Nicola salva gli animali, ogni giorno
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Quasi non riesce a rispondere al telefono tante sono le cose da fare nel periodo estivo al CRUMA di Livorno. Nicola Maggi è il responsabile del Centro di Recupero per Uccelli Marini e Acquatici della Lipu.
La gestione di questo ospedale per animali selvatici è un lavoro pesante e Nicola se ne occupa già da alcuni anni. Un impegno quotidiano che richiede fatica e implica anche un forte coinvolgimento emotivo. Ma dove trova la forza continuare?
“Da maggio inizia una delle stagioni più complicate”, racconta. “E ogni anno la situazione si fa sempre più impegnativa: negli anni abbiamo raccolto sempre più pazienti". Perché l’estate segna il picco di emergenza per i piccoli uccelli che cadono dal nido e, in generale, per i cuccioli di mammiferi (ricci, pipistrelli, caprioli, volpi e molti altri) che hanno perso i genitori.
Il Centro recupero Lipu di Livorno si occupa di accogliere e curare gli uccelli e gli animali selvatici ritrovati in situazioni di difficoltà. In particolare in questi mesi sono numerosi i pulli o i cuccioli che vengono portati qui.
L'arrivo in ospedale, il soccorso e le cure
Una volta portati al Centro recupero animali feriti, i piccoli animali vengono accuditi, alimentati con nutrienti il più possibile simili a quelli che troverebbero autonomamente in natura e curati in casi di ferite o altri problemi come disidratazione o infezioni. “Una delle fasi più delicate poi è la rimessa in natura” continua Nicola. “Quando si tratta di uccelli adulti è più facile, per i più piccoli, a cui mancano delle nozioni fondamentali, si opta per il rilascio graduale: nell'ultima fase di degenza li trasferiamo in voliere speciali nelle campagne di Livorno e Pisa. Dopo un periodo di circa due settimane vengono aperte delle finestre per permettere loro di uscire quando vogliono ed eventualmente rientrare, continuando a fornirgli il cibo per circa 20 giorni”.
Gestire un "ospedale" per animali selvatici
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DONA ORALe attività del Centro, nonostante la trentina di volontari coinvolti, sono sempre frenetiche e da maggio in poi la cura degli animali richiede una presenza costante: “I volontari iniziano alle 7 del mattino a imbeccare gli implumi nelle incubatrici, poi i pulli più grandicelli e via via si passa agli altri animali e, dopo un paio d’ore, il ciclo ricomincia”.
Nicola sottolinea infatti che quello è un lavoro continuo e cruciale, che ha anche la priorità su altri compiti: “Bisogna dar loro da mangiare, specialmente ai più piccoli, con una frequenza regolare che va dalla mezz’ora alle 3-4 ore. Abbiamo numerosi timer che ci avvisano e quando scattano bisogna intervenire subito per non creare disagi ai cuccioli”.
A questo si aggiungono tutti gli altri lavori legati alle attività del Centro, come la pulizia delle voliere, le cure dei più grandi, la manutenzione delle strutture, senza contare i continui ricoveri e l’ordinaria amministrazione. Tutto ciò richiede un grande impegno di energie e gli operatori – che sono arrivati persino a svolgere il numero record di 15mila ore di volontariato in un anno – spesso sono in affanno.
Di questi tempi, poi, con i tagli ai servizi di recupero della fauna selvatica tradizionalmente affidati a regioni e comuni, lo sforzo di centri come quello di Livorno si moltiplica: “Noi qui abbiamo una direzione sanitaria, veterinari e studenti di veterinaria esperti in animali selvatici oltre a un personale volontario che riceve un’apposita formazione”, precisa Nicola. “Le persone sanno che di noi possono fidarsi e ci portano animali da tutta la Toscana e perfino da altre regioni d'Italia”.
“A volte c’è persino un eccesso di scrupolo da parte delle persone: molte specie compiono un periodo di svezzamento a terra, supervisionato dagli uccelli adulti, quindi prelevarli dal loro ambiente interrompe il loro sviluppo naturale”, spiega Nicola. Spesso chi trova qualche uccellino manda ai volontari delle foto via mail per controllare che ci sia un’effettiva situazione di crisi. I casi in cui il pericolo per i piccoli è reale sono comunque numerosi: “Quando si vedono pulli di rondine, balestruccio e rondone è sempre bene raccoglierli”.
Dove trovi la forza?
Questa è la realtà di un Centro Recupero, succede a Livorno e negli altri centri recupero Lipu presenti in tutta italia. Un lavoro quotidiano che richiede molto impegno e implica anche un forte coinvolgimento emotivo. Ma dove trova la forza continuare? Nicola si fa sfuggire una mezza risata, un misto di stanchezza e passione infaticabile: “Quando vedi un animale tornare in libertà con le proprie forze, ecco, quella è un’emozione che ti ripaga dei mille sforzi, delle mille ore passate qui dentro”. E ogni salvataggio ha la sua storia quasi indimenticabile: “Mi ricordo ancora di un’albanella pallida: era arrivata qui in condizioni gravi, perfino con un’ala infestata da larve di mosca. L’abbiamo salvata in extremis e vederla tornare a volare 5 mesi dopo è stata una gioia immensa”.
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