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Folaga © Bruno Cioni

Folaga

Fulica atra

Ordine
Gruiformes
Famiglia
Rallidae
Nome scientifico
Fulica atra
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
70-80 cm
Lunghezza
36-38 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
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Descrizione

Rallide di dimensioni piuttosto grandi, decisamente superiori a quelle della Gallinella d’acqua. Il corpo è tondeggiante, con coda molto corta e testa relativamente piccola ed arrotondata. Ppresenta un piumaggio inconfondibile, totalmente nero, e una tipica macchia bianca sulla fronte (scudo) che riprende il colore del becco. Gli occhi sono rossi e le zampe grigio-verdi terminano con lunghe dita lobate, frutto del processo di adattamento agli ambienti acquatici. La lunghezza è compresa tra 36 e 38 cm, l’apertura alare tra 70 e 80 cm e il peso tra 495 e 1.200 grammi.

Nidifica in un’ampia fascia climatica e latitudinale, al cui interno occupa corpi idrici di acqua ferma o calma, di svariate tipologie, ad eccezione delle pozze più piccole e dei bacini più profondi. Nidifica infatti presso laghi, bacini artificiali, lagune, stagni, laghetti artificiali, canali, cave, piane allagate, fiumi, ecc. Predilige acque relativamente poco profonde, con fondi fangosi, vegetazione emergente, fluttuante, o di fondale. Evita aree con vegetazione troppo fitta e acque troppo basse. Si rinviene principalmente in aree di pianura, ma localmente si osserva anche in bacini nei pressi di vallate montane. Rispetto agli altri Rallidi, occupa ambienti più esposti e con acqua più aperta ed appare molto tollerante anche della presenza umana, nidificando anche su barche, presso porticcioli lacustri, ecc. In migrazione e svernamento frequenta preferibilmente acque aperte di laghi e lagune.

La specie è onnivora e la raccolta del cibo avviene in base alla disponibilità stagionale. Per esempio d’estate le folaghe si cibano tipicamente di canne, alghe, erbe, piante acquatiche e residui organici oltre a piccoli pesci, rane, molluschi, insetti e larve di insetti; d’inverno non disdegnano anche resti di pane e rifiuti.

La specie ha un’ampia distribuzione, che comprende tutto il Paleartico, Cina, India e Australia. In Europa si riproduce con importanti popolazioni in un’ampia fascia che si estende dall’Olanda alla Polonia e Lituania, all’Ungheria, Serbia, Romania, Ucraina e Russia meridionale; verso sud la distribuzione diviene progressivamente più frammentata in corrispondenza di paesi mediterranei come Spagna, Italia e Grecia.

Nelle regioni calde e temperate è presente durante tutto l’anno, mentre le popolazioni dell’Europa settentrionale ed orientale sono principalmente migratrici.

In Italia è nidificante sedentaria, migratrice regolare e svernante. È ampiamente distribuita nelle zone umide della penisola e delle isole maggiori al di sotto dei 1.000 m di quota, ma può raggiungere i 1.450 m. nelle Alpi. A nord è uniformemente presente in Pianura Padana e nella fascia costiera nord-orientale. A sud dell’Appennino tosco-romagnolo si fa gradualmente più scarsa.

Lo Status

La Folaga ha in Italia uno stato di conservazione favorevole, mentre a livello continentale risulta sfavorevole. La popolazione italiana conta 8.000-12.000 coppie e negli ultimi decenni ha mostrato un moderato ampliamento dell’areale, con alcune popolazioni stabili o in declino. 

Per quanto riguarda i parametri riproduttivi della specie sono stati rilevati da 1,1 a 3,3 giovani per coppia nella Pianura Padana interna e 1,4-3,5 giovani per coppia in Campania.

In inverno è la specie acquatica in assoluto più abbondante in Italia con stime superiori ai 200.000 individui. Due siti risultano di importanza internazionale: il Lago Trasimeno e la Laguna di Venezia.

Le Minacce

La Folaga è soggetta ad un’elevata mortalità diretta e indiretta dovuta alla caccia (abbattimenti, disturbo, avvelenamento da piombo) ed appare sensibile a fattori quali eliminazione della vegetazione ripariale, bonifiche, scorretta gestione delle zone umide, cattura accidentale in reti da pesca, episodi di influenza aviaria, predazione. Ad oggi la principale problematica di conservazione appare legata all’impatto dell’attività venatoria. A titolo di esempio, si segnala che nel Lago Trasimeno la popolazione svernante è passata da 7.560 individui nel 1991 a 54.205 nel 2000 a seguito della chiusura della caccia nel sito dopo il 1990.

La Tutela

Sarebbe opportuno escludere la specie dall’elenco di quelle cacciabili in Italia e approfondire l’analisi dei dati relativi alle variazioni della distribuzione e abbondanza della specie nel corso dell’anno. In alcune aree campione sono già state effettuate rilevazioni in anni recenti, che andrebbero incrementate ed estese ai territori più importanti di presenza.

Occorre mantenere fasce di vegetazione acquatica lungo i margini di canali e specchi d’acqua, anche artificiali, per favorire la nidificazione.

Considerati i valori disponibili in bibliografia, si propone un valore di riferimento favorevole (FRV) di 6 coppie per ha per zone umide di qualche decina di ettari e di 8 nidi per km lungo fiumi o grandi canali.

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Folaga © Bruno Cioni