I danni della caccia in Italia
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La caccia per molte persone è solo una pratica violenta, nociva e superata, per altri è ancora una tradizione di cui andare fieri.
In Italia la cruenta, e purtroppo ancora molta diffusa, attività venatoria causa ogni anno ingenti danni agli animali, alla natura e all’uomo. Ecco perchè è così pericolosa:
La caccia è una pericolosa minaccia agli animali e all’ambiente
In molti vedono ancora la caccia come un modo di tenere sotto controllo la natura e, in qualche modo, addirittura proteggerla. In realtà in Italia oggi è possibile cacciare anche specie in stato di conservazione precario come l’allodola, la pernice bianca, la tortora selvatica, la coturnice. Molte altre sono cacciate in periodi particolarmente delicati come quello della migrazione prenuziale, quando molte specie si spostano verso i luoghi di riproduzione.
In più molte specie cacciabili sono simili a quelle protette perché estremamente a rischio (le cosiddette look-a-like species). Questa situazione si aggrava con le preaperture, deroghe speciali che in alcune Regioni anticipano l’inizio della stagione venatoria, permettendo di abbattere animali giovanissimi (quando questi sono ancora alle dipendenze dei genitori), estendendo i periodi di caccia prefissati.
La caccia causa gravi incidenti alle persone
Chi ama gli animali non vuole la cacciaDa 50 anni la Lipu lotta contro la caccia selvaggia e il bracconaggio, in difesa degli animali. Iscriviti alla Lipu
Ogni stagione di caccia porta con sé un triste bollettino di feriti e morti causati dai fucili. Le vittime oltre ai cacciatori sono molto più spesso persone che abitano (o sono semplicemente di passaggio) nelle zone venatorie. Nella stagione 2018/2019, sono state 80 le persone vittime di incidenti di caccia, di cui 21 morti e 59 feriti (Fonte Associazione Vittime della Caccia). Alle vittime umane si vanno a sommare i tanti animali domestici, gatti, cani e animali da cortile, feriti o uccisi accidentalmente. Ad aggravare la situazione c’è la possibilità per i cacciatori di cacciare nei terreni privati, anche contro la volontà dei proprietari o conduttori, arrecando loro disturbo e provocando danni e pericoli.
Il piombo è un pericolo per gli uomini e l’ambiente
Uno dei più gravi danni della caccia in Italia è l’inquinamento da piombo. Potrebbe sembrare un danno collaterale di poco conto, in realtà secondo l’ISPRA i pallini di piombo, ancora largamente utilizzati dai cacciatori Italiani, hanno conseguenze mortali per molti uccelli, inquinano le acque e il terreno e possono comportare danni anche agli esseri umani. (rapporto ISPRA).
Perché qualcuno dovrebbe avere il diritto di uccidere qualcosa che è patrimonio di tutti?
In passato la caccia ha rappresentato una fonte di sostentamento, ma oggi non è più così. La caccia oggi non ha più niente a che vedere con la sopravvivenza, è un “divertimento” violento e pericoloso che fa molto male alla natura e alle persone. La fauna selvatica secondo la legge italiana è “patrimonio indisponibile dello Stato” e appartiene alla collettività. Perché qualcuno dovrebbe avere il diritto di uccidere qualcosa che è patrimonio di tutti? L’invito della Lipu è da sempre quello di abbandonare i fucili e imbracciare i binocoli e le macchine fotografiche per osservare ed amare invece che uccidere.
La natura non è nostra nemica
Ci sono molto modi per educare i nostri ragazzi al contatto con la natura perché allora educare i nostri figli a divertirsi uccidendo, coinvolgendoli in una tradizione - quella della caccia - che si riferisce ad altre epoche, ad un’altra cultura, ad altre visioni del mondo? Un tempo la natura era per noi solamente una fonte di sostentamento, spesso vista come una nemica da cui difendersi. Oggi sappiamo che la natura è amica, è un universo di risorse e bellezza, è una gigantesca rete di vita, conoscenza, sorprese. Sappiamo che la natura non è qualcosa di lontano da noi, è la nostra casa comune. Sappiamo che non possiamo farne a meno. Per questo non dobbiamo farle violenza ma amarla e rispettarla. Dobbiamo cambiare cultura, per il bene nostro e del comune futuro.
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