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Fagiano comune © Andrea Mazza

Fagiano comune

Phasianus colchicus

Ordine
Galliformes
Famiglia
Phasianidae
Nome scientifico
Phasianus colchicus
Strategia migratoria
Sedentaria
Apertura alare
47-50 cm
Lunghezza
32–34 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NA - Non Applicabile
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Descrizione

Il Fagiano comune è una specie di origine centro-asiatica introdotta in Italia in epoca romana a scopo alimentare e ornamentale e negli ultimi decenni oggetto di regolari immissioni a fini venatori. E’ un Galliforme di dimensioni medio-grandi e dal piumaggio inconfondibile. Il maschio ha capo e collo verde scuro con riflessi metallici, collare bianco, parti superiori color bruno rossiccio con macchie scure, lunga coda appuntita bruna con barratura trasversale più scura; ha i bargigli e una sorta di mascherina rossa, detta “caruncola”, che si accentua nel periodo riproduttivo, e lunghi speroni nella parte posteriore delle zampe, usati come armi durante i combattimenti in periodo riproduttivo. La femmina ha una colorazione uniforme bruno-rossastra chiara, con coda più corta. Presenta una lunghezza media compresa tra 32 e 34 cm, un’apertura alare tra 47 e 50 cm e un peso tra 1,1 e 1,5 kg. Non particolarmente elusivo, soprattutto dove non viene cacciato, si muove sul terreno con una tipica andatura lenta. Il suo involo è esplosivo e spesso verticale, con battuta d’ali rumorosa. Risulta inconfondibile il verso del maschio, composto da due sillabe “chìoorr … corc” e udibile a grande distanza.

Le popolazioni introdotte in Italia ed Europa occupano habitat diversificati, prediligendo comunque aree ecotonali tra bosco e ambienti aperti (come campi coltivati), con folta vegetazione, filari alberati e siepi. Nidifica a terra.

È una specie onnivora, ma i pulcini si nutrono prevalentemente d’Invertebrati per i primi dieci giorni di vita. La sua dieta comprende anche semi e germogli.

La sua distribuzione attuale, a seguito di introduzioni, comprende Europa, Giappone, America, Australia, Nuova Zelanda e isole oceaniche. In Europa è presente in molte zone del Mediterraneo, risulta meno comune ed abbondante nella Penisola Iberica, in Grecia, sulle Alpi italiane e in diverse parti degli altopiani della Francia orientale e centro-meridionale. Le maggiori popolazioni europee si trovano in Gran Bretagna, Ungheria, Francia, Germania, Danimarca, Romania e Paesi balcanici.

In Italia è sedentario e nidificante. La distribuzione risente pesantemente dei massicci ripopolamenti a fini venatori effettuati soprattutto dopo gli anni ’60 del secolo scorso e tuttora ampiamente praticati. Risulta attualmente presente, a seguito di immissioni, sulla Penisola, nell’Arcipelago Toscano, in Sardegna e in Sicilia, incluse alcune piccole isole, ma la sua introduzione non è sempre stata coronata da successo. È più diffuso dal livello del mare fino a 1.500-1.700 m nelle Alpi, con maggiori densità tra 900 e 1.000 m.

Lo Status

Il suo stato di conservazione in Italia non è stato valutato, in quanto si tratta di specie introdotta nel nostro Paese. A livello europeo il suo stato viene valutato favorevole.

La popolazione italiana non è stimabile a causa dei frequenti rilasci. 

Per quanto concerne il successo riproduttivo, in Italia il 39% dei nidi schiude regolarmente, il 33% viene predato e il 12% viene abbandonato, il 9% viene perso a causa delle attività agricole e il 7% per altre cause. Sono stati rilevati valori medi in Italia di 1,0-3,9 giovani per femmina in ambienti diversificati, 0,2-0,3 giovani per femmina in ambienti prevalentemente a monocoltura. Altro dato significativo è quello sulla mortalità giovanile, fenomeno che riguarda una percentuale di soggetti compresa tra il 15% e il 58,6% nelle aree a vegetazione naturale e tra il 61% e l’81% nelle aree a monocoltura.

Le Minacce

La dinamica di popolazione del Fagiano comune appare inscindibilmente legata al susseguirsi di ripopolamenti e abbattimenti, che ne condizionano fortemente abbondanza e trend. In alcune aree la gestione ambientale finalizzata al mantenimento di elevate densità della specie, consente la presenza di abbondanti popolazioni, mentre altrove l’impatto dell’attività venatoria e dei ripopolamenti programmati in modo non sufficientemente corretto incidono negativamente sugli effettivi. Da notare come gli individui selvatici sopravvivano meglio (78%) rispetto ai soggetti d’allevamento rilasciati (33%). L’andamento climatico incide sulla sopravvivenza degli individui.

La Tutela

Specie ben studiata, soprattutto per il suo interesse venatorio, anche in relazione alla dinamica di popolazione.

Occorre pianificare una corretta gestione della specie (rilasci, prelievi) e del suo habitat a seconda dei differenti contesti ecologici e geografici abitati. 
Impossibile proporre un valore di riferimento favorevole (FRV), essendo quelli di densità rilevati nelle diverse aree condizionati dalla gestione umana della specie e del suo ambiente.

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Fagiano comune © Andrea Mazza