Caccia in Calabria: le associazioni bocciano la finta Vinca regionale
Pubblicato il
Caccia in Calabria: le associazioni ambientaliste bocciano la finta valutazione d’incidenza della regione sul calendario venatorio.
“Inappropriata, carente e viziata da errori grossolani”. Così le associazioni Legambiente Calabria, Lipu Calabria e WWF Calabria, definiscono la Valutazione d’Incidenza (VINCA) prodotta dalla Regione Calabria per le aree ricadenti nella rete Natura 2000, dopo che il Tar, lo scorso settembre, aveva censurato il calendario venatorio, fra le altre cose, proprio per la mancanza della VINCA. Basti pensare – sottolineano le associazioni - che vengono posizionate le praterie di Posidonia oceanica, una tipica pianta marina, negli ambienti collinari e montani della Calabria; e ancora, viene affermato che la ZPS (Zona di Protezione Speciale) della Sila Grande ricade interamente all’interno del Parco Nazionale della Sila, quando è sufficiente consultare le mappe per verificare che una larga parte della ZPS si trova all’esterno del Parco.
“La Valutazione di Incidenza o VINCA è la procedura amministrativa necessaria e obbligatoria ogni qualvolta si adotti/autorizzi un piano o progetto o attività che possa avere incidenze significative su habitat e specie presenti nei siti della “rete Natura 2000”, un sistema di aree istituite appositamente per la conservazione della natura”.
Proprio a causa della mancanza di questo fondamentale strumento e soprattutto a causa di troppe VINCA inadeguate, la Commissione Europea ha attivato nei confronti dell’Italia una procedura “Pilot” che potrebbe essere seguita da una vera e propria Procedura di infrazione.
Per evitare tale rischio, sono state predisposte dal Ministero dell’Ambiente, in accordo con le Regioni e le Province autonome, le Linee guida nazionali per la Valutazione di Incidenza che dettano le modalità e le procedure a cui attenersi per elaborare delle VINCA rispondenti all’ esigenza primaria di tutela degli habitat e delle specie.
La Regione Calabria ha scientemente ignorato tali Linee guida solo per consentire rapidamente ai cacciatori di riprendere l’esercizio dell’attività venatoria nei siti della rete Natura 2000, venendo meno anche all’obbligo di garantire la partecipazione del pubblico, ed in particolare delle associazioni di protezione ambientale, come tra l’altro confermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e come pubblicamente e formalmente richiesto dalle associazioni stesse in una nota resa pubblica all’indomani dell'ordinanza del Tar Calabria.
“Chiediamo agli Assessori competenti di ritirare immediatamente i Decreti “farsa” appena prodotti – dichiarano le associazioni - e seguire il percorso della Valutazione di Incidenza nel rigoroso rispetto delle Linee guida nazionali e delle Direttive Europee, garantendo l’appropriata modalità di partecipazione dei cittadini e, soprattutto, il perseguimento degli obiettivi di conservazione delle specie e degli habitat naturali tutelati. In assenza di ciò siamo pronti a dare mandato ai nostri legali per ricorrere, ancora una volta, al Tribunale Amministrativo regionale”.
(a cura di LEGAMBIENTE CALABRIA - LIPU CALABRIA - WWF CALABRIA)