Fanello
Linaria cannabina
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Fanello è un Fringillide di dimensioni medio-piccole; il maschio in abito riproduttivo ha la testa grigia con vertice rosso, il petto rosato mentre in inverno assume una colorazione in tutte le parti superiori marrone-fulvo con il capo marrone più chiaro. In inverno scompare il rosso dal capo e quasi completamente dal petto. La femmina assomiglia al maschio in abito invernale. La lunghezza media è di 13,5 cm, l’apertura alare è compresa tra 21 e 25,5 cm e il peso tra 15,4 e 25,7 grammi.
Nidifica dalle basse quote sino ai rilievi montuosi. Preferisce vegetazione arbustiva e brughiere con buona esposizione, aree agricole con siepi o alberi sparsi, vigneti, frutteti, macchie, incolti, giovani piantagioni arboree, margini forestali. Evita foreste dense ma frequenta boschi radi con radure o aperture. Necessita infatti di siti per la nidificazione quali cespugli e arbusti e di aree di alimentazione più aperte. Nidifica con coppie sparse o isolate, a volte raggruppate in piccole colonie lasse. Il nido viene costruito tra i rami di bassi alberi (conifere), cespugli (ginepri, rovi, rose) e rampicanti, di solito a meno di un metro da terra. Al di fuori della stagione riproduttiva occupa ambienti aperti, come campi e pianori erbosi o sabbiosi.
Si nutre quasi tutto l’anno di semi appartenenti a varie piante erbacee ma anche arboree; risulta marginale la dieta animale. I nidiacei vengono nutriti con una poltiglia composta da semi.
In Europa abita l’intero continente, con esclusione dell’Islanda e del nord di Scandinavia e Russia, fino a raggiungere Nord Africa e Turchia. A est degli Urali viene segnalato nella Siberia occidentale e nell’Asia centrale. È un migratore parziale che compie spostamenti diurni; in autunno la maggior parte degli individui si muove per raggiungere i quartieri di svernamento posti entro o poco più a sud dell’areale riproduttivo, con concentrazioni soprattutto nelle regioni mediterranee.
In Italia è migratore regolare, svernante e nidificante. Frequenta ambienti aperti e cespugliati di preferenza in
ambito collinare o montano ed è ampiamente presente alle più diverse latitudini, dalle Alpi alla Sicilia. Risulta più diffuso al Meridione e sulle isole maggiori, mentre nelle regioni settentrionali e centrali tende ad insediarsi sui rilievi maggiori e manca in vaste aree planiziali (Pianura Padana) e collinari (Toscana). Nidifica dal livello del mare fino a 2.200 m. In inverno scende di quota e si osserva soprattutto in incolti erbacei con piante ricche di semi.
Lo Status
Il Fanello ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato per il decremento, a volte anche marcato, a cui è soggetto negli ultimi decenni; anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie è sfavorevole. La popolazione italiana conta 300.000-600.000 coppie, il cui trend appare in declino, con scomparsa da alcune aree planiziali e pedemontane delle regioni settentrionali.
Per quanto riguarda i parametri riproduttivi in Sicilia è stato rilevato un successo riproduttivo compreso tra il 70 e il 91%, produttività tra 1,45 e 2,2 e tasso d’involo tra 2,4 e 3,3 giovani per coppia.
Le Minacce
Come per altre specie legate agli ambienti aperti, l’abbandono dei paesaggi agricoli di tipo tradizionale comporta una progressiva riduzione delle possibilità di occupazione da parte della specie, fino all’estinzione dovuta al ritorno del bosco. Il mantenimento di aree con agricoltura e pastorizia non intensive su Alpi e Appennini si configura come una strategia necessaria per la conservazione di questa e di altre specie tipiche degli ambienti aperti.
L’uso indiscriminato di pesticidi, l’eliminazione di elementi marginali e la semina autunnale dei cereali determinano un peggioramento della qualità dell’habitat per questa specie ed in particolare una riduzione della disponibilità alimentare.
La Tutela
Specie in declino, per la cui conservazione occorre: favorire condizioni idonee attraverso il mantenimento dei paesaggi agricoli tradizionali nelle aree montane, con agricoltura e pastorizia non intensive; contrastare l’intensificazione dell’agricoltura; incentivare il mantenimento di elementi marginali (quali piccoli incolti, arbusti, siepi e alberelli o arbusti isolati nelle aree coltivate o pascolate); limitare l’impiego di pesticidi in frutteti e coltivi frequentati dalla specie.
Specie poco studiata, salvo contributi a carattere prevalentemente locale (soprattutto Sicilia). E’ auspicabile incrementare le conoscenze sull’ecologia della specie e definire meglio il reale trend demografico, almeno per le popolazioni principali.
Sulla base dei (pochi) dati disponibili, si può proporre un valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale di 10 coppie per 10 ha per l’Italia continentale e di 50 coppie per 10 ha per la Sicilia.