli attualmente le migliori stime parlano di una densità media compresa tra 49,9 e 55,9 coppie per km². Densità leggermente più alte al Lago di Porta (65,5-79,3), comunque di molto inferiori a quelle rilevate alla fine degli anni Novanta.

Le Minacce

Sempre più ristretto, l’habitat naturale del Forapaglie castagnolo risulta altamente vulnerabile sia alle variazioni del clima sia a interventi umani quali il semplice sfalcio dei canneti. 

In uno scenario generale orientato al decremento, colpiscono alcune situazioni locali dove la popolazione di Forapaglie castagnolo è praticamente scomparsa nel giro di pochi anni. In Emilia-Romagna, per esempio, l’importante sito di Valle Mandriole, o le Valli di Comacchio e le altre aree umide costiere nei pressi di Ravenna. Qui la popolazione è praticamente scomparsa, di pari passo con i cambiamenti subiti dalla vegetazione acquatica prevalente (fragmiteti in luogo di tifeti).

Tornando alla popolazione toscana, va rilevato come tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta questa superasse di certo le 1000 coppie. La specie attualmente resiste solo nelle aree risparmiate dalle bonifiche, come il Lago Massaciuccoli, dove però risulta estremamente localizzata e vulnerabile anche a una minima alterazione degli habitat.

Proprio l’alterazione degli habitat appare la minaccia principale per un passeriforme dalle esigenze ecologiche particolarmente complesse: anzitutto l’acqua deve essere dolce, nonostante la vicinanza al mare (oltre i tre quarti della popolazione italiana di Forapaglie castagnolo nidifica a meno di 20 km dalla costa). Quindi l’estensione di tali aree, non inferiore a 20 ettari. Infine la vegetazione, con canneti e acque libere, nonché la predilezione per determinati tipi di piante acquatiche – fragmiteti o falascheti – e la necessità di disporre di acqua stagnante per l’intero periodo della nidificazione.

La salinizzazione delle acque dovuta a lunghi periodi di piovosità scarsa o nulla, la stessa variabilità climatica – particolarmente impattante negli ultimi anni – che causa il prosciugamento delle paludi anzitempo, infine un non sempre corretto sfalcio dei canneti. Sono queste le principali minacce che hanno pesato sul Forapaglie castagnolo e hanno causato, con tutta evidenza, il declino di molte popolazioni e la quasi scomparsa della specie in molte aree di presenza storica.

La Tutela

Un’opportuna gestione ambientale, che comprenda anche la gestione delle acque in modo da evitare sia i prosciugamenti precoci sia la salinizzazione, rappresenta una condizione fondamentale per la protezione dei principali siti di presenza. Le pratiche di sfalcio della vegetazione acquatica andrebbero in ogni caso condotte nel rispetto scrupoloso delle norme, oltre che tenendo conto il più possibile delle esigenze ecologiche della specie.

Pur studiata approfonditamente nella “roccaforte” toscana, la specie non risulta ancora sufficientemente conosciuta in termini di parametri demografici e riproduttivi, stante anche la scarsità di informazioni su specie simili, sulla base delle quali non è possibile calcolare un Valore di Riferimento Favorevole (FRV). L’unico obiettivo scientificamente valido sembra essere quello di riportare le popolazioni di Forapaglie castagnolo ai livelli massimi riscontrati negli ultimi anni, con particolare riguardo alle aree dove la specie era comune fino ad anni recentissimi.

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Forapaglie castagnolo © Gianfranco Cinelli, Emanuela Zucchelli