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Airone Bianco Maggiore © Michele Mendi

Airone bianco maggiore

Ardea alba

Ordine
Ciconiiformes
Famiglia
Ardeidae
Nome scientifico
Ardea alba
Habitat
Zone umide e ripariali
Strategia migratoria
Migratrice transhariana
Apertura alare
145-170cm
Lunghezza
85-10cm
Lista rossa italiana
Estinto Minacciato Rischio minimo

NT - Quasi Minacciata
Stato di conservazione
Inadeguato
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Descrizione

Maestoso ed elegante, dal candido piumaggio che in periodo riproduttivo si arricchisce di nuove penne sul dorso e sul petto, l’Airone bianco maggiore è la specie più grande della sua Famiglia. La presenza in Italia, concretizzatasi a partire dalle zone umide nel Delta del Po e dal primo nido individuato nel 1990, si è progressivamente estesa ad altre aree del nord Italia e della Toscana ed oggi è in continuo aumento, così come l’areale in progressiva espansione. La popolazione complessiva si aggira sulle 234-608 coppie.

Le dimensioni sono comprese tra 85 cm e poco più di 1 m. L’apertura alare può anche raggiungere i 170 cm, per quasi 1700 grammi di peso.
Piuttosto adattabile a una grande varietà di habitat - non solo paludi naturali ma anche canali, laghi, risaie, campi allagati e, d’inverno, acque basse costiere e prati stabili e medicai - si alimenta in praterie umide, talvolta anche asciutte. La sua abbondanza pare legata alla disponibilità di prede.

I nidi sono di solito posti a diretto contatto con l’acqua, o comunque entro pochi metri d’altezza. In grado di compiere erratismi anche di 15 km per procacciarsi il cibo, la dieta è piuttosto varia e si compone di pesci, anfibi, rettili e piccoli mammiferi, senza dimenticare gli uccelli di piccole dimensioni.

Nidifica in vaste aree dell’Europa continentale e nella porzione del continente asiatico a clima più temperato. Altre sottospecie vivono in Asia, Oceania, Africa e le Americhe. 

Lo Status

La specie a livello europeo viene considerata sicura, grazie al trend positivo negli ultimi 20 anni.

La colonizzazione del nostro Paese, sebbene piuttosto recente, è risultata estremamente positiva e il progressivo aumento di popolazione ed areale fa considerare comunque importante il ruolo dell'Italia nella tutela della specie.

La protezione della specie e delle garzaie ha contribuito in modo determinante al recupero di areale conosciuto dall’Airone bianco maggiore in tutta l’Unione europea. Ad esempio, è al continuo incremento delle popolazioni austriache e ungheresi che si deve il parallelo trend positivo della popolazione nidificante e svernante nel nostro Paese.

Degno di nota è anche il successo della colonizzazione italiana, come dimostrano i dati sulla popolazione - passata inizialmente a poche coppie alle oltre 600 registrate negli ultimi anni e all’areale di presenza, molto più vasto di quello rilevato alle origini della colonizzazione.

Attualmente, l’Airone bianco maggiore nidifica in pratica nell’intera area che va da Cervia a Venezia e in Toscana. A questo proposito, vanno rilevati alcuni dati sulla produttività in Italia, che hanno messo in evidenza un tasso d’involo compreso tra 1,8 e 4,1, con valori più elevati in covate di 5 o 6 uova. Lombardia ed Emilia-Romagna hanno visto tassi d’involo pari, in media, a 3,47 giovani per nido, con valori più elevati per i nidi costruiti più in alto, anche se raramente - a differenza di altri aironi - questa specie nidifica oltre i 4-5 m d’altezza.

Già antecedentemente agli anni Novanta del secolo scorso, era frequente la scelta da parte di un consistente gruppo di aironi bianchi maggiori di utilizzare il nostro Paese come sito di svernamento. Nel corso del tempo tale andamento è risultato estremamente positivo con un massimo assoluto di 7848 individui raggiunto nel 2010. Quattro i siti di importanza internazionale fra cui il Delta del Po, le zone umide dell’oristanese, la laguna di Venezia, Comacchio e il Mezzano.

Le Minacce

Anche questa specie, come altri aironi dal piumaggio elegante come la garzetta, ha sofferto molto, nel corso degli ultimi due secoli, per il prelievo venatorio motivato dall’utilizzo delle penne a scopi ornamentali. Tale pratica è stata in uso fino ad alcuni decenni fa, quando legislazioni nazionali non avevano ancora stroncato il fenomeno, vietando completamente la caccia alla specie.

Come altre specie dipendenti dalle aree umide, anche l’airone bianco maggiore ha sofferto la notevole contrazione dell’habitat proseguita fino al dopoguerra. Il buon successo della colonizzazione nel Delta e successivamente in diverse altre aree limitrofe e non conforta rispetto all’idoneità di questi habitat - pur immensamente più ristretti rispetto a un tempo - alle esigenze ecologiche di questa specie, che per riprodursi necessita di canneti estesi e densi.

Risalta in ogni caso la preferenza di questa specie per aree umide relativamente ampie, di solito di estensione non inferiore ai 100 ettari. Poche, come è facile immaginare, le zone umide italiane che rispettano questi criteri, nonostante il buon successo della colonizzazione nell’ampia area del Delta del Po e, più in generale, delle lagune dell’Alto Adriatico.

La Tutela

La colonizzazione italiana è troppo recente per portare alla formulazione di un valore di riferimento favorevole (frv) sui basi scientificamente fondate. La più importante indicazione per la conservazione della specie consiste naturalmente nel consolidamento della popolazione nidificante attraverso la tutela di tutti i principali, o potenziali, siti riproduttivi.

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Airone Bianco Maggiore © Michele Mendi