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Coronavirus: "Gli uccelli sanno cavarsela da soli. Non serve dare cibo"

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Gli uccelli selvatici sono in grado di reperire autonomamente il cibo di cui hanno bisogno. I cittadini non devono preoccuparsi.

Lo dichiara la Lipu-BirdLife Italia a proposito dei timori diffusisi sul web circa la difficoltà per gli animali selvatici urbani di reperire cibo, in un periodo in cui la popolazione è fortemente limitata negli spostamenti e i turisti sono assenti. In una fase come questa caratterizzata da strade e piazze vuote si verifica certamente una riduzione del cibo messo a disposizione dall’uomo per gli uccelli selvatici, come ad esempio i passeri, o semidomestici come i piccioni di città. Tuttavia, questi animali hanno diverse risorse a disposizione, anche grazie alle giornate più lunghe e al cibo naturale più abbondante.

“Si consideri inoltre che in primavera gli uccelli selvatici, soprattutto i Passeriformi, sono maggiormente in grado di alimentarsi da soli e lo fanno nutrendosi prevalentemente di insetti, i quali offrono un apporto proteico indispensabile per nutrire la prole. Rispetto al ciclo riproduttivo, inoltre, gli uccelli si adattano quasi sempre perfettamente alle risorse disponibili.
“Quella che in generale va smentita è l’idea che gli animali selvatici non riescano mai a sopravvivere senza l’intervento e il sostegno umano, ad eccezione di casi rarissimi, come quelli degli avvoltoi. La relazione tra esseri umani e animali selvatici è importante e preziosa per molte ragioni, ma non per questa. Anzi: in questa drammatica fase della storia del mondo, un aspetto positivo è proprio la tranquillità con cui gli animali selvatici possono vivere queste giornate particolari appropriandosi di spazi di cui solitamente sono privati e anche riprodursi con meno disturbo.

"Dovrebbe essere così anche fuori dalla terribile emergenza che viviamo, ed è questa una delle lezioni che dobbiamo imparare dalla tragedia della pandemia da coronavirus: trattare meglio la natura, lasciarle più spazio".

 

SCHEDA
Gli uccelli selvatici che si possono osservare più facilmente all’inizio della primavera in città
Gran parte delle specie nel corso della primavera passano da una dieta soprattutto granivora (onnivora nei corvidi) ad una più insettivora, coincidente con l’inizio dell’attività riproduttiva

Specie sedentarie nidificanti:
· Colombaccio (Columba palumbus): si nutre soprattutto di sostanze vegetali, quali semi, ghiande, bacche e germogli.
· Piccione di città (Columba livia forma domestica): semi di piante erbacee, parti verdi di piante, chiocciole.
· Tortora dal collare (Streptopelia decaocto): semi, foglie e bacche, piccoli molluschi.
· Cinciallegra (Parus major): soprattutto insetti, ma anche semi e frutta secca.
· Gazza (Pica pica): onnivora, compresi rifiuti e animali morti, in grado di predare piccoli uccelli e loro nidiacei.
· Cornacchia grigia (Corvus cornix): onnivora e opportunista, mangia frutta, ortaggi, invertebrati, vertebrati, carcasse e rifiuti.
· Passera d’Italia (Passer italiae): semi di graminacee, germogli, frutta; in primavera anche insetti.
Specie migratrici nidificanti:
· Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus): insettivoro, spesso cattura in volo lepidotteri, imenotteri e coleotteri.
· Merlo (Turdus merula): bacche e frutta, larve, vermi, lombrichi.
· Capinera (Sylvia atricapilla): prevalentemente insettivora, ma soprattutto in inverno anche frugivora (bacche e frutti).
· Verzellino (Serinus serinus): semi, foglie tenere e germogli, in primavera anche qualche piccolo insetto.
· Verdone (Chloris chloris): quasi esclusivamente vegetariano, con semi, gemme e germogli. Nei primi giorni i pulcini vengono nutriti con insetti.

 

26 marzo 2020
 

 

Immagine
Passera d'Italia - Foto Luigi Sebastiani © Passera d'Italia - Foto Luigi Sebastiani