Canapino comune
Hippolais polyglotta
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
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Descrizione
Il Canapino comune è un Passeriforme di dimensioni medio-piccole. Il maschio e la femmina sono indistinguibili e hanno una colorazione prevalentemente grigio verde nelle parti superiori e giallo tenue in quelle inferiori; una lieve stria gialla parte dalla base del becco e attraversa l’occhio. Presenta una lunghezza media di 13 cm, un’apertura alare compresa tra 17,5 e 20 cm e un peso tra 9,5 e 17,3 grammi.
Il Canapino comune è una specie caratteristica dei rilievi collinari, risultando più localizzato in pianura. Nidifica in ambienti aperti asciutti e assolati, incolti o parzialmente coltivati, con siepi, cespugli e alberi sparsi, ma frequenta anche margini di zone umide, greti fluviali, boschi ripariali radi e saliceti, cave abbandonate colonizzate da vegetazione pioniera, brughiere, robinieti giovani o degradati. In generale tende ad abbandonare ambienti dove la vegetazione evolve nel tempo verso una struttura più alta e folta.
Si nutre soprattutto di insetti e di ragni, ma dalla fine dell’estate anche di bacche e frutta.
Il Canapino comune è presente in Nord Africa, dal Marocco alla Tunisia, ed in Europa occidentale, dove l’areale riproduttivo si estende verso est dalle coste atlantiche francesi, spagnole e portoghesi fino al Belgio meridionale e, escludendo Germania e Svizzera, raggiunge le coste della Croazia. Il confine nord-orientale dell’areale riproduttivo è condiviso con il Canapino maggiore che nidifica più a nord-est, senza che i territori riproduttivi delle due specie si sovrappongano. Migratore a lungo raggio, il Canapino comune sverna in Africa occidentale dove risulta diffuso negli ambienti di savana presenti a nord della foresta pluviale equatoriale, dal Gambia e Sierra Leone fino a Nigeria e Camerun.
In Italia è migratore regolare e nidificante. È ampiamente distribuito nelle regioni peninsulari e nelle isole dell’Arcipelago Toscano, con ampi vuoti di areale in corrispondenza dei principali sistemi montuosi e di gran parte di Calabria e Puglia; è assente sulle isole maggiori. Più frequente dal livello del mare a 500-700 m, con rare nidificazioni fino a 1.000-1.200 m nelle Alpi e negli Appennini.
Lo Status
Il Canapino comune ha in Italia uno stato di conservazione favorevole in quanto la specie non ha subito contrazione di areale e di popolazione. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole. La popolazione italiana conta 15.000-40.000 coppie e il trend appare in aumento negli ultimi decenni. La popolazione italiana rappresenta una frazione pari a circa il 5% di quella dell’Unione Europea e di quella continentale complessiva.
Specie poco studiata in Italia, sono disponibili pochi dati relativi ai parametri riproduttivi: 2,8 pulli a fine sviluppo/nido in Lombardia e 1,8 pulli nel Lazio.
Le Minacce
Il degrado e la perdita degli habitat ottimali è la minaccia più grave per la conservazione del Canapino comune. In pianura è spesso presente in modo frammentato a causa delle trasformazioni ambientali dovute a pratiche agricole intensive e all’urbanizzazione del territorio. In alcune zone il costante rimboschimento delle aree a vegetazione erbaceo arbustiva possono causarne la diminuzione: se l’abbandono delle attività agricole nel breve termine determina un aumento della specie, grazie alla copertura arbustiva che si instaura nelle aree agricole non più coltivate o pascolate, nel medio e lungo periodo l’affermarsi della vegetazione arborea potrebbe portare alla scomparsa della specie.
La Tutela
La specie non necessita di particolari misure di conservazione, ma in alcune aree, soprattutto di pianura, dove le profonde trasformazioni e alterazioni degli elementi naturali presenti (siepi, zone cespugliate) limitano la disponibilità di ambienti idonei e ne frammentano le popolazioni, occorre mantenere e ripristinare gli elementi “marginali” necessari alla specie. In generale, mantenere aree agricole eterogenee, ricche di elementi naturali e semi naturali, e conservare formazioni arbustive in zone ripariali e su argini fluviali, favorirebbe questa ed altre specie legate ad ambienti simili.
Le preferenze ambientali a scala locale e le conseguenti densità, estremamente variabili tra un sito abitato dalla specie ed un altro, sono quasi sconosciute e meritano sicuramente approfondimenti. Sarebbe necessario raccogliere un maggior numero di informazioni anche sul successo riproduttivo e sui parametri demografici, per i quali le conoscenze attuali sono decisamente carenti.
Considerando i dati di densità disponibili, si può proporre un valore di riferimento favorevole (FRV) di 1 coppia per ha, tenendo però presente che localmente, in ambienti particolarmente favorevoli alla specie, si possono raggiungere densità più elevate.