Codibugnolo
Aegithalos caudatus
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Con una lunghezza di appena 15 centimetri – compresa la coda che da sola raggiunge i 7-9 centimetri – il Codibugnolo è un piccolo passeriforme. La livrea si presenta nera e marrone, sul dorso, e biancastra nel ventre, con fianchi rossicci. Mostra attorno al capo una sorta di “corona bianca”.
Si adatta ad ambienti molto diversi, purché la copertura arborea sia semiaperta e non estesa. Frequenta di preferenza margini forestali, radure boschive con arbusti, coltivi alberati, giardini, parchi e frutteti. Predilige le latifoglie e le formazioni miste. Si rinviene anche in zone di macchia mediterranea alta, in prossimità di aree umide e palustri con presenza di salicacee e ontano nero, nei saliceti di greto e nelle associazioni di salici e pioppi.
Si muove con brevi voli, di cespuglio in cespuglio, alla ricerca degli insetti di cui si nutre. In inverno si sposta in gruppi di 5-18 soggetti, integrando la dieta con bacche e semi. Questi stormi invernali sono territoriali e difendono attivamente un’area comune di una ventina di ettari. Al suo interno si trovano i dormitori, i luoghi in cui abbeverarsi e varie zone di alimentazione, perlustrate quotidianamente lungo percorsi fissi.
Con l’arrivo della primavera, il gruppo si scioglie gradualmente, dando origine a varie coppie che si insediano in parti diverse del territorio comune per costruire un grosso nido a “palla”, costituito da muschi e licheni. Per realizzare il nido, sceglie i cespugli di sambuco, di nocciolo e di more. Depone dalle 6 alle 12 uova tra marzo e maggio, portando a termine una covata l’anno, raramente due. Un individuo adulto non vive di solito oltre gli 8 anni.
Ben diffusa nella regione alpina e continentale è assente in Sardegna, Puglia e Pianura Padana orientale, mentre lungo il versante adriatico la sua distribuzione è discontinua. La specie è presente in quasi tutta Europa – a parte Islanda, Scandinavia, Russia settentrionale e Ucraina – con diverse sottospecie (in Italia con la sottospecie Aegithalos c. italiae e con la sottospecie Aegithalos c. siculus, in Sicilia), presenta caratteristiche peculiari e ben distinte dai conspecifici dell’Italia peninsulare, dunque riveste grande importanza dal punto di vista conservazionistico.
Lo Status
Il codibugnolo ha stato di conservazione favorevole grazie all’espansione dell’areale e alla stabilità della popolazione. ll Codibugnolo si riproduce principalmente in aree a clima marittimo, temperato e continentale, con estensioni nelle zone boreali e mediterranee.
Tendenzialmente sedentaria, la popolazione nidificante in Italia è stimata in 500.000-1.000.000 di coppie. La popolazione nidificante italiana rappresenta il 4% della popolazione dell’Unione europea e il 3,5% della popolazione continentale complessiva
In Europa, e in particolare nell’Unione europea, è risultata stabile nel periodo 1970-1990 e nel decennio 1990-2000, benché abbia mostrato segnali di declino in Francia e Turchia, dove si trovano popolazioni importanti.
In Italia i dati disponibili restituiscono una produttività variabile tra 4,3 e oltre 6 giovani per nido, con un tasso d’involo di poco inferiore al 70%.
La specie è estremamente adattabile ad habitat differenti, ove però non raggiunge mai densità elevate (per esempio, in Provincia di Varese, non si superano le 2,55 coppie ogni 10 ettari in boschi igrofili, 0,55 coppie per kmq nello Spezino, 4 coppie ogni 10 ettari in provincia di Parma).
Le Minacce
Oltre agli inverni rigidi, che possono determinare elevati tassi di mortalità, le principali minacce per il Codibugnolo sono rappresentate dai disboscamenti e dalla rimozione delle siepi e della vegetazione arbustiva di sottobosco. Tali interventi possono infatti alterare sensibilmente l’habitat riproduttivo. La stessa differente composizione dello strato arbustivo può influire in modo significativo sulla densità (è il caso riscontrato tra le vicine aree di Parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli).
I fallimenti riproduttivi sono comunque molto numerosi, dovuti ai predatori o ad avverse condizioni ambientali. In Germania, ad esempio, le perdite principali sono causate da predazione, soprattutto da parte di Ghiandaia, Scoiattolo e altri mammiferi.
La Tutela
Nel complesso, la specie è in buono stato di salute e non sembrano necessitare, al momento, specifiche strategie di tutela. In base alle esigenze ecologiche note, sono certamente da evitare interventi di distruzione o degrado di habitat idonei quali ambienti di sottobosco, siepi, filari.
Ben conosciuta per quanto riguarda la distribuzione, in Italia la specie è comunque scarsamente studiata per quanto riguarda ecologia e biologia riproduttiva. Scarse anche le informazioni relative ai principali parametri demografici. Sulla base dei dati disponibili, si propone come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimali pari 4 coppie per 10 ettari.