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Beccofrusone © William Vivarelli

Beccofrusone

Bombycilla garrulus

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Bombycillidae
Nome scientifico
Bombycilla garrulus
Strategia migratoria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
32-35,5 cm
Lunghezza
18 cm
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Descrizione

Il Beccofrusone è un Passeriforme avente struttura e dimensioni simili allo Storno, al quale assomiglia anche quando è in volo, in quanto presenta un’analoga silhouette. È caratterizzato da un piumaggio decisamente unico tra l’avifauna europea, soprattutto nel maschio, le cui ali presentano una tavolozza di colori di sorprendente vivacità, dal giallo al rosso, dal bianco al nero, alternando righe orizzontali a strisce oblique, anche se il suo principale tratto distintivo è costituito dalla cresta sul capo, rivolta all’indietro. Presenta una lunghezza media di 18 cm e un peso pari a 50-60 grammi, mentre l’apertura alare può raggiungere i 35,5 cm.

Il Beccofrusone nidifica nei boschi di betulle e di conifere intorno al circolo polare artico. Il nido viene costruito con licheni, muschi e fibre vegetali. In inverno sulle Alpi, durante le periodiche invasioni tipiche della specie, frequenta zone montane boscate di conifere pure o miste a latifoglie tra i 500-700 e i 1500-1600 m, con presenze a quote superiori fino a 2000-2100 m in laricete e maggiori concentrazioni in presenza di specie baccifere e fruttifere (le bacche di sorbo sono la principale fonte di sostentamento nella stagione invernale) e di frutteti di fondovalle (meleti). Presente anche in altri contesti quali zone pedemontane, pianure, coste e aree verdi periurbane e urbane con alberi da frutto quale il caco.

Si nutre infatti principalmente di frutti, bacche di ginepro e di sorbo, gemme.

Il Beccofrusone nidifica alle alte latitudini nei boschi della Siberia, dell’Europa e dell’America settentrionale. In Europa è un nidificante diffuso nella Penisola Scandinava settentrionale e in Russia. È una specie migratrice irregolare, la cui migrazione coincide con la scarsità di cibo che lo porta a spostarsi verso la porzione meridionale del proprio areale di presenza, nel Bacino del Mediterraneo o in America centrale. Talvolta raggiunge l’Italia settentrionale; si tratta di eventi occasionali che interessano più o meno massicciamente soprattutto il Trentino-Alto Adige e la Lombardia, e che avvengono ogni 1-3 anni e con grandi ondate ogni 10 anni o più.

In Italia il Beccofrusone è un migratore parziale che interessa con presenze anche cospicue il nostro Paese in relazione a eventi irruttivi. Queste invasioni non sembrerebbero correlate con i movimenti di altre specie che presentano la stessa fenologia. Le invasioni portano fino alle nostre latitudini popolazioni che nidificano nelle foreste boreali. In Italia è quindi considerato migratore irregolare e svernante invasivo irregolare, con presenza annuale di qualche individuo. Presenze più consistenti avvengono sulle Alpi e risultano discrete in Pianura Padana, nelle regioni centrali adriatiche e in Puglia, durante alcune delle maggiori invasioni, occasionali in quelle meridionali, tirreniche e insulari (fino alle isole circum-siciliane). Vengono osservati generalmente gruppi di qualche decina di individui con concentrazioni fino a 100-300 individui nelle zone più favorevoli.

Lo Status

Il suo stato di conservazione in Europa risulta favorevole.

L’area geografica di origine degli uccelli segnalati in Italia è posta a nord-nord est rispetto ai nostri confini nazionali. I Paesi di provenienza più rappresentati sono Germania, Repubblica Ceca e Ungheria, con segnalazioni comprese tra i 500 e i 1.000 km di distanza. La quasi totalità dei soggetti risulta marcata in aree esterne ai quartieri di nidificazione della specie. Gli spostamenti più rilevanti, anche superiori ai 2.000 km, provengono dalle coste meridionali della Norvegia e dall’area baltica, con numeri più elevati dalla Finlandia occidentale e meridionale, quindi dalla Russia europea.

La popolazione svernante è difficile da stimare e numericamente molto fluttuante in quanto correlata all’importanza del fenomeno invasivo. È stata stimata in almeno 4.000-5.000 individui nell’inverno 2004-2005, oggetto di una delle ultime “invasioni”. Durante tale inverno, l’osservazione di un campione di 35 individui ha evidenziato un rapporto giovani/adulti di 5/1 con lieve preponderanza di maschi.

Le Minacce

In Italia la principale minaccia è rappresentata da catture e uccisioni illegali (è specie protetta dal 1977). In Trentino Alto Adige era specie ornamentale ricercata e pertanto soggetta a bracconaggio, localmente anche intenso.

La Tutela

Specie svernante irregolare, parzialmente migratrice e tipicamente invasiva; pertanto non si ravvisa la necessità di particolari forme di tutela.

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Beccofrusone © William Vivarelli