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Cannareccione © Marco Venanzi

Cannareccione

Acrocephalus arundinaceus

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Acrocephalidae
Nome scientifico
Acrocephalus arundinaceus
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
25-29 cm
Lunghezza
19-20 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Il Cannareccione è uno dei Passeriformi di palude di maggiori dimensioni: raggiunge i 20 centimetri di lunghezza, i 29 di apertura alare e i 44 grammi di peso. La parte superiore del corpo si presenta di colore bruno-fulvo, mentre quella inferiore è di tonalità biancastra, fatta eccezione per il sottocoda e i fianchi, che riprendono la colorazione del dorso. Il becco è lungo e robusto, le zampe sono grigie. Vive nel folto del canneto, ma risulta facilmente osservabile quando canta in posizione elevata, solitamente sulla cima di una canna di palude.

Nidifica in zone umide di varia natura e composizione (paludi, stagni, laghi, corsi d’acqua, lagune, bacini artificiali, cave dismesse, vasche per itticoltura) dove si riproduce quasi esclusivamente in canneti fitti e allagati, per cui la sua distribuzione, ampia ma frammentata, riflette la presenza di ambienti palustri idonei, ormai piuttosto rarefatti. In particolare il Cannareccione preferisce per la riproduzione i canneti maturi, verticalmente sviluppati, anche arricchiti da altre specie elofitiche e arbustive; occupa la porzione più prossima all’acqua, periodicamente inondata o stabilmente semisommersa. Il nido viene ancorato a steli vegetali verticali, tipicamente di Canna di palude, in genere a meno di 80-100 cm di altezza dall’acqua o dal suolo asciutto. Viene frequentemente parassitato dal Cuculo.

La specie si nutre principalmente di Insetti, ragni e altri piccoli Invertebrati e, in autunno, arricchisce la propria dieta con le bacche. 

La specie si distribuisce tra Europa continentale e mediterranea, anche se le più alte densità si incontrano nelle pianure europee, e in modo particolare nella parte orientale del continente. È un migratore trans-sahariano svernante in diversi habitat africani, dal limite meridionale del Sahara fino in Sudafrica.

In Italia è migratore regolare e nidificante sulla Penisola, in Sardegna e in Sicilia; risulta più diffuso nella Pianura Padana centro-orientale e nelle zone umide dell’Alto Adriatico, mentre presenta larghi vuoti di areale nelle vallate interne delle aree montuose, in Liguria, nelle regioni meridionali e nelle isole maggiori. Più frequente dal livello del mare fino a 200-300 m, scarso e localizzato fino a 700-800 m e superando i 1.000 m in Campania.
 

Lo Status

Il Cannareccione ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, in quanto mostra segni di declino sia in termini di popolazione che di areale, con estinzioni a livello locale. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana stimata in passato in 20.000-40.000 coppie viene oggi stimata in 8.000-20.000 maschi cantori. 

Sono disponibili pochi dati relativi ai parametri riproduttivi, relativi al tasso dì involo, compreso tra 2,8 e 3,4 giovani per nido.

Le Minacce

Il decremento numerico della specie osservato in alcune aree italiane è legato soprattutto alla riduzione degli habitat idonei alla riproduzione: il decremento più sensibile della popolazione si è infatti registrato in conseguenza della distruzione o del degrado dei canneti. Altri fattori che possono influenzare negativamente il Cannareccione sono la meccanizzazione dell’agricoltura e la riduzione di piccoli invertebrati che costituiscono una preziosa fonte di cibo per la specie. Il suo declino é da imputare probabilmente sia alla scomparsa dei siti riproduttivi che alle profonde trasformazioni ambientali nei quartieri di svernamento e nei siti di transito migratorio.

La Tutela

Il Cannareccione è legato alla presenza di canneti ampi e di una certa qualità. La consistenza della popolazione dipende quindi dal tipo di gestione delle zone umide residuali. Occorre favorire interventi di ripristino o di creazione ex novo degli ambienti adatti alla nidificazione della specie e devono essere limitati i tagli di aree a canneto, soprattutto in periodo riproduttivo. È inoltre necessario ridurre la captazione delle acque che causa spesso il prosciugamento delle zone umide in un periodo particolarmente vulnerabile per questa e per altre specie legate a questi ambienti.

Il Cannareccione è una specie ben monitorata e sufficientemente approfonditi risultano i dati sulla sua distribuzione. Numerose informazioni sono disponibili anche riguardo alle densità riproduttive delle popolazioni. Sono viceversa decisamente insufficienti i dati sul successo riproduttivo e sui parametri demografici, che necessitano di specifiche ricerche.

Considerando i dati di densità disponibili, si può proporre un valore di riferimento favorevole (FRV) di 10 coppie per 10 ha di canneto, tenendo però presente che localmente, in ambienti particolarmente favorevoli alla specie, si possono raggiungere densità superiori.

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Cannareccione © Marco Venanzi