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Cicogna bianca © Michele Mendi

Cicogna bianca

Ciconia ciconia

Ordine
Ciconiiformes
Famiglia
Ciconiidae
Nome scientifico
Ciconia ciconia
Habitat
Ambienti agricoli
- altri habitat
Zone umide
Urbanizzato
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Parzialmente migratrice a lungo raggio
Apertura alare
175-195 cm
Lunghezza
100-115 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

LC - Minor preoccupazione
Stato di conservazione
Inadeguato
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Descrizione

Grande trampoliere, con zampe, collo e becco lunghi. Inconfondibile per le grandi dimensioni, per il suo piumaggio candido con remiganti nere, con becco e zampe arancioni. Sono particolarmente lunghe le piume del collo e del petto, e importante è anche il becco, che può misurare fino a 20 cm e risulta particolarmente adatto alla cattura di vari tipi di prede (grossi insetti, piccoli mammiferi o uccelli, rettili, pesci e anfibi) che compongono la dieta, piuttosto variegata, di questa specie.

Presenta una lunghezza di circa un metro, un’apertura alare che può sfiorare i due metri e un peso compreso tra 2,4 e 4 kg. In volo ha una sagoma molto caratteristica, con becco e collo distesi, a differenza degli aironi che tengono il collo piegato a “S”.

La Cicogna bianca frequenta ambienti aperti o semi-aperti, come zone umide, pianure alluvionali, praterie con alberi sparsi, risaie e altre colture irrigue, praterie umide e pascoli. Preferisce la presenza di acqua bassa e ferma o a lento scorrimento. Nidifica su alberi alti oppure su edifici o loro parti, come campanili, ciminiere, camini, muri, piattaforme appositamente installate ecc.

Occasionalmente costruisce il nido su pareti rocciose. Nidifica in coppie singole, localmente raggruppate; diviene fortemente gregaria durante le migrazioni, quando può formare stormi di centinaia di individui. In Italia nidifica soprattutto in contesti artificiali (edifici, pali, tralicci) e risulta più frequente fino a 300 m, con un massimo di 1.300 m negli Appennini.

In Europa è presente soprattutto nei paesi orientali e nella regione iberica. 
Storicamente presente in Italia, estintasi nel tardo Medioevo, la specie ha ricolonizzato il nostro paese nel 1959 in Piemonte, diffondendosi poi nei decenni seguenti in altre regioni, grazie anche a diffuse reintroduzioni in nord d’Italia. Attualmente in Italia la specie è sedentaria, migratrice regolare, nidificante e svernante. La popolazione principale è localizzata nella Pianura Padana interna, ma nidifica regolarmente in altre regioni dell’Italia meridionale (Calabria, Puglia, Campania) e nelle Isole maggiori. 
 

Lo Status

La Cicogna bianca in Italia ha uno stato di conservazione inadeguato, a causa di una popolazione ancora non sufficientemente ampia a livello nazionale. A livello continentale lo stato di conservazione è favorevole. La popolazione italiana conta 320-330 coppie e il trend appare in forte aumento negli ultimi decenni. Le popolazioni “selvatiche” attualmente presenti non sono ancora sufficientemente grandi da assicurare persistenza a lungo termine, soprattutto in presenza di successo riproduttivo basso, come riscontrato in alcuni anni.

È in crescita anche il numero di cicogne bianche che sverna in Italia, con massimo di 185 individui censiti nel 2010 durante l’IWC – International Waterfowl Census.

Specie molto ben monitorata, attraverso programmi di studio locali, regionali ed internazionali e grazie al lavoro svolto dalla LIPU. Per quanto concerne i parametri riproduttivi, in Italia sono stati mediamente rilevati, 2,1-2,2 giovani per coppia nel 2014-2015.

Le Minacce

Per secoli perseguitata dall’uomo, in tempi recenti la Cicogna bianca ha sofferto in modo particolare sia per la contrazione degli habitat che, più in generale, per l’impoverimento delle aree di alimentazione dal punto di vista della quantità e della qualità delle prede. A giocare a sfavore della specie sono state anche le condizioni ambientali e climatiche riscontrate nei siti di svernamento africani. 

Sebbene con una popolazione ancora ridotta, la Cicogna bianca in Italia ha beneficiato sia delle misure di protezione, compresi i centri di allevamento e reintroduzione, sia del ripristino di alcuni habitat idonei. Negli ultimi anni le piattaforme per la nidificazione, appositamente installate nelle vicinanze delle aree di foraggiamento, hanno favorito l’espansione dell’areale di nidificazione, soprattutto in Italia meridionale. 

Restano, tuttavia, numerose le minacce che gravano sulla specie tra la folgorazione sulle linee elettriche, che rappresenta attualmente la minaccia più grave vista l’abitudine della specie di nidificare sui tralicci.

La Tutela

In alcuni contesti, l’apposizione delle piattaforme di nidificazione può essere ancora utile. La specie ben si presta ad essere utilizzata come simbolo di un’agricoltura più sostenibile e, dunque, come strumento di sensibilizzazione in tal senso. È importante proseguire il monitoraggio delle varie popolazioni regionali e del loro successo riproduttivo.

Viene proposto un valore di riferimento favorevole (FRV) relativo alla sola popolazione dell’Italia nord-occidentale, dal momento che è l’unica di non recente costituzione e per la quale si hanno i valori di alcuni parametri importanti. In assenza di ulteriori rilasci, in quest’area geografica una popolazione di 70-75 coppie, con successo riproduttivo pari al 60%, sarebbe in grado di persistere con buona probabilità nel lungo periodo; con successo riproduttivo del 50% (metà delle coppie falliscono la nidificazione), per ottenere la stessa probabilità di persistenza sarebbe necessaria una popolazione di 220-230 coppie.

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Cicogna bianca © Michele Mendi