Cinciallegra
Parus major
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Descrizione
Cincia dalle dimensioni relativamente grandi, corporatura robusta ma proporzionata, capo tondeggiante, coda relativamente lunga. La colorazione è molto vivace e diagnostica, con capo bianco e nero, parti superiori grigio-verdastre e parti inferiori giallo zolfo, con una larga stria nera longitudinale che si allunga dalla gola fino all’addome. La femmina è molto simile al maschio con la differenza che la stria nera si assottiglia man mano che si estende verso l’addome. Misura mediamente 14 cm di lunghezza, per un’apertura alare di 22,5-25,5 cm e 14-22 grammi di peso.
L’alimentazione è essenzialmente basata su insetti in primavera-estate (soprattutto larve di Lepidotteri, alimento preferenziale per i nidiacei), mentre in autunno-inverno si nutre anche di semi, frutta e gemme.
La Cinciallegra frequenta un ampio spettro di ambienti; mostra preferenza per i boschi di latifoglie, principalmente di querce e con uno strato arbustivo significativo, ma non disdegna boschi di altre latifoglie, sia puri sia misti con conifere. Altrettanto importanti sono i coltivi arborei e le fasce ecotonali tra le campagne e i boschi.
Nidifica soprattutto nelle nicchie degli alberi, ma anche dei muretti a secco, così come dei muri arginali dei corsi d’acqua. Vive anche a stretto contatto con l’uomo e questo aspetto l’ha portata a diventare uno degli ospiti più tipici di parchi e giardini suburbani ed urbani, dove si adatta a nidificare nei siti più diversi (anfratti dei muri, cavità di piloni di cemento, persino buche delle lettere). È inoltre la specie più comune tra quelle che frequentano le cassette nido. In inverno frequenta gli stessi ambienti, ma diviene più frequente nelle aree urbane, dove accetta volentieri il cibo offerto dall’uomo nelle mangiatoie, e nelle aree con scarsa copertura arborea; sempre nella stagione fredda forma a volte aggregazioni che comprendono altre specie, quali cinciarelle, codibugnoli e rampichini comuni.
La Cinciallegra è, tra i Paridi europei, la specie con l’areale riproduttivo più esteso: nel Paleartico è infatti distribuita dal Portogallo e l’Irlanda ad ovest, fino alla Kamchatka ad est. È residente nella maggior parte dell’areale riproduttivo centro-meridionale e migratrice irruttiva o irregolare nelle sue porzioni più settentrionali. Nell’Europa centro-settentrionale si registrano movimenti autunnali anche massicci, legati ad alte densità di popolazione in annate particolarmente favorevoli. Movimenti di migrazione parziale sono anche riportati per le popolazioni che nidificano a quote elevate, che scendono a svernare a quote inferiori.
In Italia è nidificante, migratrice regolare e svernante. Risulta diffusamente presente in tutta la penisola, sulle isole maggiori e su alcune piccole isole toscane e campane; è più frequente dal livello del mare a 1.000-1.200 m, ma può raggiungere i 1.700-1.800 m nelle Alpi. Presenta zone di densità inferiore lungo alcuni tratti della catena alpina (soprattutto alle quote più elevate), in Pianura Padana, nelle Murge pugliesi e nelle due isole maggiori. Nel nostro Paese è presente con 3 sottospecie: quella nominale nelle regioni centro-settentrionali, P.m. aphrodite in quelle meridionali e in Sicilia, P.m. ecki in Sardegna.
Lo Status
La specie presenta uno stato di conservazione favorevole in Italia e a livello continentale.
La popolazione italiana è stimata in 1.500.000-3.500.000 coppie, con tendenza alla stabilità sia in termini numerici che di areale.
Numerosi i dati disponibili relativi ai parametri riproduttivi (derivanti da studi svolti in nidi artificiali), con valori tra 2,3 e 8,7 giovani per nido, tasso di involo di 3,5-7,5 giovani per covata e successo riproduttivo tra il 43,5% e il 96%. In generale, il successo riproduttivo della specie in Italia è risultato particolarmente basso in presenza di condizioni climatiche avverse, quali freddo o umidità eccessivi, ed è risultato significativamente maggiore in ambienti naturali quali foreste naturali strutturate con presenza di alberi di grandi dimensioni e/o vecchi tronchi marcescenti.
Le Minacce
In ambito planiziale, le principali minacce sono costituite dal disboscamento e dal taglio di piante vecchie, morte o marcescenti. Per quanto concerne l’incidenza della predazione sulle covate in Italia, vi sono evidenze di un elevato impatto su uova, nidiacei e adulti.
La Tutela
La specie non sembra necessitare di specifiche strategie di conservazione. Devono essere considerati con favore interventi di tutela di formazioni boschive mature, con alberi di grandi dimensioni e marcescenti (in particolare vecchi esemplari di querce e castagni da frutto). Anche la posa di nidi artificiali può rivelarsi utile in ambienti solo parzialmente idonei, ove la scarsità di cavità possa rappresentare un fattore limitante alla nidificazione.
Sulla base dei dati disponibili, si propone come valore di riferimento favorevole (FRV) a scala locale una densità riproduttiva in habitat ottimali (ad esempio i querceti maturi) di 15 coppie per 10 ha e di 2 coppie per 10 ha in habitat non ottimali.