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Aquila di Bonelli © Michele Mendi

Aquila di Bonelli

Aquila fasciata

Ordine
Accipitriformes
Famiglia
Accipitridae
Nome scientifico
Aquila fasciata
Habitat
Ambienti misti mediterranei
Strategia migratoria
Sedentaria
Apertura alare
145-165cm
Lunghezza
55-65cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

EN - In Pericolo
Stato di conservazione
Cattivo
Ascolta il canto

Descrizione

Caratteristica degli adulti è una macchia bianca sul dorso, di dimensioni variabili; il resto del piumaggio è bruno-rossiccio, con parti inferiori bianche striate di scuro. Capace di esibirsi in picchiate velocissime per catturare piccoli volatili, l’Aquila di Bonelli si caratterizza per le dimensioni considerevoli (almeno 75 cm per 2 kg di peso e un’apertura alare nell’ordine dei 145-165 cm).

Si riproduce in ambienti aperti, generalmente di bassa e media montagna, caratterizzati da gariga, macchia mediterranea, coltivi e pascoli e presenza di pareti rocciose. L’Aquila di Bonelli è confinata nelle zone più remote della Sicilia, in aree con abbondante disponibilità di prede, costituite soprattutto da coniglio selvatico e da diverse specie di uccelli. L’aquila di Bonelli rappresenta una delle testimonianze più importanti dell’avifauna storica italiana, oggi confinata nelle zone più remote della Sicilia, costruisce il nido su forti pendenze, comunque in prossimità di aree dove sia relativamente abbondante la disponibilità di prede.

Lo Status

L’Aquila di Bonelli ha stato di conservazione cattivo, a causa della contrazione di areale e di popolazione e del degrado e della riduzione del suo habitat ottimale. Anche a livello continentale lo stato di conservazione non è favorevole e la specie si trova tuttora in uno stato di conservazione particolarmente critico nell’intero continente, non superando il migliaio di coppie. Attualmente la popolazione italiana appare oggi fortunatamente in recupero con una stima minima di 44-50 coppie, grazie in particolare ad un progetto di conservazione attuato in Sicilia dal Gruppo Tutela rapaci, di cui fa parte anche la Lipu. Dal 2018 è in corso, inoltre, un progetto di reintroduzione in Sardegna, ove la specie è ritenuta estinta.

Tutelare la ridottissima popolazione italiana – pari a non oltre il 2% di quella complessiva europea – risulta estremamente importante per garantire la sopravvivenza della specie almeno a livello del bacino mediterraneo, dove è confinata in aree montuose e terreni scoscesi ad un’altitudine media di 6-700 metri: particolarmente contenuto il tasso d’involo, con non più di due giovani involati per coppia di successo, sebbene il successo riproduttivo registrato in Sicilia appare uno dei più elevati dell’intera area mediterranea, che potrebbe spiegare la relativa stabilità della popolazione dell’isola.

Le Minacce

Tra le principali minacce per la specie vi sono le oscillazioni nell’abbondanza di prede, condizioni meteorologiche sfavorevoli durante la nidificazione e impatti dovuti a linee elettriche. Quest’ultimo fattore appare particolarmente preoccupante, dati i frequenti episodi di giovani individui rimasti folgorati, appena involati, a causa dell’impatto con i cavi dell’alta o media tensione. Un altro fattore che rimane critico é la persecuzione diretta (bracconaggio e prelievo di pulli al nido), che rischia di compromettere del tutto le scarse probabilità di sussistenza della popolazione siciliana, così come critica rimane la minaccia rappresentata dalla progressiva distruzione dell’habitat, che causa una importante diminuzione della disponibilità di prede. Infine, il disturbo durante la nidificazione (dovuto ad esempio all’arrampicata o ad altre attività ricreative), costituisce un’ulteriore fonte di impatto.

La Tutela

Le aree di nidificazione andrebbero tutelate tramite adeguati piani di gestione e andrebbe evitato ogni disturbo da parte dell’uomo, nonché l’ulteriore degrado degli habitat causato da un eccessivo prelievo venatorio delle specie preda.
Un ruolo importante potrebbe giocarlo anche una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, e in generale l’avvio di collaborazioni con le amministrazioni locali, con le compagnie elettriche, con gli allevatori. Fondamentale risulta comunque – come dimostrano studi condotti a livello internazionale – tenere le aree circostanti il nido completamente libere da qualsiasi forma di antropizzazione, compreso ogni tipo di infrastruttura e presenza umana, al fine di salvaguardare la fase della schiusa delle uova da ogni possibile interferenza umana.

Salvaguardia di ambienti aperti attraverso l’incentivazione di un corretto utilizzo del suolo, nonché forme di gestione e caccia compatibili con le esigenze della specie, sono ulteriori misure di importanza essenziale per garantire il raggiungimento a breve termine di un adeguato target di conservazione.

È necessaria la presenza di almeno 200-210 coppie, pari a circa 600 individui, per minimizzare la probabilità di estinzione in Sicilia nei prossimi 100 anni. Considerata la forbice che separa l’attuale consistenza della popolazione di aquila di Bonelli dal Valore di Riferimento Favorevole, si può proporre quantomeno il valore di 90-95 coppie (pari all’FRV individuato considerando gli scenari più favorevoli) come adeguato target di conservazione a medio termine.

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Aquila di Bonelli © Michele Mendi