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Ciuffolotto © Armando Bottelli

Ciuffolotto

Pyrrhula pyrrhula

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Fringillidae
Nome scientifico
Pyrrhula pyrrhula
Habitat
Foreste
Strategia migratoria
Sedentaria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
22-26 cm
Lunghezza
15-19 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Inadeguato
Ascolta il canto

Descrizione


Gli individui adulti sono lunghi dai 15 ai 19 cm e arrivano a pesare 26 grammi. Entrambi i sessi sono caratterizzati da dorso grigio, ventre bianco e un ciuffo nero. La differenza è data dalla colorazione del petto: di colore rossastro nel maschio, mentre la femmina mostra tonalità che vanno dal grigio rossastro al marrone.

Nel nostro Paese, il Ciuffolotto è uniformemente distribuito lungo tutta la catena alpina, mentre sugli Appennini la distribuzione è limitata alle zone montane più interne, dove sono presenti vaste formazioni forestali. Raggiunge il settore settentrionale dell’Appennino calabro. È accertato come nidificante anche sul Gargano. È assente in Sicilia e Sardegna.

La fascia altitudinale maggiormente frequentata – che sverna di solito all’interno del proprio areale di nidificazione, fatta eccezione per alcuni erratismi – oscilla tra 800 e 2.000 metri. A quote più basse utilizza localmente anche i cedui di castagno e latifoglie miste e i rimboschimenti artificiali di conifere. In inverno, pur essendo molto resistente al freddo e all’innevamento, abbandona in parte i boschi d’altitudine per scendere a quote inferiori, anche in pianura.

Il Ciuffolotto si nutre principalmente di semi e boccioli. Il nido viene costruito perlopiù su abeti o all’interno di siepi, con muschio, radici e rami. È foderato internamente con penne, peli ed erba. La covata conta 4 o 5 uova azzurre con macchie di color rosso violetto e punti neri. La femmina cova due o tre volte l’anno per circa tredici giorni. Entrambi i genitori partecipano alla cura dei pulcini, che mostrano appena nati una livrea color brunastro. Il tempo di cura della prole dura 16-17 giorni, mentre la specie si distingue per le abitudini strettamente monogame.

Nove le sottospecie note tra Europa – ove è assente solo dalle estreme propaggini meridionali – Asia Minore e Asia centro-settentrionale. In Italia è presente la sottospecie P. p. europea mentre la sottospecie nominale Phyrrula p. phyrrula frequenta la porzione nord-orientale dell’areale, mentre la sottospecie Phyrrula P. germanica  abita l’Europa centrale.
 

Lo Status

Il Ciuffolotto in Italia ha uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una contrazione di areale. In gran parte del proprio areale europeo, a partire dalla metà degli anni ’60, le popolazioni della specie sembrano non aver subito trasformazioni particolari sia a livello numerico sia in termini di distribuzione. Lo stato di conservazione del Ciuffolotto viene quindi valutato favorevole, sia nell’Unione europea sia su scala continentale.

In base ai dati disponibili, la popolazione della specie è risultata stabile sia nel periodo 1970-1990 che nel decennio 1990-2000, malgrado in quest’ultimo periodo si siano verificati declini in alcuni Paesi, tra i quali la Francia. La popolazione italiana è stimata in 30.000-60.000 coppie che rappresenta non più dell’1% della popolazione dell’Unione europea e una percentuale non significativa della popolazione nidificante continentale complessiva.

Ben diffuso sulle Alpi, il Ciuffolotto mostra una distribuzione più frammentata sugli Appennini, ove frequenta quasi esclusivamente le aree montane. Dai dati del progetto MITO2000, proprio la popolazione appenninica sembrerebbe in contrazione.

Le Minacce

La più importante minaccia per la specie è rappresentata dal bracconaggio sui valichi. Un’altra minaccia può venire dall’eliminazione del sottobosco, che può ridurre la disponibilità di habitat idoneo alla nidificazione.

È inoltre una specie molto sensibile alla frammentazione degli habitat forestali, tra i fattori probabilmente all’origine del declino osservato sulla popolazione appenninica.

In termini generali, il successo riproduttivo è generalmente basso, a causa di una forte mortalità giovanile, dovuta a fragilità del nido, sensibilità dei pulcini alle intemperie e dei giovani alla predazione. Nei Paesi Bassi, le perdite di covate sono risultate essere legate soprattutto a predazione e abbandono: l’abbandono è risultato spesso legato a prolungate condizioni meteorologiche sfavorevoli, mentre la predazione ha inciso dal 59% al 75% e fino anche al 90% delle perdite. I principali predatori delle covate risultano essere Ghiandaia, Donnola, piccoli roditori, Cornacchia grigia.

La Tutela

Dal punto di vista della gestione degli habitat, particolarmente favorevole alla specie risulterebbe il mantenimento del sottobosco negli ambienti forestali e di siepi e filari in contesti agricoli collinari. Risulterebbero infine di grande beneficio interventi di creazione di nuove aree boscate che permettano di creare “connessioni ecologiche” tra diverse zone di presenza della specie che attualmente ospitano popolazioni isolate.

Si tratta di una specie decisamente poco studiata in Italia: da qui la necessità di indagini mirate per approfondire le conoscenze relative a ecologia e biologia riproduttiva. Necessari approfondimenti anche sulla distribuzione, specialmente in ambito appenninico dove i dati del progetto MITO2000 non escludono una tendenza alla rarefazione per cause che, se il declino fosse confermato, potrebbero eventualmente essere legate al riscaldamento globale o anche all’eccessiva frammentazione degli habitat idonei.

Per quanto riguarda l’Italia, la scarsità di dati disponibili relativi al territorio nazionale non permette di definire un Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il Ciuffolotto. Da rilevare, in linea generale, come il controllo delle attività illegali di cattura e detenzione possa avere un riscontro notevolmente positivo sulla specie.

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Ciuffolotto © Armando Bottelli