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Basettino © Fabrizio Moglia

Basettino

Panurus biarmicus

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Panuridae
Nome scientifico
Panurus biarmicus
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Parzialmente sedentaria
Parzialmente migratrice a corto raggio
Apertura alare
16-18 cm
Lunghezza
12,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Il Basettino è una specie inconfondibile per piumaggio, struttura e comportamenti. L’unica specie con la quale può venire confuso, nei pochi siti in cui è presente in Lombardia, è il Panuro di Webb, una specie esotica che si è naturalizzata in Italia e che presenta una struttura analoga, ma rispetto al quale ha però un piumaggio decisamente più variopinto. Maschio e femmina presentano un piumaggio diversificato fin da giovani, quando la colorazione del becco nei maschi è arancio vivo, mentre nelle femmine appare marrone o verde oliva. In entrambi i sessi il dorso è bruno-fulvo, e la coda molto lunga, è una caratteristica peculiare della specie. Il maschio ha inoltre il capo grigio-azzurro e due vistosi “baffi” neri, di cui la femmina è priva. Raggiunge oltre i 12 cm di lunghezza, i 16-18 cm di apertura alare e il peso è compreso tra 11 e 21 grammi.

Nidifica in zone palustri d’acqua dolce o salmastra, naturali o di origine artificiale, estese e con folta copertura di vegetazione erbacea palustre, soprattutto canneti maturi con denso substrato di materiale vegetale in disfacimento, dove occupa i settori più folti su fondali poco profondi e almeno parzialmente inondati. In inverno frequenta sostanzialmente gli stessi habitat, ma viene osservato anche in cave abbandonate e lungo corsi d’acqua.

La sua alimentazione varia a seconda delle stagioni: durante la riproduzione si nutre per lo più di piccoli Invertebrati in vari stadi di sviluppo, mentre in autunno-inverno si nutre di semi di Cannuccia di palude e di altre Graminacee.

Specie a distribuzione euro-asiatica, il Basettino ha un areale distributivo ampio ma frammentato in quanto strettamente legato alla presenza di canneti maturi. Le diverse popolazioni europee sono sedentarie o parzialmente migratrici ed effettuano movimenti che seguono direzioni per lo più vincolate al raggiungimento di zone umide con estesi canneti nell’ambito dell’areale, a sud fino al Mediterraneo, con comparse irregolari in Nord Africa.

In Italia è nidificante, migratore regolare e svernante. Nelle regioni settentrionali le densità più elevate si registrano nelle zone umide costiere dell’Alto Adriatico e nelle valli d’acqua dolce del Ravennate e del Ferrarese. A sud degli Appennini è distribuito in modo puntiforme in poche zone umide di Toscana, Umbria e Puglia. Più frequente dal livello del mare fino a 50 m, scarso fino a 200-250 m con osservazioni di presenza fino a 750 m nella Palude di Colfiorito, in Umbria
 

Lo Status

Il Basettino ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, in quanto mostra segni di forte declino (-90% nell’ultimo ventennio) sia in termini di popolazione che di areale, con estinzioni a livello locale, a seguito di una fase di incremento verificatasi tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’90 del secolo scorso. A livello continentale lo stato di conservazione della specie è favorevole.

La popolazione italiana conta 550-850 coppie e attualmente la quasi totalità della popolazione nazionale è concentrato in Veneto, Umbria, Friuli-Venezia Giulia e Emilia-Romagna.
Sono disponibili pochi dati relativi ai parametri riproduttivi: 4,2 giovani per nido mediamente rilevati in Lombardia.

Le Minacce

Sebbene le popolazioni della specie siano solite mostrare fluttuazioni anche notevoli, il forte decremento negli ultimi decenni, accompagnato da locali estinzioni, sembra di un ordine di grandezza superiore rispetto all’incremento che l’ha preceduto nel ventennio precedente e probabilmente va ben oltre la fluttuazione che è lecito aspettarsi. 

Il Basettino sembra risentire soprattutto della distruzione o dell’alterazione dell’habitat riproduttivo, causate soprattutto da pratiche di gestione del canneto non compatibili con le esigenze ecologiche della specie. Il trend negativo sembra infatti imputabile, almeno a livello locale, alla perdita di habitat connessa alla bruciatura dei canneti in periodo tardo-invernale, alla variazione del livello idrico ed alla presenza massiccia della Nutria, che provoca trasformazioni nell’estensione e nella struttura dei canneti. Indubbiamente impattante è anche l’allagamento prolungato della lettiera delle canne durante l’inverno, in particolare quando seguìto da freddo intenso; queste condizioni climatiche determinano un’elevatissima mortalità nel Basettino.

La Tutela

Stanti la dinamicità della distribuzione della specie (frequenti estinzioni locali e nuove colonizzazioni) e la fragilità dell’habitat (un canneto incendiato può immediatamente divenire non adatto alla specie), la conservazione deve mirare a mantenere popolazioni composte da più nuclei occupanti un certo numero di zone umide relativamente vicine, tramite l’attuazione di pratiche di gestione del canneto e di altra vegetazione erbacea igrofila compatibili con le esigenze ecologiche della specie.

Risulta impossibile calcolare un valore di riferimento favorevole (FRV) per questa specie, per la quale mancano le informazioni essenziali relative ai parametri demografici basilari.

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Basettino © Fabrizio Moglia