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Falco della regina © Andrea Belingheri

Falco della regina

Falco eleonorae

Ordine
Falconiformes
Famiglia
Falconidae
Nome scientifico
Falco eleonorae
Habitat
Litorali sabbiosi
Litorali rocciosi
Mare aperto
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
87-104 cm
Lunghezza
36-42 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

VU - Vulnerabile
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Il piumaggio del Falco della regina varia all’interno di una singola popolazione: la maggior parte degli individui presenta una colorazione rossastra sulle parti inferiori, con sfumature marroni e nere, mentre circa un quarto della popolazione ha un piumaggio molto più uniforme e interamente scuro, tendente al nero. I siti di nidificazione sono posti su isole o isolotti disabitati e su precipizi presso coste rocciose. La specie si nutre dei piccoli uccelli migratori che, all’inizio dell’autunno, cominciano la migrazione per l’Africa. Al di fuori del periodo riproduttivo caccia spesso grossi insetti.

Pur se stabilmente nidificante in queste aree, il Falco della regina frequenta i cieli italiani solo durante la stagione estiva. Si tratta infatti di un rapace migratore che sverna addirittura in Madagascar e nelle vicine aree dell’Africa orientale, migrando attraverso il Mar Rosso e compiendo così viaggi anche superiori ai 10mila km.

Vera peculiarità di questa specie, dal punto di vista del comportamento, è la “caccia in volo” agli uccelli che, all’inizio dell’autunno, cominciano la migrazione per l’Africa. Abilissimo nella cattura, il Falco della regina rappresenta una minaccia non indifferente per le altre specie che compiono il loro primo viaggio verso i siti di svernamento.

Nidifica in diverse aree mediterranee, specialmente sulle isole, dalla Spagna al Marocco, dalla Croazia all’Algeria, fino alle lontane Canarie. In Italia è presente principalmente in Sardegna, nelle isole sud-occidentali, e nella parte centro orientale, che si affaccia sul Tirreno. Altre aree importanti di presenza sono state censite alle Isole Eolie e tra Malta e le Pelagie. L’area italiana e in generale mediterranea appare comunque come il limite settentrionale dell’areale di nidificazione di questo rapace.

Lo Status

Il Falco della regina ha stato di conservazione cattivo, a causa di una popolazione ridotta (e poco indagata negli ultimi anni) e per il degrado e il disturbo al suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana conta 638-704 coppie e il trend appare sconosciuto negli ultimi decenni.

Classificato come in declino nell’Unione Europea, il Falco della regina ha uno status di conservazione sfavorevole anche a livello continentale.

Sfortunatamente, a un periodo di relativa stabilità delle popolazioni tra il 1970 e il 1990, è seguito un decennio di moderato ma preoccupante declino, con la popolazione europea attuale stimata in oltre 14.000 coppie.

La maggior parte delle coppie nidificanti si trova in Grecia, a fronte di una popolazione europea complessiva (quella comunitaria rappresenta tra il 75 e il 94% dell’intera popolazione continentale) stimata in circa 30mila individui. 

Per quanto attiene la popolazione italiana, questa è totalmente inclusa nelle IBA (Aree Importanti per gli uccelli).

La popolazione italiana di Falco della regina rappresenta una frazione importante di quella complessiva continentale, almeno il 5% in base alle stime più recenti.

Le Minacce

Nidificando in un numero limitatissimo di siti, la specie risulta molto suscettibile a locali episodi di disturbo o alterazione ambientale. Fattori che possono essere climatici o anche riguardare le conseguenze di eccessiva presenza dell’uomo nei pressi delle aree di nidificazione, essendo molte di queste isole sfruttate a fini turistici. Altra grave minaccia è rappresentata dalla predazione al nido, soprattutto da parte dei ratti, anche se questo tipo di minaccia grava forse di più su altre specie coloniali che nidificano lungo le coste italiane, come le berte o altri uccelli marini.

Anche i cambiamenti climatici possono influenzare la tempistica di migrazione delle specie preda (piccoli uccelli migratori), alterandone la disponibilità nel periodo della riproduzione. Ne consegue il rischio di una maggior mortalità dei pulcini per mancanza di cibo. Attività di sorvolo di elicotteri ed eccessiva presenza di imbarcazioni da diporto costituiscono un problema per la colonia delle Isole Eolie.

La Tutela

Per la conservazione del Falco della regina è necessario tutelare rigidamente le poche colonie riproduttive e impedire ogni forma di disturbo antropico nelle loro immediate vicinanze. Occorre regolamentare rigidamente il sorvolo da parte di elicotteri nei pressi della colonia delle Isole Eolie. Altre azioni potenzialmente importanti includono il monitoraggio delle dinamiche di popolazione e dell’eventuale proliferazione di predatori come i ratti.

Trattandosi di due popolazioni sostanzialmente distinte, quella siciliana e quella sarda, è possibile proporre due diversi Valori di Riferimento Favorevole (FRV). In Sardegna è stato evidenziato un trend apparentemente positivo, dovuto probabilmente all’incremento delle conoscenze rispetto alla distribuzione e all’abbondanza delle colonie. Fermo restando la capacità portante dell’habitat sardo – che si suppone pari alla popolazione testata – e i valori medi di mortalità e successo riproduttivo – la popolazione sarda mostra buone probabilità di persistenza nel lungo periodo.

Non così nel caso di un abbassamento del successo riproduttivo – peraltro non improbabile date le fluttuazioni in questo senso registrate nel corso delle rilevazioni – nel qual caso la Minima Popolazione Vitale (MVP) andrebbe elevata a 2.200 individui, a fronte degli attuali 1.250. In Sicilia l’FRV proposto si assesta a circa 320 coppie, pari a 800 individui, quindi a un valore significativamente superiore all’attuale popolazione censita, che non supera i 425 individui. Entrambe le popolazioni andrebbero comunque ben tutelate – quantomeno nella loro attuale consistenza – limitando in particolare il disturbo da parte dell’uomo ai siti riproduttivi noti o potenziali.

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Falco della regina © Andrea Belingheri