Beccamoschino
Cisticola juncidis
Ordine
Famiglia
Nome scientifico
Habitat
- altri habitat
Strategia migratoria
Apertura alare
Lunghezza
Lista rossa italiana
Stato di conservazione
Ascolta il canto
Esperanza Poveda - xeno-canto.org - Creative Commons
Descrizione
Il Beccamoschino è uno degli uccelli europei più piccoli: misura circa 10 cm di lunghezza e il suo peso varia tra 8 e 13 grammi. Il piumaggio delle parti superiori è di color bruno-ocra e il dorso è attraversato da striature nere. Le parti inferiori tendono invece a una tonalità biancastra, gola e ventre compresi. Le ali sono punteggiate e striate di nero, mentre il becco è rosa-arancio. La coda è corta e arrotondata e le zampe vanno dal rosa al giallo. Il suo canto risulta diagnostico e inconfondibile: una serie monotona di “zip-zip-zip-zip-zip….”, solitamente emessi quando è in volo, permettono di accertare la sua presenza ancora prima di poterlo osservare.
Nidifica in ambienti aperti, erbosi e cespugliosi, sia all’interno o ai margini di zone umide d’acqua dolce o salmastra sia in zone prative ben drenate; localmente utilizza aree risicole, torbiere, zone aeroportuali, cantieri stradali, lottizzazioni industriali, coltivazioni di cereali (frumento, avena, orzo) invase da erbe infestanti, incolti con copertura erbacea alta e folta, anche in prossimità di abitazioni. Costruisce un tipico nido a forma di borsa allungata, fissato a steli di erba, in genere non oltre i 50-60 cm di altezza, a volte rioccupato per covate successive. Durante lo svernamento evidenzia sostanzialmente le stesse esigenze ecologiche, anche se si nota sia una preferenza per aree soleggiate e riparate dai venti freddi che una distribuzione verso quote inferiori.
Si nutre soprattutto di Insetti, ragni e Gasteropodi, mentre solo occasionalmente di semi.
Presenta un ampio areale riproduttivo, esteso principalmente nelle zone tropicali di Africa e Asia meridionale e orientale, oltreché in Europa, dal Mediterraneo fino all’Olanda, con le popolazioni più consistenti nella Penisola Iberica, Italia e Francia. Principalmente sedentario e dispersivo, con colonizzazioni e scomparse in relazione alle condizioni climatiche invernali.
In Italia è sedentario, migratore e nidificante. Risulta diffuso in buona parte delle aree pianeggianti e collinari del Paese, dove risulta più comune dal livello del mare ai 500 m, con massimo di 1.200 m in Sicilia. È assente dalle Alpi e dai rilievi appenninici più interni.
Lo Status
Il Beccamoschino ha in Italia uno stato di conservazione inadeguato, trattandosi di specie soggetta a forti fluttuazioni ed estinzioni locali nel breve periodo, non supportate da evidenze di stabilità nel lungo periodo; a livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole.
La popolazione italiana conta 100.000-300.000 maschi cantori ed è soggetta a fluttuazioni numeriche legate in modo evidente alle condizioni climatiche invernali, il cui andamento negativo può determinare addirittura la scomparsa della specie da alcune aree per lunghi periodi, come nei 3-4 anni successivi al rigido inverno 1984-85 che ha caratterizzato in particolare le regioni settentrionali e le aree costiere. L’Italia ha una notevole responsabilità per la conservazione di questa specie, in quanto la popolazione nidificante costituisce una popolazione chiave a scala europea e di UE; rappresenta infatti ben un terzo (30%) della popolazione dell’Unione Europea complessiva.
Non sono disponibili dati relativi ai parametri riproduttivi.
Le Minacce
Sebbene le condizioni climatiche invernali restringano ciclicamente la sua distribuzione (tre giorni consecutivi su dieci di gelo o di leggera copertura nevosa possono decimarne i numeri; le regioni con più di 15 giorni di gelo per inverno non possono normalmente sostenere una popolazione), la perdita degli habitat idonei rappresenta la minaccia principale per la specie (bonifiche, irrigazioni, conversione di prati, distruzione degli incolti, pulitura delle rive dei canali). Questi due fattori determinano la maggior parte delle fluttuazioni alle quali è soggetta la specie.
La Tutela
Una strategia di conservazione della specie deve mirare al mantenimento e ripristino di incolti prativi e fasce erbacee. In particolare, nel caso di fasce erbacee lungo fossi e canali, gli interventi di manutenzione non devono essere condotti durante la stagione riproduttiva (soprattutto nel bimestre maggio – giugno).
Essendo uno degli uccelli di più facile rilevamento in estate, la specie è ben studiata per quanto concerne distribuzione e valori di densità, mentre al contrario, risultano ancora scarsi gli studi che riguardano informazioni sui parametri demografici, la cui realizzazione è senza dubbio auspicabile in futuro.
In periodi favorevoli, a scala locale si propone un valore di riferimento favorevole (FRV) di 10 maschi cantori per 10 ha.