Codone
Anas acuta
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Strategia migratoria
Lista rossa italiana
Ascolta il canto
Christian Kerihuel - xeno-canto.org - Creative Commons
Descrizione
Anatra dalla forma piuttosto snella, il Codone raggiunge al massimo i 66 cm di lunghezza e 1,0 kg di peso, per un’apertura alare che può sfiorare il metro. Il becco è molto pronunciato, così come la coda, di forma particolarmente appuntita (da cui deriva il nome italiano). Nel periodo riproduttivo il maschio risulta inconfondibile: il piumaggio del corpo è prevalentemente grigio chiaro, mentre il bianco del petto si estende sul collo formando due strisce laterali. La testa è marrone con qualche riflesso ramato e la coda, prevalentemente grigia, presenta due lunghe piume di colore verde scuro, mentre il sottocoda appare nero.
Il piumaggio della femmina si mostra meno sgargiante: marrone chiaro (più chiaro dalla femmina del Germano reale) con sfumature nere e rossicce. In entrambi i sessi il becco si caratterizza per una tonalità grigio-blu, mentre le zampe sono grigie.
Durante la nidificazione occupa principalmente ambienti acquatici con acque basse, aperte, generalmente eutrofiche. Durante la migrazione e lo svernamento predilige zone umide interne e costiere, con acque basse e vegetazione sommersa; le maggiori concentrazioni invernali si hanno in lagune, estuari e saline, localmente in laghi e casse di espansione fluviali.
Anatra di superficie, si alimenta di vegetali che crescono in aree in cui il livello delle acque è piuttosto basso (piante acquatiche, alghe e semi), che può raggiungere senza immergersi. Più raramente si ciba di vermi, molluschi e piccoli pesci.
La distribuzione in Europa appare continua in Russia e in Scandinavia, mentre diviene più frammentata procedendo verso sud-ovest. Sporadiche nidificazioni sono note per l’Europa meridionale (Penisola Iberica, Italia), mentre piccole popolazioni isolate sono presenti anche in Turchia e Nord Africa. Migratore a lungo raggio, la massima parte della popolazione si distribuisce in un vasto areale di svernamento che comprende ampie regioni dell’Africa sub-sahariana. In Europa le zone di svernamento più importanti sono rappresentate dal Regno Unito e dalle coste atlantiche nord-occidentali (Olanda, Belgio, Francia).
In Italia è migratore e svernante regolare e nidificante occasionale. Il Codone ha nidificato in Italia in diverse località, senza però dar luogo a popolazioni regolarmente nidificanti. Dal 1970 sono noti indizi di riproduzione per Veneto (Laguna Veneta, Caorle), Emilia-Romagna (Valli di Comacchio), Friuli-Venezia Giulia e Puglia; meno significative appaiono le presenze estive in Toscana e Sardegna; come per il Fischione, è probabile che le coppie che si soffermano ad estivare o a nidificare siano almeno in parte formate da individui menomati e non in grado di intraprendere la regolare migrazione. In inverno nel nostro Paese la specie mostra una spiccata preferenza per i grandi sistemi lagunari costieri; le principali popolazioni svernanti sono presenti soprattutto nelle zone umide dell’Alto Adriatico (tra le quali spicca per importanza la Laguna di Venezia), della Puglia, della Toscana e della Sardegna.
Lo Status
Il Codone in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole.
La popolazione svernante in Italia presenta una media di poco superiore ai 6.000 individui (massimo annuale censito di 13.820 individui nel 2008).
Le Minacce
La specie è minacciata dalla perdita di zone umide nei quartieri riproduttivi e di svernamento. L’utilizzo industriale delle aree costiere in Europa e le alterazioni del corso e della portata dei fiumi africani rappresentano le principali minacce agli habitat rispettivamente di riproduzione e svernamento. Inquinamento da petrolio, drenaggio degli ambienti umidi, estrazione della torba, modifiche nella gestione delle aree umide (come abbandono del pascolo con conseguente sviluppo di densa vegetazione arborea), incendio e sfalcio dei canneti sono altre minacce per la specie in periodo riproduttivo. Il prelievo venatorio ai danni del Codone in Europa appare eccessivo e l’ingestione di pallini da caccia con conseguente avvelenamento da piombo aggrava l’impatto dell’attività venatoria sulla specie. E’ potenzialmente suscettibile a botulismo e all’influenza aviaria.
La Tutela
Appare indubbiamente importante valutare accuratamente gli effetti diretti ed indiretti dell’attività venatoria, così come monitorare eventuali presenze in periodo riproduttivo.
Occorre favorire condizioni idonee allo svernamento della specie nelle aree di maggior importanza.