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Codirosso comune © Luigi Sebastiani

Codirosso comune

Phoenicurus phoenicurus

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Muscicapidae
Nome scientifico
Phoenicurus phoenicurus
Habitat
Urbanizzato
- altri habitat
Foreste
Mosaici mediterranei
Coltivi
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
20-26 cm
Lunghezza
13-15 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
Ascolta il canto

Descrizione

Lungo 13-15 centimetri e dal peso non superiore ai 15 grammi, il Codirosso comune presenta un’apertura alare dai 20 ai 26 centimetri. Come suggerisce il nome, il tratto distintivo è la coda, dal color ruggine, in continuo movimento anche quando si posa. Il maschio ha dorso grigio, faccia e gola nere e fronte bianca; le parti inferiori e la coda sono color ruggine. Sulla fronte spicca una fascia bianca, che si fa via via più ampia con il passare degli anni. La femmina ha una tonalità bruna, mentre il petto è di color ruggine sfumato, così come la coda. Si riproduce ai margini delle foreste, o in zone confinanti con boschi misti o di latifoglie. Utilizza anche ambienti semi aperti, come campi coltivati circondati da siepi e boschetti, oppure brughiere con vegetazione rada, vigneti e frutteti.

Apprezza molto gli ambienti urbani con presenza di alberi di buone dimensioni e per questo lo si incontra frequentemente all’interno dei centri abitati. Si nutre di insetti, ragni, vermi e lumache.

Il Codirosso comune è una specie monogama. Il periodo della riproduzione coincide in genere con il mese di maggio. È la femmina a occuparsi interamente della preparazione del nido, che viene costruito nelle cavità degli alberi o, nei centri urbani, nelle crepe e nei buchi dei muri. Il nido è realizzato con erbe secche, radici, muschio e piume e assume la forma di una coppa. La femmina depone dalle 5 alle 7 uova di colore bluastro, che cova per circa 15 giorni. Alla nascita dei pulcini, questi vengono nutriti da entrambi i genitori con insetti, ragni, vermi e lumache. A volte, alla fine dell’estate, la femmina riesce a portare a termine una seconda covata.

L’areale della specie comprende tutta l’Europa, estendendosi a Nord oltre la Norvegia e l’Asia settentrionale e, a sud, fino all’Africa nord-occidentale, dal Marocco all’Algeria.

Durante il periodo dello svernamento, il Codirosso comune si sposta a sud del Sahara, in un’area che si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso, fino ad arrivare alla regione dei grandi laghi, in Africa centrale. In Italia, la specie si concentra nelle regioni centro-settentrionali, in modo particolare in Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna.

Nelle regioni meridionali la popolazione è molto meno numerosa.

Lo Status

Il codirosso comune ha stato di conservazione favorevole grazie all’espansione dell’areale e all’incremento della popolazione. La popolazione europea risulta stabile e conta da 6.800.000 a 16.000.000 di coppie. L’areale continentale è piuttosto vasto. La popolazione nidificante italiana è stimata in 100-300mila coppie, pari al 15-21% della popolazione continentale, mentre, secondo le ultime stime, il 5-24% della popolazione globale della specie nidificherebbe entro i confini dell’Europa a 27.

La Lombardia è tra le regioni in cui si registra la maggiore concentrazione di individui: la densità infatti si attesta intorno alle 3 coppie ogni 10 ettari. In area collinare, in provincia di Pavia, si è passati dalle 2,6 coppie per chilometro quadrato nel 1963 a 5,7 coppie nel 1977. A Venezia, la popolazione di Codirosso comune risulta in decremento, mentre è in sensibile aumento a Firenze e nel resto della Toscana. In Piemonte, la densità varia dalle 2,5 alle 4,4 coppie per ogni 10 ettari, fino ad arrivare a 5,6 coppie in aree “ottimali”. Nella provincia di Belluno si stimano 2,6 coppie ogni 10 ettari, mentre risulta del tutto assente in Sicilia, dove era già piuttosto rara negli anni Ottanta.

Le Minacce

La necessità principale del Codirosso comune appare in definitiva quella di riuscire a individuare un punto protetto – come cavità di tronchi, ma anche buchi o crepe di edifici urbani – idoneo alla costruzione del nido. Per questo, un’intensa attività di deforestazione rappresenta una potenziale minaccia per la specie poiché incide sulla disponibilità di luoghi utili alla nidificazione. 

L’inquinamento può costituire una minaccia, sia in ambito agricolo, sia in ambito urbano. Anche un’errata selvicoltura rappresenta una potenziale minaccia per la specie poiché incide sulla disponibilità di luoghi adatti alla nidificazione. 

La Tutela

Andrebbe investigato l’effetto dei pesticidi sulle popolazioni della specie in ambiente agricolo e i possibili impatti dell’inquinamento sulla dieta in ambito urbano. Essendo gli studi sulla specie molto limitati e non sufficientemente approfonditi, sarebbe necessario dare l’avvio a ricerche volte all’identificazione dei fattori che possono influenzare la qualità dell’habitat della specie e la sua potenziale idoneità alla nidificazione, così come il trend e la dinamica delle popolazioni.

Tuttavia, data l’assenza di fattori di minaccia specifici per la specie è possibile affermare come la tutela delle aree in cui la popolazione risulta in decremento – unita a una più efficace salvaguardia dei siti di svernamento – rappresenti già di per sé un’importante azione di conservazione capace di garantire buone probabilità di sopravvivenza al contingente italiano della specie.

In base ai dati disponibili, è stato comunque fissato un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale pari a 5 coppie per ogni 10 ettari. In ambienti particolarmente favorevoli e consoni alle esigenze della specie, questo valore, a parità di superficie, può raggiungere le 8 coppie. Le informazioni disponibili non consentono in ogni caso una stima attendibile dell’FRV a scala di comprensorio.

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Codirosso comune © Luigi Sebastiani