Cuculo dal ciuffo
Clamator glandarius
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Il Cuculo dal ciuffo si distingue con una certa facilità dal più comune e diffuso Cuculo grazie alla presenza di un ciuffo sul capo e per la lunga coda. Anche il piumaggio è differente: il capo è grigio, le parti superiori sono di colore bruno-grigio scuro macchiate di bianco e le parti inferiori bianche o giallo pallido. Generalmente silenzioso, il canto del maschio è simile al verso di un rapace: “clìiii-o”. Presenta una lunghezza di 38-40 cm, un’apertura alare compresa tra 58 e 61 cm e un peso tra 116 e 192 grammi.
Nidifica in aree con clima mediterraneo, semi-arido oppure tropicale e sub-tropicale, generalmente a bassa quota. In Europa frequenta brughiere con querce e macchie arboreo-arbustive, uliveti, mandorleti, boschi aperti di querce, pini o salici lungo i corsi d’acqua e lungo le coste marine, talvolta inoltrandosi in villaggi e paesi. Occupa territori ampi e con buona disponibilità di posatoi elevati (soprattutto alberi ma anche manufatti di vario tipo). Appare fortemente influenzato dalla disponibilità di cibo e soprattutto di nidi delle specie parassitate (in Europa la Gazza, talora altri Corvidi) più che dalla presenza/assenza di impatto antropico. In Italia continentale parassita prevalentemente la Gazza e frequenta soprattutto le pinete litoranee, preferibilmente di Pino domestico, bordate da coltivi o praterie steppiche e in zone a macchia mediterranea; è localmente presente in vecchi oliveti e mandorleti, e in querceti radi mediterranei con folto sottobosco cespuglioso. Nella Maremma grossetana (Toscana) gli ambienti maggiormente frequentati sono varie tipologie di prati-pascoli alberati a Pino domestico e pascolati con bestiame brado. In Sardegna si rinviene in zone con cespugli bassi e rare querce sparse e non sembra inoltrarsi in zone più boscose; qui l'ospite principale è la Cornacchia grigia.
La sua dieta è insettivora e nei siti riproduttivi europei si è specializzato nella cattura di larve di Thaumetopoeidae.
Specie mediterraneo-afrotropicale, il Cuculo dal ciuffo nidifica in Portogallo, Spagna, Francia meridionale, Italia, Turchia e Cipro, mentre è presente con nuclei disgiunti in Iraq e Iran. In Africa settentrionale sembra estinta, con l’eccezione della valle del Nilo, dove però è in forte regresso. La distribuzione è poi ampia ma discontinua nell’Africa sub-sahariana e si spinge sino al Sud Africa.
Le popolazioni europee sembrano svernare soprattutto in Africa nord occidentale (Marocco, Mauritania e Algeria), mentre piccoli contingenti si fermano a svernare anche nelle regioni meridionali della Spagna.
In Italia è specie nidificante, migratrice, svernante occasionale. I primi casi di nidificazione sono stati segnalati nel 1964 in Toscana e Sardegna. Attualmente nidifica con regolarità soprattutto lungo la costa del medio Tirreno, ed è presente in poche altre località distribuite in modo puntiforme e irregolare nella Penisola e sulle isole maggiori, come l’Alto Adriatico, la Liguria occidentale, la Puglia e la Sicilia meridionale. Nidifica preferibilmente dal livello del mare fino a 100-200 m e fino a 500 m nel Lazio.
Lo Status
Il Cuculo dal ciuffo ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato in quanto la popolazione è ancora molto ridotta e praticamente sconosciute sono le variazioni dell’habitat, stante la difficoltà di individuare i fattori ecologici più importanti per la specie. A livello continentale lo stato di conservazione è favorevole. La popolazione italiana è stimata in 15-30 coppie, ma si tratta di un valore difficile da definire in quanto la specie presenta una distribuzione molto frammentata e a basse densità e non è stata oggetto di specifiche indagini.
Non sono disponibili dati relativi ai parametri riproduttivi.
Le Minacce
Al momento non paiono esserci particolari criticità per questa specie, al di là dell’esiguità della popolazione che, seppur in leggero aumento, è ancora molto ridotta e pertanto fortemente vulnerabile. Trattandosi di specie spesso legata ad aree con pascolo brado, è probabilmente importante per la specie mantenere le attività agro-pastorali che hanno concorso a creare e mantenere gli ambienti idonei per la specie.
La Tutela
Stante la carenza di informazioni sull’ecologia della specie, sulla biologia riproduttiva e sulle dinamiche di popolazione, non si possono formulare indicazioni specifiche per la sua conservazione, al di là di auspicare il mantenimento degli habitat riproduttivi utilizzati e dei principali siti di sosta.
Potenzialmente importanti per la conservazione della specie sono anche le condizioni riscontrate durante lo svernamento, che avviene in larga parte in Africa. Tuttavia, mancano al momento dati relativi a questa specie per quanto concerne l’effetto delle condizioni sopraccitate sui contingenti nidificanti.
Specie poco conosciuta a causa del limitato numero di coppie presenti. Stante la mancanza di dati sui principali parametri demografici, è impossibile formulare un valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie.