Cutrettola
Motacilla flava
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
La Cutrettola ha parti superiori del piumaggio verde oliva e verde marrone chiaro, mentre quelle inferiori sono giallo vivace. La femmina presenta toni meno brillanti. La testa mostra disegni differenti a seconda delle diverse e numerose sottospecie, delle quali in Italia possono essere osservate, durante la migrazione: M.f. cinereocapilla, M.f. flava, M.f. feldegg, M.f. flavissima, M.f. thunbergi, M.f. iberiae, M.f. lutea e M.f. beema e forse altre ancora. Lunga circa 17 centimetri, ha un’apertura alare di 23-27 centimetri e un peso di 14-20 grammi. È a suo agio sul terreno, come è tipico dei Motacillidi, ma non raramente utilizza posatoi, sia naturali che artificiali.
In periodo riproduttivo si rinviene in ambienti agricoli dominati da vegetazione erbacea, quali zone coltivate asciutte come prati, medicai e campi di orzo e frumento; durante l’inverno e le migrazioni frequenta paludi, bacini lacustri, saline, salicornieti.
Si nutre soprattutto di invertebrati terrestri e acquatici, soprattutto insetti ma anche molluschi, ragni e larve di anfibi e vegetali (bacche e piccoli semi).
La sua distribuzione copre quasi l’intero Paleartico, dall’Africa settentrionale e l’Europa occidentale alla Kamchatka e, attraverso lo Stretto di Bering, fino all’Alaska. Prevalentemente migratrice a lungo raggio, con popolazioni parzialmente sedentarie in Africa settentrionale. Sverna in gran parte dell’Africa sub-sahariana, localmente e scarsamente nelle zone settentrionali, in Spagna meridionale e Asia sud-occidentale.
In Italia è migratrice regolare, svernante irregolare e nidificante con tre sottospecie: M. f. flava, M. f. cinereocapilla, M. f .feldegg. A livello nazionale la Cutrettola ha ampia distribuzione nelle aree pianeggianti o collinari della Pianura Padana, mentre diviene più scarsa nell’Italia peninsulare e localizzata nelle regioni meridionali e in Sardegna. Più diffusa fino a 100-200 m, localmente ben rappresentata sull’Appennino centrale fino a 700-1000 m.
Lo Status
In Italia la Cutrettola ha uno stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale e di popolazione e per il degrado e la riduzione dei suoi habitat ottimali. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole. La popolazione italiana conta 100.000-200.000 coppie e il trend appare in forte declino negli ultimi decenni.
Per quanto concerne i parametri riproduttivi, sono scarsi i dati disponibili, con valori medi di 3 giovani per nido rilevati nel Bresciano e nel Parmense.
Le Minacce
Oltre alla meccanizzazione delle pratiche agricole, la specie risente dell’abbandono delle colture cerealicole autunno-vernine (frumento, orzo, avena) a favore di mais e soia che necessitano di irrigazioni abbondanti, che comportano spesso la distruzione dei nidi. Il declino della specie in numerosi paesi europei, soprattutto a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, sembra essere legato soprattutto alla intensificazione delle pratiche agricole e all’uso di biocidi e di fertilizzanti.
I cambiamenti climatici rappresentano, potenzialmente, un’altra grave minaccia per la Cutrettola. L’ampliamento del deserto del Sahara può minacciare le sue popolazioni in quanto comporterà voli non – stop di maggiore lunghezza durante la migrazione, comportando verosimilmente un incremento nella mortalità. Cambiamenti ambientali nell’area del Sahel avranno effetti soprattutto sulle sottospecie sud-europee, a causa della separazione in Africa delle popolazioni provenienti da aree di nidificazione localizzate a diverse latitudini.
La Tutela
La tutela delle popolazioni principali della specie, con particolare riferimento a quelle in diminuzione in Pianura Padana, può essere perseguita mantenendo porzioni di paesaggio agricolo coltivate in modo non intensivo e, in modo particolare, aumentando significativamente le superfici di prati stabili e di medicai e favorendo la presenza di mosaici con colture erbacee diverse, che possano garantire la presenza di margini e di aree con altezza dell’erba sempre adeguata alle esigenze della specie. Al tempo stesso, andrebbe limitato l’uso eccessivo di pesticidi e antiparassitari.
Occorrono indagini approfondite a vasta scala su ecologia e biologia riproduttiva, al fine di verificare l’impatto delle attività e dei cambiamenti agricoli sulla specie, e un regolare monitoraggio dell’andamento delle principali popolazioni.
Sulla base dei dati disponibili, si propone come valore favorevole di riferimento (FRV) a scala locale una densità riproduttiva di 1 coppia per 10 ha, anche se in condizioni particolarmente idonee tale valore può comunque essere superato, e a scala di comprensorio potrebbe essere valutata una densità di 5 coppie per kmq.