Culbianco
Oenanthe oenanthe
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Culbianco è un Passeriforme di dimensioni medio-piccole, che presenta differenze tra i due sessi piuttosto marcate in abito riproduttivo: il maschio ha capo e dorso grigio, sopracciglio bianco, guance nere, petto fulvo-arancio, groppone e base della coda bianchi. La femmina è di colore bruno chiaro. Il sottocoda e parte della coda, come indica il nome, sono completamente bianchi in entrambi i sessi. Presenta una lunghezza media compresa tra 14,5 e 15,5 cm, un’apertura alare compresa tra 26 e 32 cm e un peso tra 18 e 30 grammi.
Specie legata agli orizzonti subalpino e alpino, aperti e spogli di vegetazione arborea, con bassa copertura erbacea, asciutti ed esposti a sud, alternati a pietraie e disseminati di rocce e sassi che vengono regolarmente utilizzati come posatoi. Quando è posato assume una caratteristica postura eretta, con frequenti movimenti a scatto delle ali e oscillazioni della coda, talvolta aperta a ventaglio. Il nido viene costruito in cavità del terreno o su pareti di origine naturale o umana. Da notare l’occupazione da parte del Culbianco di nidi artificiali installati per il Fringuello alpino a Campo Imperatore, in Abruzzo.
Prevalentemente insettivoro, cerca le prede dai posatoi di osservazione, e le cattura a terra o anche con brevi inseguimenti in aria e utilizzando anche la tecnica del volo surplace.
Nel Paleartico occidentale l’areale riproduttivo del Culbianco si estende dalle isole mediterranee e dal Nord Africa fino alle Isole Svalbard ed all’Islanda; a occidente e a sud la sua distribuzione è più irregolare, con lacune nella Francia centrale, Gran Bretagna e Penisola iberica. Sia le popolazioni del Paleartico che quelle del Neartico svernano nell’Africa saheliana. Durante la migrazione, frequenta praterie e campi coltivati, soprattutto a bassa quota; la specie mostra una migrazione differenziale tra i sessi in primavera, con i maschi che precedono, seppur di poco, le femmine. Nei quartieri di svernamento africani occupa aree con suolo scoperto a quote variabili tra il livello del mare ed oltre 3.000 m, prediligendo versanti di colline e aree rocciose.
In Italia il Culbianco è nidificante, migratore e svernante occasionale; in periodo riproduttivo è regolarmente presente lungo l’arco alpino (soprattutto tra 2.000 m e 2.500 m, ma si spinge fino a 2.750 m), la dorsale appenninica, in Sicilia e in Sardegna.
Lo Status
Il Culbianco presenta in Italia uno stato di conservazione inadeguato. La popolazione nidificante italiana è stimata in 100.000-200.000 coppie e appare soggetta a decremento, con casi di stabilità locale. Per quanto concerne il successo riproduttivo sono stati rilevati valori compresi tra 0,5 e 2,5 giovani involati per nido.
Anche a livello continentale e globale lo stato di conservazione è sfavorevole.
Le Minacce
Risente in modo negativo dell’abbandono delle pratiche agricole e pastorali tradizionali di montagna (soprattutto sfalcio dei prati e pascolo bovino), che ha determinato l’avanzamento delle foreste e il restringimento degli spazi aperti; le coppie che nidificano alle quote maggiori non sono invece affette da questo problema, che interessa invece molte popolazioni che occupano aree a quote inferiori ai 2.000 m. Principale causa di fallimento della riproduzione sembra essere l’abbandono dovuto al disturbo e alla predazione. Tra le minacce alla specie si segnala altresì il cambiamento climatico, che potrebbe limitare la fascia altitudinale di presenza della specie. Importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento in Africa e la migrazione per e da i quartieri riproduttivi; nel periodo 1972-1983 ha subito una riduzione numerica a seguito della siccità nei quartieri di svernamento africani.
La Tutela
Dovranno essere mantenute pratiche agro-pastorali non intensive nelle aree di presenza, soprattutto in corrispondenza del limite altitudinale inferiore di diffusione della specie (limitazione della vegetazione legnosa, mantenimento del cotico erboso basso). Dovrà inoltre essere evitato il deterioramento dell’habitat attraverso la costruzione di infrastrutture utilizzate a scopo turistico (realizzazione e gestione di piste da sci, realizzazione di impianti di risalita).
Specie poco studiata in Italia, per la quale sarebbe auspicabile intraprendere studi di ecologia riproduttiva e dinamica di popolazione. Sulla base della bibliografia disponibile, si può proporre un valore favorevole di riferimento (FRV) a scala locale di 5 coppie per 10 ha; con minor grado di precisione, si può ipotizzare che un valore di 11 coppie per km2 possa essere un buon termine di riferimento a scala di comprensorio.