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Cincia alpestre © Luigi Sebastiani

Cincia alpestre

Poecile montanus

Ordine
Passerifomes
Famiglia
Paridae
Nome scientifico
Poecile montanus
Habitat
Foreste
Strategia migratoria
Sedentaria
Apertura alare
17-20,5 cm
Lunghezza
11,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Favorevole
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Descrizione

La Cincia alpestre presenta un aspetto assai simile alla Cincia bigia, dalla quale si distingue per la testa leggermente più grossa, meno arrotondata e poco staccata dal corpo. Il piumaggio è marrone grigiastro su dorso e ali, biancastro inferiormente. Risultano diagnostici per il suo riconoscimento i tipici versi di contatto, emessi tutto l’anno, costituiti da dei “sii” molto brevi ed acuti, dei “psit” più secchi e soprattutto delle serie di “dzeee – dzeee – dzeee”, dal caratteristico timbro nasale. Misura mediamente 11,5 cm di lunghezza, per un’apertura alare di 17-20,5 cm e 9,1-12,3 grammi di peso.

Si ciba di insetti e ragni nella bella stagione, mentre nel resto dell’anno si nutre anche di vegetali, soprattutto piccoli semi; crea riserve di cibo per l’inverno, ad esempio nelle fessure delle cortecce.

È una specie strettamente legata ai boschi di conifere, tra 1.200 e 2.100 m e con massima diffusione fra 1.400 e 2.000 m; sulle Alpi l’habitat ottimale è rappresentato dalle laricete d'alta quota, pure e disetanee, ad evoluzione naturale, ma frequenta anche cembrete, peccete, abetine, rimboschimenti di Pino nero, alnete con conifere sparse, betuleti e faggete miste ad abeti rossi. Utilizza alberi maturi e marcescenti sia a scopo alimentare che per la nidificazione, che avviene in cavità, spesso in ceppaie, in genere a meno di 2-2,5 m di altezza. In periodo extra-riproduttivo forma frequentemente aggregazioni, talvolta in associazione con regoli, codibugnoli, rampichini alpestri e con altri Paridi.

Specie con ampia distribuzione nella regione paleartica, dalle foreste boreali di conifere e di boschi di betulle e salici, alle foreste di alta montagna nell’Europa meridionale. In Europa è presente dalla Grecia all’estremità settentrionale della Scandinavia, mentre manca dalla Penisola Iberica e dall’Irlanda.

In Italia è uniformemente distribuita nei settori alpini e prealpini, dalle Alpi Marittime alle Alpi Carniche. In periodo autunnale e invernale può essere osservata a quote inferiori a 900-1.000 m e oltre i 2.300-2.500 m. Tali movimenti locali possono portarla a comparire anche in zone di fondovalle, collinari e pedemontane, occasionalmente in Pianura Padana, soprattutto in boschi ripariali e torbiere. 

La Cincia alpestre risulta essenzialmente sedentaria, anche se alcune delle popolazioni più settentrionali fanno registrare, in alcuni anni, movimenti irruttivi su larga scala. Nella Svizzera occidentale (Col de Bretolet) la sottospecie nominale è avvistata ogni anno transitare in bassi numeri, a luglio/inizio agosto, probabilmente in relazione a comportamenti di dispersione post-riproduttivi.

Lo Status

La specie presenta uno stato di conservazione favorevole sa in Italia che in Europa. 

La popolazione italiana è stimata in 40.000-60.000 coppie, con trend leggermente positivo negli ultimi anni, verosimilmente a seguito dell’espansione delle foreste nelle Alpi e al loro invecchiamento.

Non sono disponibili informazioni a livello italiano per quanto concerne i parametri riproduttivi.

Le Minacce

Il taglio di piante annose e di alberi morti, marcescenti e deperienti incidono sull’abbondanza di siti idonei alla nidificazione e di prede. Interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione possono provocare episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo. In altri Paesi europei è stato riscontrato un elevato tasso di predazione al nido da parte di Corvidi e picchi.

È una specie potenzialmente sensibile al riscaldamento climatico.
 

La Tutela

La Cincia alpestre è strettamente legata ad ambienti forestali non particolarmente soggetti a rischi di trasformazione, ricchi di alberi morti e deperienti e di ceppaie di conifere; ai fini della sua conservazione risulta opportuno prevedere una oculata gestione forestale tale da rilasciare una buona quantità di necromassa al fine di favorire il reperimento di siti alimentari e di nidificazione da parte della specie. Il mantenimento di fessure in muretti a secco e in muri di baite e casolari in contesti montani, nonché l'apposizione di cassette nido artificiali possono, avvantaggiare la specie in periodo riproduttivo. 

Per gli ambienti forestali più idonei si propone un valore favorevole di riferimento (FRV) di 3 coppie per 10 ha.

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Cincia alpestre © Luigi Sebastiani