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Balestruccio © Luigi Sebastianini

Balestruccio

Delichon urbicum

Ordine
Passeriformes
Famiglia
Hirundinidae
Nome scientifico
Delichon urbicum
Habitat
Ambienti urbani
- altri habitat
Mosaici mediterranei
Coltivi
Rupi
Strategia migratoria
Migratrice a lungo raggio
Apertura alare
26-29 cm
Lunghezza
12,5 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Il Balestruccio è simile a una Rondine ma presenta dimensioni inferiori, una breve coda biforcuta, e superiormente è nero bluastro ad eccezione del groppone, che è bianco come le parti inferiori. Presenta una lunghezza media di 12,5 cm, un’apertura alare compresa tra 26 e 29 cm e un peso tra 19,4 e 19,7 grammi.

Nidifica in ambienti antropizzati, rurali e urbani, ricchi di siti idonei per la costruzione del nido (solitamente costruito sotto le grondaie o i cornicioni degli edifici) e di spazi aperti per la ricerca del cibo; localmente frequenta zone rupestri costiere e dell’interno, anche in alta montagna, a volte in colonie miste con la Rondine montana. Più diffusa fino a 1.200-1.300 m, con presenze discrete fino a 1900-2050 m e massima altitudine a 2.300-2.500 m sulle Alpi. La costruzione del nido, formato da palline di fango incollate tra loro e foderato all’interno con pagliuzze e piume, è molto elaborata e richiede circa due settimane. Nidifica in colonie dense (fino a oltre 200 coppie) e a coppie raggruppate, a volte isolate. Si nutre di insetti aerei, catturati in volo.

Il Balestruccio è presente nel Paleartico occidentale ed in Italia con due sottospecie: D. u. urbicum distribuito in Europa centro-settentrionale ed Asia sino alla Siberia occidentale, e D.u. meridionale distribuito in Europa meridionale, Nord Africa e Asia centro-orientale. Migratore trans-sahariano, sverna in Africa tropicale, mentre pochi individui trascorrono l’inverno nel Bacino del Mediterraneo e nell'Europa occidentale. In Africa si riportano quartieri di svernamento tanto ampi quanto tuttora non sufficientemente conosciuti.

In Italia è specie migratrice, nidificante e svernante occasionale sulla penisola, in Sardegna, Sicilia e alcune isole minori, con ampi vuoti di areale in Puglia. I pochi individui che restano nel nostro Paese in inverno frequentano soprattutto le aree costiere e i centri abitati, frequentando preferibilmente i corsi d’acqua e utilizzando come ricoveri anche i vecchi nidi.

Lo Status

Il Balestruccio ha in Italia uno stato di conservazione cattivo, a causa di una contrazione di areale, di popolazione e per il degrado del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione della specie non è favorevole.

La popolazione italiana, di notevole importanza continentale, conta 500.000-1.000.000 di coppie e il trend appare in declino negli ultimi decenni.

Per quanto concerne il successo riproduttivo i dati disponibili sono assai scarsi, con 3 pulli/nido rilevati in Sicilia.

Le Minacce

Nelle nostre città, gli interventi di messa in sicurezza e di manutenzione di edifici storici come anche l’architettura degli edifici più moderni, squadrati e privi di nicchie, possono avere un impatto significativo sulla disponibilità di siti idonei alla nidificazione. Le colonie, inoltre, sono a volte mal sopportate in quanto possono sporcare l’intonaco degli edifici e questo può portare alla distruzione diretta dei nidi. Risulta importante anche l’impatto dell’inquinamento dell’aria, in quanto implica una conseguente diminuzione di insetti aerei (i balestrucci sono rari o assenti in Europa in aree con elevato inquinamento dell’aria). Tutti questi fattori vanno ad incidere in modo particolare sull’esito della nidificazione. Le popolazioni di balestrucci sono inoltre fortemente influenzate dalle condizioni meteorologiche. Necessitano di pioggia per potere avere disponibilità di fango per il nido e per incoraggiare l’abbondanza di prede (insetti volanti), ma giornate eccessivamente fredde e umide non gli sono favorevoli. Esempi di elevata mortalità si sono infatti avuti a seguito di periodi di cattivo tempo, sia durante la riproduzione che la migrazione. D’altro canto, estati troppo secche e calde possono comportare mortalità da disidratazione e stress da calore.

Altre minacce sono costituite dall’occupazione del nido da parte di altre specie come Passera d’Italia e Passera sarda.

La Tutela

Particolare attenzione deve essere posta in termini di ripristino di edifici o altre strutture antropiche utilizzati dalla specie per la nidificazione. Deve essere vista con favore la posa di nidi artificiali realizzati specificamente per il Balestruccio, per favorire l’insediamento nelle aree urbane. In considerazione della fase di declino che sta attraversando a scala europea, occorrono indagini approfondite a vasta scala su ecologia e biologia riproduttiva e un regolare monitoraggio dell’andamento delle principali popolazioni.

Le moderne tecnologie satellitari consentiranno, nei prossimi anni, di studiare le rotte migratorie e di comprendere le problematiche di conservazione nelle aree di svernamento, in Africa. 

Il Balestruccio è specie coloniale, per la quale non viene pertanto proposto un valore favorevole di riferimento (FRV).

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Balestruccio © Luigi Sebastianini