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Allocco degli urali © Luigi Sebastiani

Allocco degli Urali

Strix uralensis

Ordine
Strigiformes
Famiglia
Strigidae
Nome scientifico
Strix uralensis
Habitat
Foreste
Strategia migratoria
Migratrice a corto raggio
Apertura alare
103-124 cm
Lunghezza
50-59 cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Ascolta il canto

Descrizione

Abbastanza simile all’allocco, l’allocco degli Urali è una specie di media grandezza, con piumaggio grigio bruno camoscio chiaro striato di bruno scuro. Il becco è giallastro con il sopra ala uniformemente barrato di scuro La coda ha una barratura stretta e piuttosto spaziata.

Specie forestale, l’allocco degli Urali abita, nella porzione più settentrionale dell’areale di presenza, principalmente aree di pianura. Alle nostre latitudini preferisce invece aree collinari o montane, maggiormente in linea con le proprie esigenze ecologiche. In particolare, la specie necessita di boschi misti con ampie radure in cui poter cacciare.

In inverno preferisce aree più aperte, anche in prossimità di insediamenti umani. Piuttosto indifferente, a differenza di altri rapaci notturni, alla composizione specifica delle foreste – il che ne ha favorito l’adattabilità a diversi ambienti alpini e prealpini – la specie dipende invece in modo particolare dalla conformazione dei boschi, che non devono essere troppo fitti, risultando vitale per la specie l’ampia disponibilità di terreni aperti in cui cacciare.

L’indicazione di conservazione a medio termine per la specie consiste quindi essenzialmente nella messa in atto di misure idonee – quali appunto la posa di cassette nido – per favorire la creazione di popolazioni stabili. A questo deve in ogni caso accompagnarsi un monitoraggio costante finalizzato sia ad approfondire l’evoluzione dell’insediamento nelle aree di presenza accertata, sia a valutare la possibilità di eventuale colonizzazione di aree potenzialmente idonee per la specie.

Lo Status

La specie è classificata come sicura nell’intera Europa. In moderato incremento in tutto il continente negli ultimi 30-40 anni, la popolazione comunitaria di allocco degli Urali è attualmente stimata in 9.300-14mila coppie, pari  a meno del 20% della popolazione continentale complessiva, che potrebbe raggiungere le 140mila coppie. L’Italia ospita 40-60 territori distribuiti alla porzione alpina nord-orientale in almeno nove aree montane in Friuli-Venezia Giulia e Veneto. Pur se estremamente esigua, la popolazione italiana della specie riveste un grande interesse conservazionistico, insistendo sull’estremità occidentale dell’areale di nidificazione, ed quindi rilevante il ruolo del nostro Paese nella tutela della stessa a livello globale.

Come nel nord Europa, così anche nel nostro paese, l’andamento delle popolazioni di allocco degli Urali è probabilmente dipendente dalla disponibilità alimentare. Tassi elevati di successo riproduttivo uniti a un incremento delle popolazioni si sono registrati in coincidenza con i picchi di popolazioni di roditori, tipicamente ad andamento ciclico.

Le Minacce

Difficile stabilire con precisione quali siano le principali minacce che pesano sull’esigua popolazione italiana, essendo la colonizzazione troppo recente e la presenza accertata relativa a pochi siti.
In linea generale, è stata dimostrata la correlazione tra dinamica di popolazione della specie e relativa disponibilità di prede. In Europa centrale, in particolare, a un trend positivo della popolazione di allocco degli Urali corrisponde sempre un andamento positivo delle principali popolazioni preda, in modo particolare roditori.

La Tutela

In Italia la tutela delle popolazioni insediate dipende più strettamente da una corretta gestione delle foreste, e dalla diffusione di cassette nido in aree frequentate da individui ma sprovviste di alberi vecchi o maturi. È infatti la disponibilità di cavità in cui costruire il nido l’altro fattore che insieme alla presenza di prede può influenzare in modo determinante la persistenza di una singola popolazione.

L’indicazione di conservazione a medio termine per la specie consiste quindi essenzialmente nella messa in atto di misure idonee per favorire la creazione di popolazioni stabili. A questo deve in ogni caso accompagnarsi un monitoraggio costante finalizzato sia ad approfondire l’evoluzione dell’insediamento nelle aree di presenza accertata, sia a valutare la possibilità di eventuale colonizzazione di aree potenzialmente idonee per la specie.

La colonizzazione dell’Italia da parte dell’Allocco degli Urali è talmente recente da rendere impossibile sia un’esatta quantificazione dei trend demografici e dello stato di salute delle popolazioni insediate, sia, a maggior ragione, la determinazione, su basi scientificamente fondate, di un valore di riferimento favorevole (FRV). La prima necessità che si pone è quindi quella di approfondire il monitoraggio dei contingenti nidificanti, al fine di individuarne l’evoluzione negli anni.

 

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